T5 - La teoria dei colori (Controcorrente)

Il secondo Ottocento Si tratta di una sorta di casa-museo che rispecchia i suoi gusti raffinati ed eccentrici. il luogo in cui egli si propone di mettere in pratica una vita, appunto, controcorrente , contro tutto e tutti: contro la natura, creando giardini artificiali; contro la morale, scoprendo «amori eccezionali, gioie perverse e obbedendo soltanto al proprio capriccio; contro gli oggetti comuni, sostituiti con altri esotici. Stanco degli uomini, il protagonista colleziona ogni sorta di raffinatezze: oggetti orientaleggianti, pietre preziose, fiori e melodie compongono un campionario di stravaganze, che alla fine però finisce per nausearlo. Per guarire dalla nevrosi che lo divora, Des Esseintes è infatti costretto dai medici a porre fine al suo esperimento e a rientrare, come in una sorta di ritrattazione, fra i suoi simili, nel grigiore della normalità. ¥ T5 ¥ La teoria dei colori Joris-Karl Huysmans, Controcorrente, cap. 1 All inizio del romanzo, la personalità di Des Esseintes si svela a poco a poco attraverso le descrizioni dei suoi oggetti e dei suoi gusti. Il mondo in cui si è rifugiato è una specie di squisita clausura, scelta per fuggire dalla mediocrità borghese e dalla morale comune. La casa dell esteta 5 10 15 20 25 Trascorsero più di due mesi prima che Des Esseintes potesse immergersi nel silenzioso riposo della sua casa di Fontenay. Acquisti di ogni genere lo costringevano ad aggirarsi ancora per Parigi, percorrendo la città da un capo all altro. E tuttavia, a quante ricerche si era dato, a quante meditazioni si era abbandonato prima di affidare il suo appartamento ai tappezzieri! Da molto tempo era esperto delle sincerità e degli inganni dei colori. Un tempo, quando accoglieva donne in casa sua, si era creato un salottino in cui, in mezzo a piccoli mobili scolpiti nella pallida laurocanfora1 del Giappone, sotto una specie di tenda di seta rosa indiana, le carni si colorivano dolcemente alle luci preziose che filtravano attraverso la stoffa. Questa stanza, dove numerosi specchi si facevano eco e si rimandavano a perdita d occhio, sulle pareti, file di salottini rosa, era stata celebre fra le ragazze che si compiacevano di immergere la loro nudità in quel bagno di tepido incarnato,2 tra l aroma di menta che emanava dal legno dei mobili. Ma, anche mettendo da parte i vantaggi di quell ambiente truccato, che sembrava trasfondere nuovo sangue sotto le pelli sfiorite e consunte per l abitudine delle ciprie e l abuso delle notti, egli godeva per proprio conto, nel languore che lo circondava, particolari allegrezze, piaceri che, in qualche modo, acuivano e ravvivavano all estremo il ricordo dei mali trascorsi, delle noie defunte.3 Così, per odio, per disprezzo della sua infanzia, aveva sospeso al soffitto di quella stanza una piccola gabbia di filo d argento in cui un grillo prigioniero cantava come se fosse tra le ceneri dei camini del castello di Lourps.4 Quando ascoltava quel grido, tante volte udito, tutte le sere di costrizione e di silenzio trascorse presso sua madre, tutto l abbandono di una giovinezza dolorante e repressa, facevan ridda dinanzi a lui, e allora, ai moti della donna che andava carezzando macchi- 1 laurocanfora: il legno dell omonimo ar- busto. 284 2 tepido incarnato: colori caldi. 3 defunte: passate. 4 castello di Lourps: il luogo dove il pro- tagonista aveva abitato da bambino.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi