Il tesoro della letteratura - volume 3

Dal secondo Novecento agli anni Duemila 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 la parte della sua mente che veleggiava distratta un altra parte di lui invece sapeva e capiva tutto in precedenza formulò questo pensiero: le ciliege parlano. Era verso il più vicino ciliegio, anzi una fila d alti ciliegi d un bel verde frondoso, che Cosimo si dirigeva, e carichi di ciliege nere, ma mio fratello ancora non aveva l occhio a distinguere subito tra i rami quello che c era e quello che non c era. Stette lì: prima ci si sentiva del rumore ed ora no. Lui era sui rami più bassi, e tutte le ciliege che c erano sopra di lui se le sentiva addosso, non avrebbe saputo spiegare come, parevano convergere su di lui, pareva insomma un albero con occhi invece che ciliege. Cosimo alzò il viso e una ciliegia troppo matura gli cascò sulla fronte con un ciacc! Socchiuse le palpebre per guardare in su controcielo (dove il sole cresceva) e vide che su quello e sugli alberi vicini c era pieno di ragazzi appollaiati. Al vedersi visti non stettero più zitti, e con voci acute benché smorzate dicevano qualcosa come: Guardalo lì quanto l è bello! e spartendo davanti a sé le foglie ognuno dal ramo in cui stava scese a quello più basso, verso il ragazzo col tricorno in capo.9 Loro erano a capo nudo o con sfrangiati cappelli di paglia, e alcuni incappucciati in sacchi; vestivano lacere camicie e brache; ai piedi chi non era scalzo aveva fasce di pezza, e qualcuno legati al collo portava gli zoccoli, tolti per arrampicarsi; erano la gran banda dei ladruncoli di frutta, da cui Cosimo ed io c eravamo sempre in questo obbedienti alle ingiunzioni familiari tenuti ben lontani. Quel mattino invece mio fratello sembrava non cercasse altro, pur non essendo nemmeno a lui ben chiaro che cosa se ne ripromettesse. Stette fermo ad aspettarli mentre calavano indicandoselo e lanciandogli, in quel loro agro sottovoce, motti come: Cos è ch è qui che cerca questo qui? e sputandogli anche qualche nocciolo di ciliegia o tirandogliene qualcuna di quelle bacate o beccate da un merlo, dopo averle fatte vorticare in aria sul picciòlo con mossa da frombolieri. Uuuh! fecero tutt a un tratto. Avevano visto lo spadino che gli pendeva dietro. Lo vedete cosa ci ha? E giù risate. Il battichiappe! Poi fecero silenzio e soffocavano le risa perché stava per succedere una cosa da diventare matti dal divertimento: due di questi piccoli manigoldi,10 zitti zitti, si erano portati su di un ramo proprio sopra a Cosimo e gli calavano la bocca d un sacco sulla testa (uno di quei lerci sacchi che a loro servivano certo per metterci il bottino, e quando erano vuoti si acconciavano in testa come cappucci che scendevano sulle spalle). Tra poco mio fratello si sarebbe trovato insaccato senza neanche capir come e lo potevano legare come un salame e caricarlo di pestoni. Cosimo fiutò il pericolo, o forse non fiutò niente: si sentì deriso per lo spadino e volle sfoderarlo per punto d onore. Lo brandì alto, la lama sfiorò il sacco, lui lo vide, e con un accartocciata lo strappò di mano ai due ladroncelli e lo fece volar via. Era una buona mossa. Gli altri fecero degli «Oh! insieme di disappunto e meraviglia, e ai due compari che s erano lasciati portar via il sacco lanciarono insulti dialettali come: Cuiasse! Belinùi!11 Non ebbe tempo di rallegrarsi del successo, Cosimo. Una furia opposta si scatenò da terra; latravano, tiravano dei sassi, gridavano: Stavolta non ci scappate, bastardelli ladri! e s alzavano punte di forcone. Tra i ladruncoli sui rami ci fu un rannicchiarsi, un tirar su di gambe e gomiti. Era stato quel chiasso attorno a Cosimo a dar l allarme agli agricoltori che stavano all erta. 9 verso il ragazzo in capo: è Cosimo, che porta in testa il tricorno, un tipo di 1172 copricapo a tre punte molto popolare nel Settecento. 10 manigoldi: furfanti. 11 Cuiasse! Belinùi!: Coglioni! Fessi!

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi