T2 - Congedo del viaggiatore cerimonioso (Congedo del

Dal secondo Novecento agli anni Duemila ¥ T2 ¥ Congedo del viaggiatore cerimonioso Giorgio Caproni, Congedo del viaggiatore cerimonioso & altre prosopopee Il componimento, pubblicato per la prima volta in rivista nel 1960 e poi inserito nella raccolta Congedo del viaggiatore cerimonioso & altre prosopopee (1965), sembra quasi il monologo teatrale questo il significato che l autore attribuisce al termine prosopopea di un attore prima dell uscita di scena. Il poeta si accomiata dalla vita e dagli amici che hanno viaggiato con lui, tracciando indirettamente un bilancio della propria esistenza. La fine del viaggio METRO 9 strofe di diversa lunghezza, più un verso isolato in chiusura. 5 10 Amici, credo che sia meglio per me cominciare a tirar giù la valigia. Anche se non so bene l ora d arrivo, e neppure conosca quali stazioni precedano la mia, sicuri segni mi dicono, da quanto m è giunto all orecchio di questi luoghi, ch io vi dovrò presto lasciare. 30 35 40 15 20 25 Vogliatemi perdonare quel po di disturbo che reco. Con voi sono stato lieto dalla partenza, e molto vi sono grato, credetemi, per l ottima compagnia. Ancora vorrei conversare a lungo con voi. Ma sia. Il luogo del trasferimento lo ignoro. Sento però che vi dovrò ricordare spesso, nella nuova sede, mentre il mio occhio già vede dal finestrino, oltre il fumo umido del nebbione che ci avvolge, rosso il disco della mia stazione. 1 Amici: sono i compagni di viaggio a cui si rivolge il poeta. 3 tirar giù: dal portabagagli (immaginiamo uno scompartimento ferroviario). 19 Ma sia: sia come deve essere. 28 della mia stazione: quella di destinazione. 31 costernazione: grande dispiacere. 1250 45 50 55 Chiedo congedo a voi senza potervi nascondere, lieve, una costernazione. Era così bello parlare insieme, seduti di fronte: così bello confondere i volti (fumare, scambiandoci le sigarette), e tutto quel raccontare di noi (quell inventare facile, nel dire agli altri), fino a poter confessare quanto, anche messi alle strette, mai avremmo osato un istante (per sbaglio) confidare. (Scusate. una valigia pesante anche se non contiene gran che: tanto ch io mi domando perché l ho recata, e quale aiuto mi potrà dare poi, quando l avrò con me. Ma pur la debbo portare, non fosse che per seguire l uso. Lasciatemi, vi prego, passare. Ecco. Ora ch essa è nel corridoio, mi sento più sciolto. Vogliate scusare). 40-43 fino a poter confidare: il poeta nota come talvolta tendiamo a confidare agli estranei cose che nascondiamo a chi ci conosce bene. 47 recata: portata. 51 per seguire l uso: per conformarmi alla consuetudine. 55 sciolto: libero.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi