3 - La maschera dell’innocenza

Gabriele d Annunzio in sintesi D Annunzio sembra interpretare alla lettera la sua celebre massima «rinnovarsi o perire : la sua produzione letteraria ha saputo trascorrere con grande facilità da una prorompente sensualità a un mesto languore, come testimoniano le opere del breve periodo cosiddetto della bonta . In particolare i componimenti del Poema paradisiaco mostrano un intimismo sofferto e un desiderio di purezza che saranno dominanti, più tardi, nella poesia crepuscolare. 3 La maschera dell innocenza L artista «multianime Una delle massime più celebri di d Annunzio è «rinnovarsi o perire . Si può dire che, nell arte non meno che nella vita, egli sia sempre stato fedele a questo imperativo. Nel tentativo di esibire aspetti diversi del suo genio creativo poliedrico, l autore ha cercato di rielaborare di continuo la propria personalità letteraria, coltivando generi diversi dalla lirica al romanzo, dal teatro alla prosa autobiografica, dal giornalismo all oratoria e sperimentando una gamma di poetiche che vanno dal Verismo al Simbolismo, fino alla prosa originalissima del Notturno. Questa varietà non si riflette solo nelle forme letterarie, ma anche nei toni e negli atteggiamenti spirituali: il poeta sa muoversi con disinvoltura dalla sensualità prorompente al mesto languore, dalla gioiosa vitalità a un senso di debolezza e convalescenza interiore. La stanchezza dell esteta: la «stagione della bontà Il trasformismo di d Annunzio si traduce a un certo punto (la cosiddetta «stagione della bontà ) nell abbandono, sia pure parziale, delle pose estetizzanti messe in mostra nel Piacere e nell emergere di uno stato d animo diverso, affaticato e dolente. Il ripiegamento malinconico matura durante il soggiorno napoletano (1892-1893), quando il poeta, psicologicamente provato dagli eccessi del periodo romano, percepisce un senso «di scontento, di sconforto, di solitudine, di vacuità e di nostalgia . Messe da parte le esagerazioni di Andrea Sperelli, d Annunzio, con tono blando, riconosce la «stanchezza della carne stanca e decide di cercare la salvezza dello spirito nella rigenerazione e nel ritorno alle buone cose del passato: l infanzia, la nutrice, la madre. D Annunzio precrepuscolare Nei romanzi di questo periodo (Giovanni Episcopo e L innocente) troviamo un intimismo esasperato e un malessere che annebbia l animo dei personaggi. Nelle liriche del Poema paradisiaco lo stile, che ricalca i modi del parlato, vuole riecheggiare un aspirazione a recuperare l innocenza, motivo che ritroveremo presso alcuni poeti della nuova generazione primonovecentesca, i cosiddetti Crepuscolari . Ma la sua versatilità gli fa superare anche il periodo del ripiegamento spirituale per fargli indossare una nuova maschera, questa volta quella all ideologia del superuomo, mutuata da Wagner e Nietzsche. La purezza da riconquistare Come capita sempre nella produzione dannunziana, e qui in modo particolare, occorre però fare attenzione a questa esibita ricerca di purezza. L intento di rientrare in un paradiso di semplicità e di pace, in contrasto con il tumulto dei sensi in cui lo scrittore ha consumato la giovinezza, è infatti dichiarato con accenti retorici troppo scoperti per non rivelarne l ambiguità: d Annunzio in realtà è ben lontano dal rinunciare al proprio estetismo e alla propria abilità di sperimentatore di stili ed emozioni. L estetismo dannunziano, cioè, non entra davvero in crisi, ma introduce un ulteriore aggiunta all esplorazione dell esistenza. Il tono elegiaco e l atmosfera stanca e malinconica che si colgono in queste pagine non cancellano dunque il sospetto della falsità: il poeta è pronto di nuovo a cambiare maschera e, mentre recita un inno alla fratellanza e ai buoni sentimenti, sta già preparando il campo a una nuova versione di sé stesso, quella del superuomo, seguace (a modo suo) di Wagner e di Nietzsche. Auguste Rodin, Il figliol prodigo, 1889 ca. Londra, Victoria and Albert Museum. 417

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi