T6 - Il vizio dell’omertà (Il giorno della civetta)

Dal secondo Novecento agli anni Duemila in sintesi Al decennio successivo risale invece un famoso articolo, apparso sul Corriere della Sera del 10 gennaio 1987 con il titolo I professionisti dell antimafia, in cui Sciascia denuncia un uso spregiudicato, da parte di politici e magistrati, dei meriti acquisiti nel contrasto alla criminalità organizzata. L intervento genera un acceso dibattito, nel quale lo scrittore, da anni ritenuto una voce autorevole della lotta contro la mafia, viene accusato di gettare discredito su coloro che si trovano impegnati in prima linea in una battaglia difficile e rischiosa. In realtà, mostrando senso critico e lungimiranza, egli intendeva soprattutto mettere in guardia dai pericoli di una lotta alla mafia che, facendosi retorica e autocelebrativa, rischia di perdere di vista la necessità di operare sempre con strategie concrete e nell ambito dello Stato di diritto. Le versioni cinematografiche La popolarità di Sciascia ha avuto grande risonanza anche grazie alle riduzioni cinematografiche dei suoi libri: fra gli altri, da A ciascuno il suo e Il giorno della civetta sono stati tratti gli omonimi film diretti rispettivamente da Elio Petri (1967) e Damiano Damiani (1968); da Il contesto è derivato Cadaveri eccellenti (1976) di Francesco Rosi, mentre è stato ancora Petri a dirigere, nel 1976, la versione di Todo modo per il grande schermo. Alcuni libri di Sciascia hanno avuto riduzioni cinematografiche: Petri ha diretto A ciascuno il suo, Il giorno della civetta, Todo modo; Rosi ha tratto da Il contesto il film Cadaveri eccellenti. ¥ T6 ¥ Il vizio dell omert Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta Una mattina come tante, nella piazza di un paesino siciliano, due colpi di fucile uccidono un uomo. Riportiamo le pagine iniziali del romanzo, in cui il meccanismo narrativo prende rapidamente avvio e si delinea il quadro sociale in cui si svolgeranno i fatti. Un omicidio di mafia 5 10 15 L autobus stava per partire, rombava sordo con improvvisi raschi e singulti. La piazza era silenziosa nel grigio dell alba, sfilacce1 di nebbia ai campanili della Matrice;2 solo il rombo dell autobus e la voce del venditore di panelle, panelle calde panelle,3 implorante ed ironica. Il bigliettaio chiuse lo sportello, l autobus si mosse con un rumore di sfasciume.4 L ultima occhiata che il bigliettaio girò sulla piazza, colse l uomo vestito di scuro che veniva correndo; il bigliettaio disse all autista «un momento e aprì lo sportello mentre l autobus ancora si muoveva. Si sentirono due colpi squarciati: l uomo vestito di scuro, che stava per saltare sul predellino, restò per un attimo sospeso, come tirato su per i capelli da una mano invisibile; gli cadde la cartella di mano e sulla cartella lentamente si afflosciò. Il bigliettaio bestemmiò: la faccia gli era diventata colore di zolfo, tremava. Il venditore di panelle, che era a tre metri dall uomo caduto, muovendosi come un granchio cominciò ad allontanarsi verso la porta della chiesa. Nell autobus nessuno si mosse, l autista era come impietrito, la destra sulla leva del freno e la sinistra sul volante. Il bigliettaio guardò tutte quelle facce che sembravano facce di ciechi, senza sguardo; disse «l hanno ammazzato si levò il berretto e freneticamente cominciò a passarsi la mano tra i capelli; bestemmiò ancora. 1 sfilacce: vapori sparsi, tracce. 2 Matrice: la chiesa che si affaccia sulla piazza da cui l autobus deve partire. 1136 3 panelle calde panelle: il narratore riporta in un inciso il grido del panellaro che cerca di attirare l attenzione sulla sua merce (le panelle sono frittelle di farina di ceci). 4 sfasciume: qualcosa che si sfascia; qui l autobus stesso, evidentemente malridotto.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi