Il tesoro della letteratura - volume 3

Il secondo Novecento e gli anni Duemila in sintesi A metà anni Cinquanta, gli autori passano a esplorare l animo umano, ritraendo le ossessioni e le inquietudini della borghesia. Negli anni Sessanta, alcuni scrittori si occupano della realtà industriale mostrando la condizione alienante degli operai. Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa anticipa il ritorno del romanzo storico. La riflessione sulla Storia e una narrazione di carattere ottocentesco indicano la disillusione nei confronti del progresso della condizione umana. Il nuovo successo del romanzo storico si deve alla capacità di intrattenere e coinvolgere il pubblico mescolando realtà e fantasia: non a caso, l evocazione citazionistica del passato combinando diversi stili e registri è tipica della cultura postmoderna. La fiaba e il racconto fantastico segnano parte della produzione di alcuni scrittori (come Calvino) e tutta l opera di altri (Dino Buzzati). Ennio Flaiano e Cesare Zavattini ritraggono l uomo e la società nelle loro miserie e ipocrisie attraverso un ironia acre e surreale. 1026 Il romanzo borghese Esauritasi la spinta innovativa del Neorealismo, a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta gli scrittori sembrano abbandonare l impegno politico e civile in favore di una ricerca tesa a indagare l esistenza sul piano privato e a esplorare i recessi dell animo umano. L oggetto dell attenzione si sposta dalle classi popolari alla borghesia, ritratta nelle sue tare psicologiche, nelle sue segrete ossessioni e nelle sue inquietudini. Le opere di Vitaliano Brancati (1907-1954), Elsa Morante (1912-1985), Giorgio Bassani (1916-2000), Giuseppe Berto (1914-1978) e Goffredo Parise (19291986) rifuggono da ogni concezione eroica dell esistenza, mostrando, senza alcuna tentazione ottimistica, il malessere e l incapacità dell individuo di vivere il proprio tempo. Letteratura e industria Uno specifico campo d indagine perlustrato da alcuni narratori italiani, soprattutto negli anni Sessanta cioè in pieno boom economico, in un periodo che sconvolge la psicologia e le abitudini dei lavoratori , è quello relativo alla realtà industriale. Misurandosi con la dimensione della fabbrica e con i meccanismi produttivi del lavoro industriale, scrittori come Paolo Volponi (1924-1994), Ottiero Ottieri (19242002), Lucio Mastronardi (1930-1979) e più tardi Nanni Balestrini (n. 1935) affrontano il tema senza limitarsi a descrivere dall esterno il contesto dell industria, ma esprimendo anche le conseguenze alienanti del lavoro, dei suoi ritmi e delle sue modalità sulla vita degli operai. Parodia e dissacrazione attraversano l opera di un autore per molti versi irregolare quale Luciano Bianciardi (1922-1971), che racconta il mondo del lavoro nell Italia contemporanea, dalle illusioni del dopoguerra al grigio benessere degli anni Sessanta. Il ritorno del romanzo storico In epoca postmoderna si registra anche il rinnovato successo del romanzo storico, già anticipato da uno dei libri più famosi e letti della letteratura italiana del Novecento, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957), in cui la meditazione storica e il ritorno a una narrazione di stampo ottocentesco suggeriscono il disincanto nei confronti di ogni illusione di progresso della condizione umana. Le ragioni dell interesse per la narrazione storica sono molte, a partire dalla capacità di intrattenere e coinvolgere il pubblico mediante la combinazione di realtà e fantasia. Del resto, l evocazione citazionistica del passato magari attraverso la commistione degli stili è propria della cultura postmoderna; il caso del Nome della rosa (1980) di Umberto Eco è sintomatico di questa tendenza a sedurre i lettori con una trama avvincente (ambientata in un periodo di per sé romanzesco come il Medioevo) e con una scaltra mescolanza di diversi stili e registri. Il recupero del passato interessa peraltro molti scrittori in tutto il secondo dopoguerra: Pratolini con Metello, Sciascia con Il consiglio d Egitto, la Morante con La Storia, Anna Banti (1895-1985) con Artemisia e Noi credevamo, Sebastiano Vassalli (1941-2015) con La chimera, Vincenzo Consolo (1933-2012) con Il sorriso dell ignoto marinaio, Antonio Tabucchi (1943-2012) con Sostiene Pereira; fino ai giorni nostri, con Melania Mazzucco (n. 1966), autrice di Vita, Tiziano Scarpa (n. 1963), autore di Stabat Mater, Antonio Pennacchi (n. 1950), autore di Canale Mussolini, nonché con Q, il romanzo ambientato nel XVI secolo scritto da un gruppo di attivisti culturali uniti nello pseudonimo collettivo Luther Blissett. Il romanzo fantastico e quello umoristico Nella narrativa italiana novecentesca sono presenti anche autori che hanno scelto la via del fantastico, del surreale e dell umoristico per raffigurare la realtà e avventurarsi nel labirinto psicologico dell individuo contemporaneo. Alcuni scrittori, come Calvino, sperimentano la modalità della fiaba o del racconto fantastico solo per una parte della loro produzione; altri ne fanno invece il tratto distintivo: l esempio più rappresentativo è Dino Buzzati (1906-1972). Intrise di un ironia e di una comicità percorsa da venature acri e surreali sono le prose di Ennio Flaiano (1910-1972) e di Cesare Zavattini (1902-1989), che dipingono l uomo e la società nelle loro miserie e ipocrisie.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi