Pascoli, primo poeta del Novecento, di Arnaldo Colasanti

Giovanni Pascoli Comprendere il PENSIERO CRITICO 1 Quali ripercussioni ha, per Pascoli, la determinatezza del linguaggio nell immaginario del lettore? 2 Perché il poeta colloca oggetti «determinabilissimi e definiti con precisione su uno sfondo più vago e sfocato ? dell albero di Porfirio5 appaiono nella sua poesia cose determinatissime. Tuttavia occorre cautela innanzi a questa speciosa6 apparenza. Innanzi tutto, una riserva di carattere generale: c è una precisione, nella poesia di Pascoli, che è una precisione illusiva e che in realtà non è icasticità7 ma insinuazione linguistica [ ]. La determinatezza di Pascoli si accampa sempre sopra un fondo di indeterminatezza che la giustifica dialetticamente. Si ricordava poco fa la presentazione di Myricae, con gli uccellini, i cipressi, le campane (o meglio la loro riduzione fenomenica a pura sensazione, «frulli d uccelli, stormire di cipressi, lontano cantare di campane ), che emergono da un fondo, per così dire, di effusione psicologica. O pensate a una poesia che può essere perfettamente citata come allegoria generale del mondo poetico pascoliano: pensate a Nebbia.8 Qui sopra un fondo di fumo o di bruma vedete emergere dei primi piani, precisamente dei primi piani in senso cinematografico, una siepe, una mura, due (due di numero) peschi, e ancora (sempre numerabili) due meli, un cipresso. Ma dei primi piani non si giustificano se non in rapporto a un fondo, a un orizzonte, il quale esso è indeterminato, cioè a dire, per definizione, non se ne sentono e non se ne rappresentano attualmente i limiti: questi oggetti determinatissimi e computabili si situano sopra uno sfondo effuso. E che il fondo generale sia effuso e diffusivo, alta imprecisione qui condizionata da un alta precisione, è questo un dato che ricollega Pascoli al maggior laboratorio simbolistico. Gianfranco Contini, Varianti e altra linguistica, Einaudi, Torino 1970 5 albero di Porfirio: è la tavola dei generi e delle specie messa a punto dal filosofo neoplatoni- co Porfirio (233/234-305 ca d.C.). 6 speciosa: ingannevole. 7 icasticità: evidenza, efficacia rappresentativa. 8 Nebbia: fa parte dei Canti di Castelvecchio. Pascoli, primo poeta del Novecento di Arnaldo Colasanti Nonostante gli evidenti legami con la tradizione, Pascoli appare al critico Arnaldo Colasanti (n. 1957) come il primo grande poeta del Novecento. Lavorando in profondità, egli offre una poesia intimamente nuova, concepita come scavo interiore e ricerca di senso. Il brano che riportiamo è parte dell Introduzione all edizione completa delle poesie di Pascoli curata da Colasanti nel 2001. Sarà pure solo a causa di una cattiva abitudine, ma quell idea incrostata il fatto che Myricae sia un opera fin de siècle lungo la fossa tra Otto e Novecento non ha davvero più ragion d essere. Myricae è un libro del nostro tempo. Giovanni Pascoli è il cuore della poesia del Novecento: solo un tic nervoso (il solito vizio italiano, appreso sotto i banchi del nostro provincialismo) ha finito per liquidare la raccolta in un sintomo d epoca (il decadentismo), esaltandone ambiguamente la novità ma, già in questo, il semplice carattere di opera di passaggio. L abbiamo sentito tante volte (e letto nei modesti manuali delle scuole italiane): la letteratura italiana è minore rispetto alle culture della modernità, ovviamente Francia, Inghilterra e Germania; ergo i poeti di un certo rilievo sono coloro che prima fiutano il nuovo vento, poi orecchiano qua e là; infine testimoniano, e drammaticamente, il gap storico, l endemico ritardo il solito destino italiano rispetto al mito della modernità. 381

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi