Il tesoro della letteratura - volume 3

Dal secondo Novecento agli anni Duemila in sintesi Negli anni Sessanta trova espressione la Neoavanguardia nella poesia del Gruppo 63. Questi autori si oppongono alla nuova società capitalistica e alla cultura di massa. Rifiutano dunque i modelli imposti, stravolgono la comunicazione tradizionale e introducono originali innovazioni linguistiche. Il principale mezzo di diffusione di questa nuova linea di pensiero è Il Verri , rivista fondata da Luciano Anceschi nel 1956. Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini, Antonio Porta: questi e altri autori sono accomunati dalla scelta di una poesia che contamina più stili e più registri linguistici. I poeti della cosiddetta generazione del 68 intendono ampliare il loro pubblico. I lettori, però, si dimostrano disinteressati alla produzione poetica. Alla fine, autori e lettori coincidono: i poeti si ritrovano a scrivere per pochi, per lo più critici e colleghi. Negli anni Ottanta, la poesia diventa quasi una scrittura privata, a tal punto che le manifestazioni poetiche sembrano essere sempre meno frequenti. La poesia, tuttavia, non scompare: lontano dalla grande editoria, continuano sperimentazioni e ricerche creative di poeti in ombra ma attivi. 1244 Gli anni Sessanta Negli anni Sessanta compare sulla scena letteraria il Gruppo 63 (che prende il nome da un convegno svoltosi a Palermo nell ottobre del 1963), espressione tra le più significative della Neoavanguardia e riflesso del generale impulso alla modernizzazione che investe la cultura italiana del tempo. Gli esponenti della corrente neoavanguardista si pongono in netta contrapposizione con gli scrittori allora in auge (e in particolare con autori come Bassani, Cassola, Tomasi di Lampedusa, ma anche Moravia e Pasolini), accusati di tradizionalismo provinciale, di concessioni all intrattenimento e di disimpegno intellettuale. Essi si propongono invece di recuperare l audacia sperimentale delle avanguardie storiche innanzitutto del Futurismo propugnando una rinuncia alla comunicazione e uno sconvolgimento dell ordine linguistico, al fine di sottrarsi alla letteratura di consumo promossa dall industria culturale e, allo stesso tempo, di smascherare la falsità dei modelli di comunicazione imposti dallo sviluppo neocapitalistico. Il principale luogo di incubazione di queste idee è la rivista Il Verri , fondata nel 1956 da Luciano Anceschi, e la prima manifestazione significativa è la pubblicazione, a cura di Alfredo Giuliani (1924-2007), dell antologia I novissimi. Poesie per gli anni 60 (1961), che raccoglie testi dello stesso Giuliani, di Elio Pagliarani (1927-2012), Edoardo Sanguineti (1930-2010), Nanni Balestrini (n. 1935) e Antonio Porta (1935-1989). Tutti questi autori seguono le teorie del pluristilismo e del plurilinguismo. Pur avendo dichiarato la propria estraneità allo sperimentalismo neoavanguardistico, giunge a risultati analoghi a quelli del Gruppo 63 anche Andrea Zanzotto (1921-2011), in particolare per quanto riguarda l oscurità dei suoi testi, la forte autoreferenzialità, e soprattutto per il distacco tra parola ed esistenza, che dà luogo a una poesia i cui contenuti sembrano slegati dall esperienza personale dell autore. Di difficile lettura, ma anche densa di immagini folgoranti e di una sorprendente forza ritmica, è la poesia di Amelia Rosselli (1930-1996), le cui raccolte Variazioni belliche (1964), Serie ospedaliera (1969), Impromptu (1981) le conferiscono un ruolo di spicco nella ricerca letteraria del secondo Novecento. Appartato rispetto alla dominante tendenza neoavanguardistica è invece il ligure Giovanni Giudici (1924-2011), che si riallaccia piuttosto al Crepuscolarismo e alla linea ligure di Montale. Nella sua raccolta La vita in versi (1965), le tematiche personali e sociali sono espresse in toni medi e spesso prosastici. Gli anni Settanta Negli anni Settanta raggiungono visibilità i poeti che Giovanni Raboni (1932-2004) ha catalogato come la generazione del 68 , fra i quali possiamo ricordare Dario Bellezza (1944-1996), Maurizio Cucchi (n. 1945), Vivian Lamarque (n. 1946) e Milo De Angelis (n. 1951). Mentre la Neoavanguardia era rimasta sostanzialmente confinata agli ambienti accademici e specialistici, a questi autori va riconosciuto il merito di aver tentato di recuperare un rapporto con un più ampio pubblico, anche grazie alla loro capacità di attirare sul fenomeno poetico l ormai decrescente attenzione dei media; il 1975, tra l altro, è l anno del Nobel a Montale, e sembra che la poesia possa vivere una nuova età dell oro. In realtà il pubblico appare poco interessato a ciò che questi poeti offrono, e di conseguenza i lettori di poesia finiscono per coincidere, sempre più spesso, con gli autori stessi, che scrivono per un ristretto pubblico costituito dai colleghi e dai critici. Dagli anni Ottanta agli anni Novanta Questa tendenza si aggrava ancora negli anni Ottanta, quando la poesia finisce per essere relegata nell ambito ristretto di una dimensione quasi privata. Nel 1996 Stefano Giovanardi, autore con Maurizio Cucchi di una fortunata antologia della poesia del secondo Novecento, testimonia l «invisibilità della poesia: «Da una decina d anni a questa parte le manifestazioni di poesia si sono

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi