Il teatro

Il primo Novecento in sintesi Il teatro futurista rifiuta il teatro borghese e mette in scena situazioni assurde e irreali; Marinetti sperimenta il teatro della sorpresa e il teatro sintetico . Pirandello accetta situazioni e canoni della commedia borghese, ma li piega al nuovo contenuto e li vivacizza con un umorismo dalle forti venature grottesche. Il teatro Il teatro d avanguardia L effetto corrosivo delle avanguardie tocca anche la produzione drammatica. Il teatro futurista, in particolare, porta alle estreme conseguenze il rifiuto del teatro borghese, mettendo in scena situazioni assurde e irreali e mettendo al posto del personaggio classico i più impensabili sostituti (perfino oggetti materiali). Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) sperimenta le diverse soluzioni presentate in alcuni manifesti teorici, dal teatro della sorpresa al teatro sintetico , che a buon diritto possono essere considerati predecessori di tutto il teatro d avanguardia novecentesco. L autore teatrale più importante dell epoca (e di tutto il secolo) è comunque Luigi Pirandello, nella cui produzione di novelliere e romanziere, così portata all evidenza scenica, è già implicita quella drammatica. Il suo teatro, analogamente alla narrativa (dalla quale deriva del resto la maggior parte degli spunti), si muove dapprima sulle orme della commedia borghese allora in voga, di cui accetta le situazioni e i canoni, sia pure per piegarli al nuovo contenuto e colorirli di un umorismo dalle forti venature grottesche, ma si sviluppa poi in direzioni molteplici, influenzando largamente la successiva drammaturgia. La mappa dei luoghi All inizio del nuovo secolo assistiamo in Italia a una moltiplicazione dei centri di cultura, con l affermazione di città finora marginali nella tradizione letteraria (Trieste in particolare); al contempo le correnti dell emigrazione intellettuale interna portano molti giovani borghesi aspiranti scrittori dalle periferie ai centri industriali, burocratici e politici. Milano è la città più moderna e più europea della penisola. il laboratorio delle nuove tendenze letterarie italiane e vi nasce il Futurismo. la capitale dell industria culturale, grazie all editoria e al giornalismo. Torino si segnala per i caffè, i cinematografi, la diffusione dello stile liberty, la produzione editoriale, la presenza di importanti poeti crepuscolari (Gozzano, Carlo Chiaves e Nino Oxilia). La sua realtà industriale e operaia stimola la riflessione e la militanza politica: la città è sede delle riviste di Gramsci e di Gobetti. 500 La centralità milanese Acquisito, nella seconda metà dell Ottocento, il ruolo di centro propulsore della cultura letteraria italiana, Milano ribadisce ora la propria importanza. La metropoli più moderna del paese, che ha mantenuto i rapporti più stretti con l Europa e la sua cultura, è il teatro delle maggiori innovazioni artistiche che investono l Italia. A Milano nasce per esempio l avanguardia futurista, che celebra il mito della velocità e della macchina proprio nella città dell industria, del commercio, della pubblicità e delle folle. Milano conserva anche la fisionomia di capitale dell industria culturale: hanno sede qui alcune delle più importanti case editrici (tra queste, la Bompiani e la Mondadori, che a pochi anni dalla nascita, nel 1907, raccoglie i nomi più prestigiosi della letteratura italiana, a partire da d Annunzio e Pirandello), così come il quotidiano più letto dalla borghesia settentrionale, il Corriere della Sera , che vive la sua stagione d oro sotto la direzione di Luigi Albertini (1900-1921), e che fin dall inizio del secolo dà vita a fortunatissime iniziative editoriali parallele: La Domenica del Corriere , per le masse incuriosite dalla cronaca, La Lettura , per i lettori più raffinati, e, per il crescente pubblico infantile, il Corriere dei Piccoli . Borghesi e operai: Torino Fra le città intellettualmente più vivaci di inizio Novecento vi è anche Torino, con i suoi caffè-concerto, i cinematografi (qui vengono prodotti i primi film italiani), l attività fieristica dell Esposizione d arte moderna (il capoluogo piemontese diviene presto la vera capitale del liberty italiano), una fervida produzione editoriale animata da editori come Lattes, Streglio e Paravia. Vi opera, tra gli altri, il gruppo più importante dell avanguardia crepuscolare, composto da Gozzano e da poeti minori come Carlo Chiaves e Nino Oxilia. La realtà industriale e operaia di Torino ne fa inoltre un laboratorio prezioso di riflessione e militanza politica: non a caso la città ospita le due riviste antifasciste più importanti, L Ordine Nuovo (1919-1925) di Gramsci e Rivoluzione liberale (1922-1924) di Gobetti.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi