Il carattere - Uno schivo seduttore

Il secondo Ottocento in sintesi Nel 1893 Verga fa ritorno in Sicilia, dove si ritira a vita privata. Deluso e amareggiato, si allontana dagli ambienti culturali e intellettuali un tempo tanto apprezzati. Le sue posizioni politiche si fanno intanto più conservatrici: si iscrive al Partito nazionalista e si schiera a anco degli interventisti allo scoppio del primo con itto mondiale. Terminata la guerra, arriva l approvazione della critica, ma Verga resta nel suo silenzio e rimane impassibile anche di fronte alla nomina a senatore del Regno. Nel 1922 muore a Catania. Il ritorno a Catania e il silenzio letterario Nel 1893 Verga torna in Sicilia. Angustiato dal disinteresse della critica e del pubblico per i suoi romanzi, può almeno far fronte alle precarie condizioni economiche grazie alle 143.000 lire (all epoca una cifra favolosa) che ottiene, alla fine di un lungo contenzioso, come diritto d autore per la riduzione musicale di Cavalleria rusticana a opera di Pietro Mascagni. Preoccupato per la gestione dei beni familiari, lo scrittore lavora con poca convinzione alla conclusione del Ciclo dei Vinti, che infatti non porta a termine. Dividendosi tra Catania e i possedimenti terrieri di Vizzini, un borgo agricolo nel Catanese, vive ormai nel silenzio, allontanandosi da quel mondo intellettuale che per anni aveva tenacemente inseguito e frequentato. Mentre la parabola creativa lentamente si esaurisce, le sue posizioni politiche si fanno sempre più conservatrici: già sostenitore di Crispi negli anni Novanta dell Ottocento, nel 1912 aderisce al Partito nazionalista e nel 1914 appoggia l intervento italiano nella Grande guerra. Gli ultimi anni Finalmente, dopo la fine del conflitto mondiale, la sua opera letteraria incontra i primi, tardivi riconoscimenti critici. Lo dimostrano i festeggiamenti per i suoi ottant anni, celebrati nel 1920 a Roma nel corso di una cerimonia presieduta da Luigi Pirandello e promossa dal ministro della Pubblica istruzione, Benedetto Croce, cui però Verga, deciso a non infrangere l isolamento in cui si è chiuso, non partecipa. Anche la nomina a senatore del Regno, sollecitata da Giolitti nel 1920, lo lascia indifferente. Muore due anni dopo, nel gennaio del 1922, a Catania. Gruppo di familiari e amici. Fotografia di Giovanni Verga, Vizzini, 1892. il CARATTERE Uno schivo seduttore 150 N el 1881, in una lettera all amico Luigi Capuana, Verga lo invita anzi quasi lo supplica a scrivere al suo posto una breve autobiografia richiestagli da un giornalista francese: «Tu mi conosci abbastanza per dire quello che può interessare la curiosità banale di questo genere, senza cascare nel ridicolo di farmi posare pel ritratto . Basterebbe questo aneddoto per confermare un consolidato luogo comune sull autore dei Malavoglia: il suo temperamento schivo, ai limiti del patologico. Il successo mondano Il riservato Verga, che passa in scontroso isolamento gli ultimi anni di vita, lontano dai riflettori e dal pubblico, in realtà non è sempre stato così ritroso. Basta seguirne le tracce nel ventennio d oro milanese, dove il suo volto dai lineamenti fini, i capelli neri ricciuti e l ammiccante riservatezza nel dialogo ne fanno una figura affascinante nel mondo dei salotti. La scelta della solitudine Questo gran signore, di frequente oppresso dai debiti, è uno scapo- lo convinto. «Amo la mia libertà, la mia indipendenza assoluta e la mia dignità. Per amor di Dio non cambiate tutto questo in una catena che diverrebbe odiosa a entrambi , scrive a una delle sue amanti. Di fronte a qualsiasi proposta matrimoniale, Verga si ritira nella sua riservata solitudine. Più che la presenza di una moglie, gli stanno a cuore la libertà e la cura delle proprietà. Nonostante ciò, ovunque lo accompagna una fama di irresistibile dongiovanni e i suoi successi galanti negli anni sono numerosi.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi