Il tesoro della letteratura - volume 3

Gabriele d Annunzio Alcyone Un processo di potenziamento Come in altre poesie dannunziane, anche qui l ispirazione nasce da uno spunto narrativo: l acquazzone estivo che bagna il poeta e la sua compagna. un esile pretesto, subito trasfigurato nella dimensione mitica della fusione panica con la natura: l esperienza della metamorfosi è evocata da d Annunzio come il compimento di una favola bella (vv. 29 e 125), un avventura purificatrice che li libera dai residui della realtà e della civiltà e permette loro di ascendere a un altro piano, quello dell estasi dei sensi e della squisita sensazione dell annullamento nel fluido e nella linfa segreta degli alberi. Attenzione, però: non dimentichiamo che il panismo dannunziano coincide sempre con l affermazione di un privilegio riservato solo a creature superiori. Anche nella Pioggia nel pineto, infatti, il processo apparentemente regressivo dall umano al vegetale coincide di fatto con un esercizio di potenziamento di sé, grazie al quale il soggetto, assimilandosi alla natura attraverso la percezione sensoriale, trascende i propri limiti individuali e realizza una piena comunione con il tutto. Le parole più nuove (v. 5) pronunciate da gocciole e foglie (v. 6) possono essere udite infatti solo dallo spirito eletto che è in grado di decifrarle e celebrarle. Le scelte stilistiche La sensibilità musicale di d Annunzio (senza dubbio una delle componenti più autenticamente decadenti della sua poesia) si mostra in questo componimento in tutte le sue eccezionali potenzialità tecniche. Il poeta riesce con indiscutibile efficacia a definire il ritmo, il rumore, diremmo quasi il movimento della pioggia e delle altre componenti del paesaggio. La libertà metrica Per esprimere analogicamente il perpetuo cambiamento dei più minuti dettagli della natura, l autore dà vita a una struttura irregolare di versi di misura ineguale, che viene però ordinata su strofe omogenee per numero di versi (32). Accanto a senari*, settenari*, ottonari* e novenari*, compaiono versi brevi, brevissimi, spesso coincidenti con un singolo vocabolo formato da tre sillabe (per esempio nella prima strofa incontriamo lontane, divini, silvani, ignude, leggieri, novella). Anche le proposizioni sono in massima parte brevi; quando si snodano in più versi, vengono frammentate grazie alla brevità delle battute e alla frequente ripetizione dello stesso termine. Notiamo, per esempio, nella strofa di apertura, l anafora* del verbo piove, ripetuto per ben sei volte e sempre con valore introduttivo; l insistenza sulla preposizione su (che compare in undici dei trentadue versi della prima strofa) e la ripresa della congiunzione e, che rende paratattico* il discorso nella seconda e terza strofa; e ancora il ritorno di si spegne (vv. 76, 78, 79), che troviamo in clausola* nella terza strofa. La pluralità delle voci della pineta L assoluta libertà metrica che d Annunzio si concede gli permette di ottenere una musicalità spezzata, tesa a imitare la cadenza variabile delle gocce di pioggia e degli altri suoni naturali. Al mutare del ritmo, garantito dalle spezzature degli enjambement* che scandiscono e dilatano il verso, corrispondono le diverse rime, baciate o interne (e varia nell aria, v. 37; più rade, men rade, v. 39; al pianto il canto, v. 41), spesso alternate dall altrettanto ricco spettro di assonanze*-consonanze* e dal recupero delle stesse frasi in punti diversi del componimento: è il caso del chi sa dove, chi sa dove! dei vv. 94 e 115 (il primo è riferito al gracidare della rana, il secondo allude al viaggio misterioso del poeta e della donna), delle anadiplosi* dei vv. 95-97 [piove su le tue ciglia ( ) / Piove su le tue 445

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi