Luigi Meneghello

La narrativa italiana del secondo Novecento in sintesi Luigi Meneghello La vita Luigi Meneghello nasce a Malo (Vicenza) nel 1922 in una famiglia borghese, primo di tre fratelli. Si laurea in Lettere all Università di Padova. Chiamato alle armi nel 1943, dopo l 8 settembre si unisce a una brigata partigiana di azionisti. Nel 1947 si trasferisce in Inghilterra, dove resterà a insegnare presso l Università di Reading dedicandosi nel contempo alla scrittura. Muore a Thiene (Vicenza) nel 2007. Lontano da casa Luigi Meneghello nasce a Malo (Vicenza) nel 1922, da una famiglia borghese. Ottenuta la maturità classica, si iscrive alla facoltà di Lettere dell Università di Padova, dove si laurea nel 1945. Nel 1943, richiamato alle armi, frequenta il corso allievi ufficiali alpini a Merano, ed è poi inviato a Tarquinia per partecipare alla difesa della costa tirrenica dagli sbarchi alleati. Dopo l armistizio dell 8 settembre riesce a risalire in Veneto, e all inizio del 1944, con un gruppo di amici, contribuisce a formare nel Bellunese un reparto partigiano che si richiama al Partito d Azione. Sono questi «i piccoli maestri del suo omonimo libro del 1964, in cui sono descritte le azioni e i rastrellamenti subiti dal gruppo da parte dei fascisti e dei tedeschi. Fra il 1946 e il 1947 Meneghello matura la decisione del «dispatrio , per usare il titolo di una delle sue opere: vinto un concorso del British Council per una borsa di studio all Università di Reading (in Inghilterra), vi si trasferisce nel settembre 1947. Frattanto, nel 1946, aveva incontrato Katia Bleier, un ebrea iugoslava sopravvissuta ad Auschwitz, che sposa a Milano nel 1948. La borsa di studio a Reading si tramuta in seguito in un incarico permanente di insegnamento, che porta nel 1961 alla creazione nell università di un Dipartimento di Italianistica, diretto dallo stesso Meneghello. Muore a Thiene (Vicenza) nel 2007. Le opere Nel corso della sua carriera universitaria a Reading, Meneghello si dedica a una costante attività di scrittura, pubblicando molti romanzi, saggi e riflessioni in cui illustra, a sé stesso e al lettore, il proprio modo di lavorare. Libera nos a malo esce nel 1963. Protagonista è Malo, il paese natale dell autore, con le sue storie di vita. Il racconto è una rievocazione di un tempo passato declinata con affetto, nostalgia ma anche con la divertita ironia di chi è ormai adulto e lontano. L interesse di Meneghello per le lingue e i dialetti, e in particolare per il dialetto dei suoi padri, ossia quello altovicentino, fa sì che nel romanzo si mischino efficacemente un italiano colto e raffinato ed espressioni dialettali Libera nos a malo L opera che inaugura la carriera letteraria di Meneghello è Libera nos a malo (1963), una straordinaria rappresentazione della vita e della civiltà di Malo, un luogo che, dalla pubblicazione del libro, è entrato a pieno titolo nella geografia letteraria italiana. Il libro può essere descritto, con le stesse parole di Meneghello, come un «poema in frammenti di prosa, confessione autobiografica, umorosa e fervida rivendicazione di una supremazia dialettale, incantata epopea dell infanzia e scavo archeologico di un paese perduto . Si tratta di un affettuosa e nostalgica rievocazione di un tempo perduto , ripercorso con distacco ironico dallo scrittore ormai adulto; ma attraverso il microcosmo di Malo viene anche raffigurato il passaggio della società italiana dalla civiltà contadina alla modernità industriale. L aspetto linguistico Il libro fonde efficacemente un italiano raffinato con differenti varietà di dialetto. Malo spiega l autore è un paese dialettofono, dove si parla una lingua che non si scrive, cioè il dialetto alto-vicentino (designazione che esisteva solo topograficamente e che Meneghello ha introdotto nella dialettologia italiana), e si scrive una lingua che non si parla, cioè l italiano (letterario o scolastico). Una parola come «uccellino , per esempio, compare in dodici forme diverse, delle quali undici, puntigliosamente elencate, sono «illegali (ucelino, ucielino, ucilino e così via) mentre soltanto una (uccellino) è «legittima . Queste, però, sono tutte varianti della lingua scritta, e indicano un animaletto «privo di ogni vitalità , a differenza di quello che è designato dall unica parola parlata, e quindi «vera , che appartiene al dialetto: oseleto. 1129

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi