Il tesoro della letteratura - volume 3

Giovanni Verga 285 290 della notte giorno, e non si sapeva come pigliarlo, e non era contento mai. «Pazienza servire quelli che realmente son nati meglio di noi Basta, dei morti non si parla . «Si vede com era nato ,50 osservò gravemente il cocchiere maggiore. «Guardate che mani! . «Già, son le mani che hanno fatto la pappa! 51 Vedete cos è nascer fortunati Intanto vi muore nella battista52 come un principe! . «Allora , disse il portinaio, «devo andare a chiudere il portone? .53 «Sicuro, eh! roba di famiglia. Adesso bisogna avvertire la cameriera della signora duchessa . 50 Si vede com era nato: si vedono, cioè, le sue origini plebee. 51 la pappa: la calce impastata da cui Ge- sualdo ha ricavato la propria ricchezza. 52 battista: batista, tessuto di cotone pregiato, fine e leggero. 53 chiudere il portone: in segno di lutto. Dentro il TESTO La solitudine e il fallimento affettivo di Gesualdo I contenuti tematici Come avviene nella novella La roba ( T4, p. 183), anche in Mastro-don Gesualdo la morte rivela il fallimento della vicenda umana del protagonista: accolto malato e stanco nella dimora della figlia Isabella, egli trascorre gli ultimi giorni come un forestiero (r. 9), oggetto delle ipocrite attenzioni del genero e della fredda indifferenza della figlia, che non gli perdona di averla costretta a un matrimonio infelice al solo fine di garantirsi un titolo nobiliare prestigioso. Perfino i servi lo guardano con disprezzo, invidiosi della scalata sociale realizzata da un uomo dalle origini umili come le loro. La catastrofe di un aspirante borghese Proprio alla fine dell esistenza, Gesualdo capisce l inutilità della ricchezza, unica ragione della sua vita operosa. Ora che la solitudine in cui è immerso non è più riscattata dal lavoro e dalla lotta, che lo avevano tenuto impegnato celandogli l ostilità del mondo, capisce che la roba sta per sfuggirgli e sarà presto destinata alla rovina. Le terre abbandonate, lo spreco delle risorse, i lussi della casa gli fanno comprendere di essere uno sconfitto sul piano degli affetti e su quello della roba che, per una sorta di spietata legge del contrappasso, sarà dissipata dal genero scialacquatore. Una vittima dell ambizione sociale La scalata sociale di Gesualdo si è trasformata in un fallimento umano doloroso e in un isolamento che è la conseguenza della rottura del patto di solidarietà con la classe sociale da cui proviene. Anch egli, come Mazzarò, ha costruito, mantenuto e accresciuto il proprio patrimonio grazie alla fatica e al sacrificio. Tuttavia, Gesualdo si concede un infrazione che si rivelerà fatale: il matrimonio. Per quanto tale decisione sia sempre dettata da motivi di convenienza, essa è di fatto la causa di tutti i suoi mali, economici e affettivi. Una morte tragica La sconfitta del personaggio è però celebrata nei suoi ultimi momenti di vita. Invano Gesualdo si era appigliato all idea che la roba potesse sopravvivergli: a sancire la sua resa definitiva è la coscienza che ciò non potrà accadere. Il pensiero rivolto ai figli illegittimi avuti prima del matrimonio, le persone verso cui ha degli obblighi (r. 218), è destinato a cadere nel vuoto. Isabella, a cui chiede di lasciar loro qualcosa del patrimonio che sta per ereditare, non è capace infatti di entrare davvero in contatto con lui, e i suoi occhi, dopo una breve, inespressa commozione, tornano indifferenti e insensibili: la distanza che separa padre e figlia si traduce così nello sdegnoso ritrarsi di Isabella, nella sua indisponibilità alla confidenza e nel riapparire della ruga ostinata dei Trao fra le ciglia (r. 229), di fronte alla quale a Gesualdo non resta che rinunciare a ogni tentativo di comunicazione. 197

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi