Il tesoro della letteratura - volume 3

Il primo Novecento 15 20 25 30 35 40 45 50 La porta! era soltanto alla porta della rocca, e mancavano appena quattro minuti alle otto! Mentre si affrettava per le strade, bagnato di sudore freddo, dolorante, angosciato e con lo stomaco in subbuglio, spiava da tutte le parti per vedere se scopriva qualche altro scolaro No, non c era più nessuno. Erano già tutti sul posto, e gli orologi incominciavano a battere le otto! Le campane rintoccavano attraverso la nebbia da tutti i campanili, e quelle di Santa Maria per festeggiare il momento suonavano addirittura Ringraziate il Signore .2 Lo suonavano malissimo, constatò Hanno smaniante di disperazione, non avevano idea del ritmo ed erano parecchio stonate Ma che cosa importava, che cosa importava! Ormai sarebbe arrivato tardi, non c era più dubbio. L orologio della scuola era un po indietro, ma ad ogni modo Hanno sarebbe arrivato tardi, di certo. Guardava in faccia la gente che incontrava; andavano nei loro uffici, ai loro affari, senza affrettarsi troppo, e nulla li minacciava. Alcuni rispondevano alle sue occhiate infelici e invidiose, osservavano quella sua aria disfatta,3 e sorridevano. Quei sorrisi lo mettevano fuori di sé. Che cosa immaginavano, come giudicavano la situazione, quelli lì che non avevano paura? Cari signori , avrebbe voluto gridar loro, il vostro sorriso è una brutalità. Potreste pensare che sarebbe una bella cosa cader morto davanti al portone chiuso . Lo scampanellio lacerante e continuo che segnava l inizio della funzione del lunedì, gli giunse alle orecchie quand era ancora a venti passi dal lungo muro rosso, interrotto da due portoni di ghisa, che divideva dalla strada il cortile esterno. Non avendo più la forza di correre né di camminare, Johann4 lasciò andare il busto in avanti, e bene o male le gambe dovettero impedirgli di cascare muovendosi in avanti anch esse, barcollanti e incespicanti.5 Giunse così alla prima porta, quando lo scampanellio era già cessato. Il signor Schlemiel, il custode, un uomo tarchiato con faccia e barba ispida da operaio, era proprio in procinto di chiuderla. «Be , disse, e lasciò sgattaiolar dentro l allievo Buddenbrook Forse, forse era salvo. Si trattava di insinuarsi non visto nell aula, e aspettar lì nascosto la fine della preghiera che si teneva nella palestra, come se tutto fosse andato regolarmente. Ansante e boccheggiante, esausto, madido di sudore gelato, si trascinò attraverso il cortile lastricato di mattoni rossi, ed entrò per una delle belle porte adorne di vetri colorati Nell istituto tutto era nuovo, pulito e bello. Il tempo aveva fatto la parte sua, e i fabbricati grigi e cadenti dell antico convitto religioso, dove i padri dell attuale generazione6 avevano ancora compiuto gli studi, erano stati rasi al suolo; al loro posto eran sorti edifici nuovi, bellissimi e ariosi. Si era conservato l antico stile e su corridoi e chiostri s inarcavano solenni le volte gotiche. Ma per l illuminazione, il riscaldamento, l ampiezza e luminosità delle aule, la comodità della sala dei professori, il pratico arredamento dei gabinetti di fisica e chimica, dell aula di disegno, si era profittato di tutte le risorse dell architettura moderna Sfinito, Hanno strisciò lungo le pareti, guardandosi intorno No, grazie al cielo non si vedeva nessuno. Dai corridoi lontani gli arrivava lo scalpiccio della folla di allievi e insegnanti che si recavano in palestra per ricevere un piccolo conforto religioso prima di accingersi al lavoro della settimana. Lì invece regnava solitudine 2 Ringraziate il Signore : è il Te Deum, una preghiera di ringraziamento; ma per Hanno non è certo un momento di festa. 3 disfatta: disordinata, a causa della concitazione della corsa. 544 4 Johann: il nome di Hanno è Justus Jo- hann Kaspar. 5 incespicanti: incespicare significa inciampare . 6 i padri generazione: i padri dei ra- gazzi che andavano a scuola in quegli anni.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi