La lingua

Il secondo Ottocento in sintesi La tecnica della concatenazione consiste nell artificio per cui parole o intere locuzioni vengono ripetute in diverse sequenze o capitoli. Permette di creare un effetto di continuità ed evita che il lettore percepisca pause o salti temporali nella narrazione. Originale Trasposizione con il discorso diretto «Eh! s è lavorato! potete dirlo anche voi, padron Ntoni! , ma per padron Ntoni ei si sarebbe buttato dall alto del fariglione, com è vero Iddio! e a lui lo zio Crocifisso gli dava retta, perché egli era il mestolo della pentola, una pentola grossa, in cui bollivano più di duecento onze all anno! Campana di legno non sapeva soffiarsi il naso senza di lui. «Eh! s è lavorato! potete dirlo anche voi, padron Ntoni! Per voi io mi butterei dall alto del fariglione, com è vero Iddio! A me lo zio Crocifisso mi dà retta, perché io sono il mestolo della pentola, una pentola grossa, in cui bollono più di duecento onze all anno! Campana di legno non sa soffiarsi il naso senza di me . La concatenazione Nei Malavoglia ricorre un altra tecnica, quella della concatenazio ne, vale a dire la ripresa di parole o di intere locuzioni da una sequenza a un altra o da un capitolo a un altro. Vediamo un esempio: «Bella razza d uomini nuovi, come quel Ntoni Malavoglia là, che va girelloni a quest ora pel paese (fine cap. 10). Una volta Ntoni Malavoglia, andando girelloni pel paese, aveva visto due giovanot ti che s erano imbarcati qualche anno prima... (inizio cap. 11). La frase con cui inizia l undicesimo capitolo riprende da vicino quella conclusiva del deci mo, sia per quanto concerne l argomento sia per la ripresa di una medesima espressione, andare a girelloni , che genera una sorta di eco tra i due capitoli. Ciò determina in tutto il romanzo un impressione di circolarità: la creazione di una continuità tematica finisce infat ti per annullare nel lettore la sensazione dei salti temporali nello sviluppo della narrazione. La lingua La lingua del romanzo imita il parlato popolare siciliano, anche se l uso del dialetto è volutamente limitato. Alcuni critici hanno evidenziato questa eccessiva cautela di Verga, invitandolo a riproporre l opera in siciliano puro. Il merito di Verga, tuttavia, sta proprio nell aver trovato un equilibrio: l utilizzo del toscano permette di mantenere un pubblico più ampio, mentre l inserzione di sicilianismi consente di attuare le tecniche di impersonalità e regressione. La sicilianità dell opera è più nella struttura fraseologica che nei termini dialettali; è nella scelta di strutture del parlato, nell insistente presenza di proverbi e modi di dire. 206 Una non completa sicilianità La lingua dei Malavoglia è affidata a una sintassi for temente mimetica del discorso popolare. Inizialmente ciò desta nel pubblico diverse per plessità: anche Manzoni aveva posto al centro dei Promessi sposi dei personaggi apparte nenti al popolo (Renzo e Lucia), ma non aveva rinunciato a rendere sostenuta la forma stilistica. Quello che ora turba maggiormente i lettori e i recensori dei Malavoglia è soprat tutto l assoluto anticonformismo delle scelte grammaticali e sintattiche di Verga, ma anche l insistita venatura dialettale di tipo siciliano. Tuttavia, se persino alcuni amici ed estimatori biasimano l eccessiva audacia delle op zioni formali adottate, altri, come il giornalista e critico letterario Edoardo Scarfoglio, rin facciano a Verga la soluzione troppo timida di un italiano sicilianizzato sì, ma non abba stanza, e lo esortano a ritradurre il romanzo in siciliano puro. In realtà, la genialità della soluzione verghiana consiste proprio nell equilibrata inser zione nella lingua letteraria di strutture idiomatiche siciliane, con il contrappeso del parla to toscano che permetteva al testo di essere letto e apprezzato in un orizzonte nazionale. La dialettalità dell opera risulta dunque essere di tipo più fraseologico che lessicale. Compaiono nel testo termini dialettali, ma in maniera per così dire occasio nale . A conferire la patina siciliana al testo sono soprattutto le strutture sintattiche (con netta prevalenza della paratassi sull ipotassi), il giro delle frasi, la particolare scel ta delle metafore e delle similitudini (tratte dall esperienza popolare dei personaggi, non da quella borghese dei lettori), certe soluzioni tipiche dell oralità (quali il che polivalente o i pronomi ridondanti: «a lui gli ) e i modi di dire e i proverbi (questi ultimi si contano a centinaia) messi in bocca a diversi personaggi nel corso della nar razione ( p. 229).

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi