Il tesoro della letteratura - volume 3

Raccontare 65 la Shoah prave ci domanda cortesemente ad uno ad uno, in tedesco e in lingua franca,10 se abbiamo danaro od orologi da cedergli: tanto dopo non ci servono più.11 Non è un comando, non è regolamento questo: si vede bene che è una piccola iniziativa privata del nostro caronte. La cosa suscita in noi collera e riso e uno strano sollievo. 10 lingua franca: sempre Levi spiega che «era un rudimentale gergo misto di italiano, francese, greco, arabo ecc., che fin verso il 1700 veniva usato da marinai e mercanti nei porti del Mediterraneo. Qui è da intendersi come un confuso miscuglio di tedesco e d italiano . Un inferno di violenza e di morti L universo concentrazionario viene descritto come una sorta di inferno dantesco, caratterizzato sin dall inizio da comportamenti animaleschi (barbarici latrati, r. 2; rabbia vecchia di secoli, r. 3) e, più avanti, dalla sensazione, da parte del narratore, di un inesorabile discesa (Troppo tardi, troppo tardi, andiamo tutti «giù , r. 59). Guai a voi, anime prave (rr. 63-64) la citazione ripresa dal canto terzo dell Inferno (v. 84) recante le parole di Caronte, il quale apostrofa aspramente le anime che si affollano sulla riva dell Acheronte è il primo di una serie di riferimenti danteschi che costelleranno tutto il romanzo. In tale contesto i comportamenti più aggressivi, violenti e aberranti rappresentano la normalità quotidiana (e allora con un solo colpo in pieno viso lo stesero a terra; era il loro ufficio di ogni giorno, rr. 21-22). Non Un fumetto sulla tragedia La graphic novel Maus dello statunitense Art Spiegelman esce a puntate tra il 1980 ed il 1991 sulla rivista Raw : il grande successo di pubblico e critica fa sì che il fumetto venga ripubblicato in volume, tradotto in una ventina di lingue e insignito di uno Special Award del premio Pulitzer, il massimo riconoscimento giornalistico mondiale. Per la prima volta il fumetto è usato per narrare una vicenda tragica: Maus parla infatti della Shoah e della terribile esperienza, insieme personale e universale, di Vladek Spiegelman, il padre dell autore, sopravvissuto ai campi di concentramento, ma anche del difficile rapporto tra il figlio fumettista e la figura paterna, dipinta senza addolcirne la personalità dura, gretta, talvolta razzista. Con un originale scelta figurativa, tutti i personaggi sono raffigurati come animali antropomorfi: gli ebrei hanno il volto di topi (Maus, in tedesco), i nazisti di gatti, i polacchi di maiali, gli americani di cani; l assenza di fisionomie umane precise, se allontana la possibilità, per il lettore, di identificarsi con i personaggi, permette anche di raffigurare con efficacia la spiazzante disumanizzazione della vita nei campi di concentramento. 1092 11 tanto dopo non ci servono più: la fra- se non è pronunciata dal soldato; si tratta piuttosto di un amara considerazione di Levi. c è alcuna Provvidenza divina che regoli i destini degli uomini, ma è soltanto il cieco caso a decidere della vita e della morte (Entravano in campo quelli che il caso faceva scendere da un lato del convoglio; andavano in gas gli altri, rr. 34-35). I valori della ragione e dell umanità vengono negati, come nota indirettamente lo scrittore quando parla, per antifrasi, della palese [ ] necessità storica di mettere a morte i bambini degli ebrei (rr. 36-37) o del degenere macchinista tedesco (r. 40) che mosso a pietà, con un gesto che infrange le regole a cui normalmente si attengono i nazisti convinti procura un po di acqua tiepida per fare il bagno alla piccola Emilia. La bambina è una delle prime vittime, come evidenzia il fatto che il suo ritratto sia lugubremente incastonato tra il verbo morì (r. 36) e il sostantivo morte (r. 37).

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi