La vita

Giovanni Verga in sintesi La vita \ Gli anni giovanili e le prime esperienze letterarie Giovanni Verga nasce a Catania nel 1840. Subisce l influsso patriottico del suo maestro: nel 1860 abbandona gli studi giuridici e si unisce alla Guardia nazionale, una milizia concepita per contrastare il brigantaggio e garantire l ordine sociale. Nel 1865 Verga inizia a viaggiare fuori dalla Sicilia. Si stabilisce a Firenze nel 1869: qui entra in contatto con importanti intellettuali e si inserisce nella vita culturale della città. Incontra i pittori macchiaioli e lo scrittore Luigi Capuana. Al 1871 risale Storia di una capinera, suo primo romanzo di successo. Dal 1872 Verga è a Milano. Qui fa la conoscenza dei romanzi naturalisti francesi. Scrive alcuni romanzi sentimentali che lo rendono noto al pubblico. Ma l interesse per la situazione socioeconomica del Sud e il legame con Capuana in uenzano la sua nuova poetica, di impronta verista. L infanzia e la giovinezza Giovanni Verga nasce a Catania nel 1840 da una famiglia che vanta antiche tradizioni nobiliari. Allievo di un poeta di gusto romantico, don Antonino Abate, sacerdote dagli ideali patriottici, ne subisce l influsso, visibile nella scrittura dei primi romanzi, animati da fervore civile e risorgimentale. Dopo la spedizione garibaldina in Sicilia (1860), Verga, abbandonati gli studi di giurisprudenza, presta servizio, dal 1860 al 1864, nella Guardia nazionale, istituita sull isola dopo l Unità d Italia per contrastare la resistenza delle ultime formazioni borboniche e reprimere i tentativi dei contadini di occupare i latifondi mettendo in pericolo l ordine sociale. Il soggiorno fiorentino Liberatosi dagli impegni militari, Verga decide di trasferirsi sul continente, unica possibilità per chi, come lui, ambisce al successo e alla fama. Dal 1865 compie dunque i primi viaggi a Firenze, dove si inserisce brillantemente nella vita mondana e culturale dell allora capitale, risiedendovi a partire dal 1869. La conoscenza di scrittori e intellettuali influenti (tra questi, soprattutto Francesco dall Ongaro e Caterina Percoto) gli apre le porte del bel mondo della città, consentendogli di frequentare i protagonisti dei caffè e dei salotti più rinomati. Importante si rivela l incontro con i pittori macchiaioli, che si ritrovano al Caffè Michelangiolo, e con un altro intellettuale siciliano, Luigi Capuana (h p. 126), allora critico teatrale del quotidiano fiorentino La Nazione . I mesi trascorsi a Firenze sono fondamentali per la formazione di Verga, che nel 1871 pubblica un romanzo di successo (Storia di una capinera). Nel cuore della cultura italiana: il periodo milanese Ansioso di immergersi nel cuore della vita culturale del paese, Verga nel 1872 si trasferisce a Milano, dove risiede per oltre un ventennio. Qui entra in contatto con gli ambienti della Scapigliatura, legge i grandi romanzieri del Naturalismo francese e nel frattempo conduce un esistenza brillante, tra amicizie galanti e incontri intellettuali. Dopo la notorietà ottenuta grazie ai suoi romanzi sentimentali Eva (1873), Eros e Tigre reale (1875), Verga matura la conversione a una nuova poetica letteraria: l adesione al Verismo si deve soprattutto alla conoscenza dei romanzi di mile Zola (h p. 121), all interesse per le condizioni socioeconomiche del Sud (nell ambito della cosiddetta questione meridionale ) e al legame con Capuana, che lo raggiunge a Milano. \ La svolta verista e il ritorno in Sicilia Il periodo verista è quello in cui Verga scrive i suoi capolavori: Rosso Malpelo, le novelle di Vita dei campi, I Malavoglia, Novelle rusticane, Mastro-don Gesualdo. Queste opere però non riscuotono il successo sperato. Tuttavia, nonostante l indifferenza del pubblico, Verga resta fedele alla poetica verista. Il decennio verista In questo periodo nascono i suoi grandi capolavori. Dopo il primo racconto verista, Rosso Malpelo (1878), escono per l editore Treves di Milano la raccolta di novelle Vita dei campi (1880) e il romanzo I Malavoglia (1881), primo capitolo di un Ciclo dei Vinti progettato in cinque volumi. L accoglienza del pubblico è però fredda: «I Malavoglia , scrive l autore a Capuana nell aprile del 1881, «hanno fatto fiasco, fiasco pieno e completo . Ma l insuccesso non lo porta comunque a ripensare la scelta letteraria compiuta: «Il peggio è che io non sono convinto del fiasco e che se dovessi tornare a scrivere quel libro lo farei come l ho fatto . In effetti, anche negli anni successivi, Verga non abbandonerà la poetica verista, portando a termine nel 1883 la raccolta delle Novelle rusticane e, nel 1889, il romanzo Mastro-don Gesualdo; nel frattempo scrive per il teatro, e riscuote grandi consensi il dramma Cavalleria rusticana (1884), ispirato all omonima novella, interpretato dalla regina delle scene italiane, Eleonora Duse. 149

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi