Il tesoro della letteratura - volume 3

Giovanni Verga una scena corale (le chiacchiere del sabato sera), tempo della storia e tempo del raccon to tendono addirittura a coincidere. A partire dal capitolo V, il tempo del racconto si ab brevia, quello della storia si allunga: in cinque capitoli, vengono raccontati circa quattor dici mesi (ottobre 1865dicembre 1866); il X, con il secondo naufragio della Provvidenza e la salatura delle acciughe, conduce all estate del 67. Nell ultimo gruppo di capitoli (XI XV) si registra un ulteriore, decisa, accelerazione del tempo del racconto); la storia copre una decina d anni, dal colera dell autunno 1867 al definitivo esilio di Ntoni. In quest ul tima parte del romanzo, il ruolo di protagonista passa dal nonno al giovane Ntoni; e le minute vicende collettive della quotidianità al villaggio hanno uno spazio meno impor tante: per questo, la prevalenza dell imperfetto è bilanciata da una più cospicua presen za del passato remoto. Con questa sommaria ricostruzione della fabula e dei suoi tempi e con la precisa zione che i primi nove capitoli, più lenti, intrecciano vicenda familiare e storie di paese in una narrazione volutamente sfilacciata e corale; il decimo, quasi isolato pezzo di bra vura (infatti messo a partito dall autore per l unica anticipazione su rivista, sulla «Nuova Antologia del gennaio 81, con il titolo Poveri pescatori!), racconta il secondo naufragio della Provvidenza e le sue conseguenze; mentre gli ultimi capitoli si concentrano prevalen temente sulla vicenda di Ntoni con questa ricostruzione, si diceva, avrebbe dovuto ini ziare un ordinata presentazione del romanzo. Sennonché I Malavoglia sono «un roman zo che non si riassume (Giglioli): dove la storia (quella dei grandi eventi nazionali, ma non di rado anche quella dei protagonisti) è relegata in secondo piano, quasi nascosta da una profluvie di dettagli apparentemente inessenziali. Per dirla con il linguaggio dei formalisti russi: i motivi sciolti (o apparentemente tali) prevalgono su quelli legati . Come ha scritto Romano Luperini, «la maggior parte del romanzo non è occupata né dai sentimenti né dall azione dei protagonisti ma dalle innumerevoli minuzie della quotidia nità, uno scialo di pettegolezzi e di triti fatti posti sulla scena da personaggi secondari . Con il risultato di promuovere a tema di romanzo, per la prima volta in Italia, «la se rietà dell inessenziale , riconoscendo dignità letteraria alla «minutaglia di ogni giorno (ancora Luperini): in perfetta coerenza con il magistero di Flaubert e Zola. Ma anche di costringere il lettore a ricostruire faticosamente, a posteriori, quella cronologia e quei nessi causali che il testo, filtrando e deformando sistematicamente i fatti attraverso lo sguardo miope o interessato dei narratori popolari, sembra ingegnarsi a occultare. Anche al letto re, come all autore, s impone uno sguardo «da lontano , una «ricostruzione intellettua le . Da cui risulta inequivocabilmente che la sconfitta dei Malavoglia non è effetto di am bizione e insoddisfazione (l affare dei lupini, la ribellione di Ntoni, la caduta di Lia). la grande storia con la complicità delle calamità naturali: tempesta, epidemia, care stia a sconvolgere l esistenza (già miserabile) dei Toscano: la leva sottrae alla pesca pri ma Ntoni e poi Luca (il figlio obbediente, che muore prima di diventare a tutti gli effetti personaggio di romanzo); il colera, contro cui le autorità non svolgono alcuna seria pre venzione, uccide la Longa; la crisi commerciale fa crollare il prezzo del pesce, quella agri cola provoca penuria di viveri; le tasse impoveriscono i ceti produttivi (quella sulla pe ce è particolarmente odiosa per chi ha barche da rattoppare). Mentre l universo arcaico è progressivamente invaso dai simboli del moderno progresso (treno, telegrafo, battelli a vapore), vince in realtà un ceto parassitario; l usuraio (zio Crocifisso) rovina il piccolo 227

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi