Il tesoro della letteratura - volume 3

Giovanni Pascoli L osservazione o, meglio, l immaginazione del rito di fecondazione avviene dall e sterno; ma si tratta di una vista nascosta, quasi proibita, come se il poeta stesse spiando una situazione che non potrà mai vivere in prima persona. Egli, incapace di amare, vive nella notte, nel silenzio e nel pensiero della morte; gli sposiamanti, invece, sono insie me nel chiarore di un lume. Eros e morte Al tempo stesso la pulsione sessuale innesca, come per un arcana e occulta corrispon denza, la presenza simbolica della morte. Il tema della fecondazione e della nascita, infatti, pare agitare l intero universo con una nuova vitalità (Dai calici aperti si esala / l odore di fragole rosse, vv. 910; Per tutta la notte s esala / l odore che passa col vento, vv. 1718), che però si stempera a contrasto con l ombra silenziosa, ma onnipresente, della morte e con il fondo oscuro delle fosse (v. 12): da esse nasce l erba e i petali, schiusi per il conce pimento, appaiono un poco gualciti (v. 22), mentre l ovario del fiore, simbolo del grem bo materno fecondato, viene definito urna (v. 23), un termine ambiguo che evoca sug gestioni al tempo stesso funebri e sacrali. L identificazione con la notte nuziale Tuttavia il poeta tenta stavolta di reprimere lo sgomento, abbandonandosi all immensi tà dello spazio notturno, che appare dolce, familiare e amichevole (La Chioccetta per l aia azzurra / va col suo pigolìo di stelle, vv. 1516). Come ha scritto Giacomo Debenedetti, l u niverso, per una volta rasserenato in una tenera concordia con l animo del poeta, «sta narrando una specie di grande fiaba azzurra: l uomo ha concluso, grazie alla felicità d a more e al senso di vita facile e piena che gliene deriva, una tregua con le difficoltà e coi problemi, ricupera la credulità infantile, per la quale il mondo, anche nelle sue manife stazioni misteriose, è meravigliosa, benevola fiaba . Bloccato in una condizione infantile e irreale, di cui ha bisogno e in cui si sente pro tetto, il poeta può così dare il proprio consenso alla trasgressione dell amore, anche se la felicità nuova covata dentro l urna molle e segreta del fiore (e della donna) rimane per lui sconosciuta (non so che, v. 24) e almeno in parte persino repellente (si noti l effetto sgradevole della continua allitterazione* della l nell ultima strofa: l alba; i petali; gualciti; l urna molle). La trama delle allusioni L irrazionalità del simbolismo pascoliano Le scelte stilistiche Abolito ogni rapporto di tipo logico con la realtà, Pascoli non ha interesse a descrivere avvenimenti o fenomeni: lo scopo che si prefigge è creare la suggestione grazie all ana logia, giustapponendo sensazioni e impressioni di diverso tipo per evocare l atmosfera misteriosa di una notte in cui si mescolano carnalità e turbamento. Proprio per questo prevale uno stile nominale, fatto di sostantivi, aggettivi, immagini riprodotte fonicamen te (i vocaboli onomatopeici* dei vv. 6 e 13: bisbiglia; sussurra), contaminazioni di sfere sensoriali diverse (le sinestesie* dei vv. 10 e 16: odore di fragole rosse; pigolìo di stelle) che enfatizzano il valore della percezione. Le libere associazioni del poeta tendono a creare una situazione indefinita: a bisbiglia re non sono le persone ma la casa, in una metonimia* al v. 6; non dormono gli uccellini ma i nidi (v. 7); la sacralità violata dell urna molle e segreta (v. 23) non è detta in termi ni chiari ma vaghi e reticenti (non so che felicità nuova, v. 24). Su tutto questo repertorio di immagini si posa lo sguardo selettivo del poeta, che trasferisce su innocenti e neutra li elementi della natura la propria voce e i propri pensieri. 343

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi