Il teatro

Il secondo Novecento e gli anni Duemila in sintesi Poeti come Vittorio Sereni, Luciano Erba e Giovanni Raboni sono accomunati dall origine lombarda, dall interesse per paesaggi lacustri, campagne nebbiose, periferie cittadine, dal senso della concretezza e dall impegno etico. Andrea Zanzotto e Amelia Rosselli approfondiscono la lezione ermetica attraverso lo sperimentalismo formale e l indagine sul linguaggio. La linea lombarda In altri casi, la geografia può aiutare a rintracciare alcuni elementi comuni a più autori. La critica ha individuato nella produzione poetica del secondo Novecento la presenza di una linea lombarda , contrassegnata non solo dalla comune origine e dalla predilezione per i paesaggi lacustri, per le campagne nebbiose o per le periferie cittadine, ma anche da uno spiccato senso della concretezza e da un vibrante impegno etico di impronta illuministica. Collegabili a tale tendenza sono, tra gli altri, Vittorio Sereni (1913-1983), che pure parte da un esperienza ermetica, Luciano Erba (1922-2010) e Giovanni Raboni (1932-2004). Sulla scia della tradizione ermetica Diversa è invece la visione e la pratica della poesia in Andrea Zanzotto (1921-2011) e in Amelia Rosselli (1930-1996), che non rinunciano alla lezione ermetica, approfondendola ulteriormente attraverso il costante sperimentalismo formale e l indagine sul linguaggio, considerato strumento essenziale per il raggiungimento della verità in una civiltà dominata dalla logica del profitto e dei consumi, oltre che da un sistematico svilimento e da una preoccupante banalizzazione della lingua. Roberto Roversi, Francesco Leonetti e Pier Paolo Pasolini elaborano uno sperimentalismo dalle forti venature civili. Per rendere comprensibile l analisi dei grandi problemi emersi in una società in rapido mutamento, essi adottano uno stile quasi prosastico. Pasolini propone il dialetto come forma di comunicazione autentica e promuove la missione civile della poesia. La poesia civile di Officina Distante dall Ermetismo, ma anche da ogni ottimismo di ascendenza neorealista, è la concezione della poesia elaborata dal gruppo di autori che si raccoglie intorno alla rivista Officina . Roberto Roversi (1923-2012), Francesco Leonetti (1924-2017) e Pier Paolo Pasolini sono sostenitori di uno sperimentalismo dalle forti venature civili, capace di interrogarsi sui grandi problemi emersi dal confronto con una società in rapido mutamento. Nel realizzare tale obiettivo, la comunicazione poetica deve risultare comprensibile (da ciò l adozione di uno stile quasi prosastico), rifiutando l oscurità e l elitaria difficoltà dei versi ermetici. Pasolini, in particolare, nel riscoprire la valenza demistificante del dialetto, considerato forma di comunicazione autentica e perciò alternativa alla standardizzazione del linguaggio operata dai mass media, riattualizza la missione civile della poesia, incaricando l artista di intervenire nella realtà per denunciarne la corruzione. Dagli anni Sessanta, i poeti della Neoavanguardia (come Edoardo Sanguineti) rifiutano l ideologia neocapitalista e i suoi mezzi espressivi. Il loro linguaggio provocatorio, contaminato e complesso punta a superare una visione conformista della realtà. La Neoavanguardia Il rifiuto dell ideologia neocapitalista e dei mezzi espressivi omologati con cui essa si esprime è alla base della Neoavanguardia, che a partire dagli anni Sessanta vede impegnati una serie di poeti nel tentativo di contestare la visione conformista della realtà. Si tratta di trascrivere la disintegrazione dell individuo, registrando con apparente impassibilità la sua metamorfosi. Nel mettere in atto tale scopo, poeti come Edoardo Sanguineti (1930-2010), Elio Pagliarani (1927-2012), Alfredo Giuliani (1924-2007) e Antonio Porta (pseudonimo di Leo Paolazzi, 1935-1989) si servono di un linguaggio provocatorio, contaminato e complesso come il mondo e l esperienza che intendono riprodurre. Il teatro Il teatro italiano sviluppa con originalità la tradizione nazionale: le esperienze più importanti riguardano Eduardo De Filippo con il teatro dialettale, Pasolini con il teatro di parola, Dario Fo con la commedia dell arte mescolata all impegno sociale e politico. 1028 Nel solco della tradizione Il teatro italiano non può ignorare la grande lezione proveniente da autori stranieri come Samuel Beckett e soprattutto Bertolt Brecht, ma persegue anche sviluppi originali, più in linea con la tradizione nazionale. Ritorna in auge il teatro dialettale con le opere di Eduardo De Filippo (1900-1984); il teatro di parola viene riproposto da Pier Paolo Pasolini, in polemica con il rinnovamento sostenuto dalle avanguardie; la tematica religiosa riacquista centralità con i lavori di Giovanni Testori (1923-1993); la ripresa della commedia dell arte, infine, è l elemento centrale della poetica di Dario Fo (1926-2016), maestro di un teatro di narrazione in cui si coniugano componenti giullaresche e istanze impegnate di denuncia sociale e politica. Alla lezione di Fo si ispira infine Marco Paolini (n. 1956), interprete di un teatro nel quale si fondono capacità di racconto e passione civile.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi