Il ritorno in Italia, la guerra e la “prigione dorata” del

in sintesi I maggiori intellettuali di Francia, da André Gide a Marcel Proust, vogliono conoscerlo. In cerca di solitudine, stanco del clamore che la sua figura esercita sulla frivola e decadente aristocrazia parigina, il poeta si rifugia nell estate del 1910 ad Arcachon, sulla costa atlantica, dove scrive l opera Le martyre de Saint Sébastien. Negli anni successivi, d Annunzio continua a scrivere opere teatrali in francese, ma non rinuncia al dialogo con il pubblico italiano: Luigi Albertini, direttore del Corriere della Sera , gli affida uno spazio sul quotidiano dove il poeta pubblica una serie di prose, poi raccolte in volume con il titolo Le faville del maglio, e dieci canzoni composte in occasione della guerra coloniale in Libia. Romaine Brooks, D Annunzio in esilio, 1912. Parigi, Musée National d Art Moderne, Centre Pompidou. \ Il ritorno in Italia, la guerra e la prigione dorata del Vittoriale Allo scoppio della Prima guerra mondiale, nel 1915, d Annunzio torna in Italia. un convinto interventista e, pur avendo già 52 anni, si arruola volontario e viene ferito a un occhio in un incidente aereo. Nel periodo della convalescenza, con l occhio destro bendato, scrive la prosa lirica Notturno, che sarà pubblicata dopo la guerra. L interventismo e la Grande guerra Nel 1915, con lo scoppio della guerra il poeta rientra in patria. Convinto interventista, prepara il terreno per il ritorno con una serie di canti di guerra, con i quali si pone a capo dell eterogenea schiera di intellettuali favorevoli all entrata dell Italia nel conflitto. Il 4 maggio 1915 inaugura a Quarto (Genova) un monumento in ricordo della spedizione dei Mille, prima tappa della sua campagna di propaganda bellicista. Quando l Italia entra in guerra, d Annunzio passa dalle parole ai fatti: a dispetto dell età avanzata (ha 52 anni), si arruola volontario e nel 1916 resta ferito gravemente all occhio destro in un incidente aereo. Obbligato a un periodo di immobilità per non perdere anche l occhio sinistro, scrive, bendato, le proprie impressioni su striscioline di carta, confezionate dalla figlia Renata: è questa la genesi dell opera Notturno, prosa lirica che CRONACHE dal PASSATO La falsa morte di un poeta promettente Una geniale trovata autopromozionale I l successo ottenuto nel 1879 dal primo volume di liriche, Primo vere, ha fatto di d Annunzio l esordiente più ammirato d Italia. Ora, però, a distanza di un anno, come ammoniscono le regole dello spettacolo, viene il difficile: non deludere le attese del pubblico. Il poeta lavora alla revisione della raccolta, eliminando alcune poesie e aggiungendone altre. Il rischio, di cui è perfettamente consapevole, è quello di passare inosservato, ma la promozione di sé stesso fa già parte delle armi a disposizione del d Annunzio diciassettenne. Da vero precursore dei meccanismi del marketing, egli escogita un abile trovata per prepa- rare il terreno alla sua nuova pubblicazione. Il 13 novembre del 1880 sulla Gazzetta della Domenica di Firenze compare un trafiletto, che commuove l Italia: «Gabriele d Annunzio, il giovane poeta già noto nella repubblica delle lettere, di cui si è parlato spesso nel nostro giornale, giorni addietro (5 novembre) sulla strada di Francavilla, cadendo da cavallo per improvviso mancamento di forze, restò morto sul colpo. Fra giorni doveva uscire la nuova edizione del suo Primo vere... . La notizia rimbalza dappertutto e le maggiori testate letterarie italiane piangono «quest ultimogenito delle Muse , «gioia dei suoi genito- ri, amore dei compagni, orgoglio dei maestri . Si tratta di lacrime inutili. Il poeta, infatti, firmandosi con il nome fasullo di G. Rutini, aveva fornito egli stesso con una cartolina la notizia della propria morte. Mentre decine di struggenti necrologi compaiono sulla stampa, d Annunzio ricompare, come se nulla fosse successo, vivo e vegeto, qualche giorno dopo l uscita della seconda edizione di Primo vere, che naturalmente, sull onda dell emozione, aveva riscosso un immediato successo. Il colpo da maestro della pubblicità è riuscito perfettamente. 399

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi