Le scelte retoriche e metriche

Giovanni Pascoli Myricae in sintesi A livello sintattico, la movimentazione, a volte concitata a volte tremula, del discorso poetico pascoliano è dovuta alla predominanza della coordinazione, alla brevità delle frasi e all uso diffuso dell ellissi. Anche il recupero di forme espressive elementari, esclamative e interrogative, contribuisce a questo effetto. 2 Al dato oggettivo o naturalistico è quasi sempre legato un valore simbolico o allegorico, che fa perdere al primo consistenza concreta. Ciò vale spesso, per esempio, per le indicazioni cromatiche, che assumono ulteriori significati simbolici legati agli echi psicologici generati dai colori. 3 Il dissolvimento del realismo è raggiunto, infine, attraverso la messa in rilievo dei valori di senso veicolati da elementi non semantici (per esempio figure retoriche quali l allitterazione, l assonanza, l iterazione). La sintassi Altrettanto nuovi e sperimentali sono gli aspetti sintattici. La sintassi risulta quasi sempre spezzata, con frasi ridotte all essenziale e con un significativo ricorso ai costrutti della lingua parlata e allo stile nominale. L autore preferisce la coordinazione alla subordinazione, la brevità alla complessità del periodo e tende a rimpiazzare l organizzazione regolare del discorso con un andamento ellittico, contratto, eliminando i soggetti espliciti, i verbi (soprattutto l ausiliare essere ) o le congiunzioni. Quasi volesse così attingere alle forme primitive, elementari del dire poetico, Pascoli privilegia le modalità esclamativa e interrogativa del discorso, che danno voce allo stupore e alla domanda di fronte all esistenza e ai suoi misteri. Nello stesso quadro rientra anche un uso originale della punteggiatura: per esempio la frequente adozione dei due punti con funzione di interruzione più che di spiegazione e il massiccio ricorso a tutti i segni di interpunzione per frantumare il verso («son due gli occhi, grave, apre: vede , Agonia di madre). Tutte queste peculiarità stilistiche indicano come Pascoli punti a un inquieta movimentazione del discorso, tanto lontana dalla tradizione letteraria quanto vicina alla scrittura poetica della modernità. Le scelte retoriche e metriche Le figure retoriche che più esprimono i pensieri e le emozioni del poeta sono l analogia, la sinestesia, l onomatopea, il fonosimbolismo. Pascoli rinnova le forme metriche tradizionali (sonetto, terzina, quartina, madrigale, ballata ), che non rompe né stravolge, con l innestarvi timbri e toni inusuali, che amplificano la trama sonora e la musicalità della frase poetica. Evocare più che descrivere In Myricae Pascoli cura all estremo le scelte espressive e a tal fine, coerentemente con la sua sensibilità simbolista, utilizza ampiamente tutte le figure retoriche tipiche della poesia decadente, soprattutto l analogia e la sinestesia. La maggiore innovazione stilistica della raccolta è però l uso frequente dell onomatopea e il ricorso al fonosimbolismo: all utilizzo cioè di parole già esistenti, che vengono scelte dal poeta in virtù del loro suono evocativo di una certa azione: per esempio sussurro, rimbombo, scricchiolio. La metrica Sul piano metrico, non possiamo parlare di rivoluzione ma soltanto di riforma : Pascoli non abolisce la metrica tradizionale (non giunge cioè al verso libero), ma certamente la rivisita in maniera nuova. Partendo dalle strutture classiche (sonetto, terzina, quartina, madrigale, ballata), vi innesta accenti nuovi, adatti a esprimere timbri e toni nascosti, assonanze e allusioni. Cura in particolare la magia dei suoni, la trama sonora, gli effetti musicali e ritmici delle frasi e delle pause. In tal modo la musica del verso appare più libera, ricca di echi e di rinvii che si prolungano nell animo del lettore. Francobollo commemorativo emesso dalle Poste italiane per celebrare il centenario della nascita di Pascoli. 359

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi