Il tesoro della letteratura - volume 3

Giovanni Pascoli Myricae Dentro il TESTO Il poeta e la campagna Un paesaggio sfumato Lo sgretolamento della sintassi I contenuti tematici Un paesaggio campestre in autunno viene descritto dall autore in tre diverse prospettive, che corrispondono alle tre brevi strofe della poesia: lo sguardo si posa prima sul campo coperto dalla nebbia ma acceso dal rosso vivo delle ultime foglie di vite, poi sulle diverse attività dei contadini; infine l attenzione è catturata dalla presenza degli uccelli. Il poeta seleziona solo alcuni aspetti della realtà osservata, costruendo un quadretto personale per accumulo di particolari minuti contenuti in spazi diversi: l occhio del «fanciullino , infatti, cerca nella serenità dell idillio agreste gli spunti emozionali per trovare quiete oltre il male e lo sgomento. Non a caso Pascoli «sembra volutamente lasciare in un alone sfumato le figure umane al lavoro (la presenza di queste è soltanto segnalata da verbi privi di soggetto, a cominciare dal titolo: arano, v. 4; spinge, semina, ribatte, v. 5), per mettere invece a fuoco i passeri, quelle piccole creature astute che già godono in cuor loro della provvidenziale opera degli agricoltori (Ciani, Latini). Le scelte stilistiche Questo componimento evidenzia come sia decisamente nuovo il modo con cui Pascoli coglie e rappresenta gli aspetti della natura, nel contatto diretto con la realtà descritta ma sempre a partire dalla propria sensibilità e prescindendo invece dal peso di una cultura libresca e letteraria in senso tradizionale. Il poeta si immerge completamente nella vita campestre, simpatizzando con i suoi attori (i contadini che lavorano i campi con secolare pazienza) e addirittura con gli uccelli, che anzi finiscono quasi per diventare i protagonisti del quadretto, poiché è come se nell ultima strofa la scena fosse osservata dal loro punto di vista. Per quanto riguarda il periodare, il testo presenta una caratteristica tipica della poesia pascoliana, vale a dire lo sgretolamento della sintassi: le frasi sono brevi, la paratassi* prevale decisamente sull ipotassi*, spesso i singoli versi sono spezzati al loro interno dalla punteggiatura. Di fatto la lirica può essere letta come un unico periodo, ma continuamente spezzato da congiunzioni coordinanti e da segni di interpunzione (virgola, punto e virgola, due punti). Non si tratta tuttavia di uno stile prosastico, poiché numerosi iperbati* garantiscono la poeticità del testo. L assenza di rapporti gerarchici tra le frasi determina un organizzazione dei contenuti in cui tutti gli aspetti rappresentati sono posti come sullo stesso piano, simultaneamente presenti e cooperanti a un unica, ampia visione d insieme. Verso le COMPETENZE COMPRENDERE 6 Segnala gli iperbati presenti nel testo. 1 Fai la parafrasi della lirica. 7 2 Perché il poeta scrive che il passero in cor già gode (v. 7)? In quali strofe prevale la coordinazione per asindeto e in quali quella per polisindeto? 3 Dove si trova il pettirosso? 8 Trova nel testo alcuni esempi di fonosimbolismo. 9 Elenca i colori del paesaggio espressi o suggeriti dal poeta. ANALIZZARE 4 Individua un allitterazione nella prima terzina. 5 Al v. 6 si identifica la marra con l aggettivo paziente. Di quale figura retorica si tratta? a Endiadi. c Paronomasia. b Ipallage. d Anastrofe. INTERPRETARE 10 Che cosa suggerisce, sul piano dei significati, la ripetizione dell aggettivo lente al v. 4? 11 Quale effetto produce l isolamento del verbo arano a inizio del v. 4? 361

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi