Il tesoro della letteratura - volume 3

Dal secondo Novecento agli anni Duemila 20 25 30 35 40 45 50 55 60 guimento. Ma non temete, il cavallo è passato di qua e si è diretto per il sentiero di destra. Non potrà andar molto lontano perché, arrivato al deposito dello strame,10 dovrà fermarsi. troppo intelligente per buttarsi lungo il terreno scosceso . «Quando lo avete visto? , domandò il cellario. «Non l abbiamo visto affatto, non è vero Adso? , disse Guglielmo volgendosi verso di me con aria divertita. «Ma se cercate Brunello, l animale non può che essere là dove io ho detto . Il cellario esitò. Guardò Guglielmo, poi il sentiero, e infine domandò: «Brunello? Come sapete? . «Suvvia , disse Guglielmo, «è evidente che state cercando Brunello, il cavallo preferito dall Abate, il miglior galoppatore della vostra scuderia, nero di pelo, alto cinque piedi, dalla coda sontuosa, dallo zoccolo piccolo e rotondo ma dal galoppo assai regolare; capo minuto, orecchie sottili ma occhi grandi. andato a destra, vi dico, e affrettatevi, in ogni caso . Il cellario ebbe un momento di esitazione, poi fece un segno ai suoi e si gettò giù per il sentiero di destra, mentre i nostri muli riprendevano a salire. Mentre stavo per interrogare Guglielmo, perché ero morso dalla curiosità, egli mi fece cenno di attendere: e infatti pochi minuti dopo udimmo grida di giubilo, e alla svolta del sentiero riapparvero monaci e famigli riportando il cavallo per il morso. Ci passarono di fianco continuando a guardarci alquanto sbalorditi e ci precedettero verso l abbazia. Credo anche che Guglielmo rallentasse il passo alla sua cavalcatura per permettere loro di raccontare quanto era accaduto. Infatti avevo avuto modo di accorgermi che il mio maestro, in tutto e per tutto uomo di altissima virtù, indulgeva al vizio della vanità quando si trattava di dar prova del suo acume e, avendone già apprezzato le doti di sottile diplomatico, capii che voleva arrivare alla meta preceduto da una solida fama di uomo sapiente. «E ora ditemi , alla fine non seppi trattenermi, «come avete fatto a sapere? . «Mio buon Adso, disse il maestro. « tutto il viaggio che ti insegno a riconoscere le tracce con cui il mondo ci parla come un grande libro. Alano delle Isole11 diceva che omnis mundi creatura quasi liber et pictura nobis est in speculum12 e pensava alla inesausta riserva di simboli con cui Dio, attraverso le sue creature, ci parla della vita eterna. Ma l universo è ancor più loquace di come pensava Alano e non solo parla delle cose ultime13 (nel qual caso lo fa sempre in modo oscuro) ma anche di quelle prossime, e in questo è chiarissimo. Quasi mi vergogno a ripeterti quel che dovresti sapere. Al trivio, sulla neve ancora fresca, si disegnavano con molta chiarezza le impronte degli zoccoli di un cavallo, che puntavano verso il sentiero alla nostra sinistra. A bella e uguale distanza l uno dall altro, quei segni dicevano che lo zoccolo era piccolo e rotondo, e il galoppo di grande regolarità così che ne dedussi la natura del cavallo, e il fatto che esso non correva disordinatamente come fa un animale imbizzarrito. Là dove i pini formavano come una tettoia naturale, alcuni rami erano stati spezzati di fresco 10 strame: paglia, fieno ed erbaggi utilizza- ti come alimento o lettiera per il bestiame. 11 Alano delle Isole: il teologo e filosofo francese Alano di Lilla (1125 ca - 1203). 1142 12 omnis speculum: formula latina che significa ogni creatura del mondo, quasi fosse un libro o un dipinto, ci appare come in uno specchio . 13 cose ultime: i cosiddetti novissimi , i momenti che attendono ogni essere umano alla fine della vita terrena (morte, giudizio, Inferno, Paradiso).

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi