Il tesoro della letteratura - volume 3

Il primo Novecento in sintesi Freud studia gli impulsi irrazionali che sono alla base delle nostre azioni. Alcuni comportamenti hanno infatti cause impossibili da decifrare razionalmente. Nel romanzo novecentesco manca una chiara suddivisione tra bene e male: i loro confini sono più sfumati e incerti. Il tradizionale sistema dei personaggi (protagonistaantagonista-aiutanti) è assente nel romanzo contemporaneo. C è un protagonista che incontra altri personaggi, ma non stabilisce con loro legami di alcun tipo. Egli è solo ed emarginato, non si fa portavoce di nessun ideale positivo. La trama del romanzo ottocentesco è coerente e ordinata; l autore vi riproduce la realtà. Nel Novecento, l ordine logico e razionale lascia il posto al caos: la realtà è dominata dal disordine, dall incoerenza e dall illogicità. La ragione non riesce a imporre un equilibrio. Nel nuovo romanzo dominano dunque il paradosso, il caso, e una rappresentazione del reale confusa e incompleta. 514 Nel Novecento l eroe romanzesco perde invece ogni positività e non è più portatore di valori specifici, bensì di un profondo disagio, che lo isola dal contesto sociale, inducendolo a chiudersi in sé stesso. un disagio che assume i connotati della malattia della volontà : si pensi alla figura dell inetto sveviano o ai personaggi scissi (l io diviso) di Pirandello, veri e propri antieroi . L intelligenza acuta e la coscienza ipertrofica di cui sono dotati i protagonisti dei romanzi contemporanei finiscono per evidenziare il loro distacco dalla società e dai valori condivisi, determinando spesso una condizione di vera e propria alienazione. La confusione dei valori Il romanzo tradizionale delinea in genere una precisa gerarchia di valori, distinguendo il bene dal male, la bontà dalla cattiveria, l onestà dalla disonestà ecc. Nel romanzo contemporaneo viene meno la netta distinzione tra bene e male e i valori morali appaiono più sfumati. Il personaggio non è più solo buono o solo cattivo , ma può essere al tempo stesso entrambe le cose. Questo nuovo profilo psicologico è spesso legato alla scoperta dei meccanismi inconsci che guidano le azioni umane. Ciò vale soprattutto per quegli autori (Svevo, Joyce, Proust) che, più o meno direttamente, si avvalgono o risentono degli studi di Sigmund Freud (1856-1939) , il quale spiega che le motivazioni profonde dei nostri atti (positivi e negativi) sfuggono alla nostra stessa coscienza. Personaggi tra loro slegati Nella narrativa realista i personaggi sono legati tra loro da un ordine gerarchico che vede un protagonista positivo (per esempio, nei Promessi sposi, Lucia), a cui si contrappone un antagonista negativo (don Rodrigo), mentre tutti gli altri personaggi agiscono a supporto del primo (fra Cristoforo, l Innominato dopo la conversione ecc.) o del secondo (don Abbondio, la monaca di Monza ecc.). Nella narrativa contemporanea mancano sia un simile sistema di relazioni tra i personaggi, sia una figura centrale che faccia da punto di riferimento a quelle secondarie. Troviamo piuttosto un protagonista isolato, che entra in contatto con gli altri personaggi senza che ci sia, da parte loro, una condivisione o un opposizione ai suoi valori; anche perché sono i valori stessi a essere entrati in crisi ed egli dunque non li incarna più. Un universo incoerente Dal punto di vista logico e ideologico il romanzo classico si presenta come un universo chiuso e coerente. Tra le parti e il tutto esistono chiare e comprensibili relazioni logiche, giacché il romanzo tende a ricreare il mondo reale che si presume sia razionalmente conoscibile in tutti i suoi aspetti. stato infatti rilevato che il romanzo ottocentesco rispecchia in genere l assunto del filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) secondo il quale «tutto ciò che è reale è razionale e tutto ciò che è razionale è reale . Garante di tale coerenza è l autore stesso, il quale assicura la corrispondenza tra le parole e le cose e fa sì che ogni particolare della trama sia funzionale alla macchina narrativa, come avviene nel giallo, nel quale quei dettagli che possono apparire insignificanti alla fine si rivelano utili all individuazione del colpevole. Nel Novecento viene meno la fiducia nella ragione come strumento capace di mettere ordine nel disordine, di trovare la logica là dove regna il caos. All armonia classica subentra la disarmonia, e anche l universo romanzesco appare precario, contraddittorio e incoerente. Irrompono così il caso, l imprevisto, l assurdo e il romanzo non si offre più come copia fedele della realtà, bensì come una delle sue molteplici rappresentazioni possibili, sempre sfuggenti, precarie e parziali.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi