Il tesoro della letteratura - volume 3

Giovanni Verga I Malavoglia 55 60 al nuovo arricchito16 alla intrusa nelle alte classi17 all uomo dall ingegno e dalle volontà robuste, il quale si sente la forza di dominare gli altri uomini, di prendersi da sé quella parte di considerazione pubblica che il pregiudizio sociale gli nega per la sua nascita illegale; di fare la legge, lui nato fuori della legge18 all artista che crede di seguire il suo ideale seguendo un altra forma dell ambizione.19 Chi osserva questo spettacolo non ha il diritto di giudicarlo; è già molto se riesce a trarsi un istante fuori del campo della lotta per studiarla senza passione, e rendere la scena nettamente, coi colori adatti, tale da dare la rappresentazione della realtà com è stata, o come avrebbe dovuto essere. Milano, 19 gennaio 1881. 16 nuovo arricchito: è il protagonista di Mastro-don Gesualdo. 17 intrusa classi: il riferimento è alla duchessa di Leyra, ovvero a Isabella figlia di Gesualdo, che nel terzo, incompiuto ro- manzo del ciclo dei vinti doveva essere la sposa di un aristocratico. 18 uomo dall ingegno di fare la legge, lui nato fuori dalla legge: è il ritratto dell onorevole Scipioni, figlio illegittimo di Isabella, protagonista del quarto romanzo del ciclo. 19 artista ambizione: qui Verga allude al protagonista dell ultimo romanzo progettato, L uomo di lusso. Dentro il TESTO Un manifesto di poetica Una neutralità solo apparente I contenuti tematici Le espressioni che incorniciano la Prefazione al romanzo costituiscono il fulcro dell idea verghiana di Verismo, ribadendo e sviluppando i concetti già illustrati in un altra pre fazione, quella alla novella L amante di Gramigna ( T1, p. 159). All inizio l autore pre senta il proprio lavoro come lo studio sincero e spassionato del come probabilmente devono nascere e svilupparsi (rr. 12) le irrequietudini pel benessere (rr. 23) fra gli umili: secondo i dettami del Naturalismo francese, che indicava come contenuto della letteratura l anali si di documenti umani e di fatti verosimili attraverso un metodo oggettivo e scientifico, Verga si propone di illustrare quella vaga bramosìa dell ignoto (r. 4) che spinge la povera gente non verso un preciso oggetto del desiderio, ma verso un generico bisogno di mu tar vita, alla ricerca del meglio. A sua volta, nel periodo conclusivo, viene confermata la necessità di descrivere la scena umana senza passione (r. 59) e coi colori adatti (r. 60), rap presentando la realtà com è stata, o come avrebbe dovuto essere (rr. 6061): l impersonalità può essere raggiunta solo rinunciando ai sentimenti di parte e sospendendo il giudizio (Chi osserva questo spettacolo non ha il diritto di giudicarlo, rr. 5758). Tuttavia, la scelta del contenuto adottata dall autore pare contrastare una concezione asettica del Verismo come imparziale metodo di lavoro. Verga si sofferma infatti sui deboli che restano per via (r. 44), cioè gli sconfitti nella lotta per la vita, ai quali concede la solidarietà umana e una chiara vicinanza emotiva. D altra parte, a dispetto della dichia razione di neutralità nei confronti dei fatti narrati, egli fa balenare da subito la propria interpretazione ideologica del romanzo. In un primo momento, sembra avallare il mi to positivo, quasi provvidenziale del progresso (mito dominante nel pensiero evoluzio nistico del suo tempo), ammantandolo di una luce gloriosa (r. 33). Addirittura tutti i vizi [ ] si trasformano in virtù (r. 34) e gli egoismi dei singoli individui possono produrre un bene comune, capace di annullare le meschinità e i soprusi dei più forti generando benefici per tutta la società. Ma l idea che il futuro apparecchi per l umanità una bella marcia trionfale è un utopia che può coltivare solo chi guarda l esistenza degli uomini da lontano. Da vicino, invece, la sorte dei singoli non ammette speranze, destinata com è a essere stritolata dagli ingranaggi spietati del progresso. 209

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi