Il tesoro della letteratura - volume 2

Il primo Ottocento Prima strofa: la ginestra e il vulcano Dopo averla già vista a Roma, nell periferia della città, il poeta ritrova ora alle falde del Vesuvio l umile ginestra, che, amante dei luoghi tristi (v. 14) e abbandonati (v. 15) pare comprendere le sofferenze altrui, consolando con il suo profumo lo squallore del paesaggio. Oggi, attorno al Vesuvio, essa fiorisce in lande deserte, un tempo sedi di ferventi attività agricole e di città popolose. Coloro che hanno una visione positiva della vita dovrebbero recarsi in quei luoghi per capire quanto poco la natura abbia a cuore il genere umano. Essa, infatti, con un piccolo sforzo può annientare in parte le opere dell uomo e gli stessi esseri viventi, e, con uno sforzo soltanto di poco maggiore, distruggerli. La vanità e la caducità del tutto sono così rappresentate dal paesaggio petroso, che testimonia con la sconsolata realtà del suo panorama la vittoria della natura sulla Storia, sugli uomini e sulle loro povere creazioni, destinate a essere azzerate per sempre: Dipinte in queste rive / son dell umana gente / le magnifiche sorti e progressive (vv. 49-51). Seconda strofa: contro lo spiritualismo cattolico Il poeta polemizza con il proprio tempo, definito, in una secca apostrofe*, secol superbo e sciocco (v. 53). A partire dal Rinascimento (risorto pensier, v. 55) e poi con l Illuminismo, l approccio razionale alla realtà era riuscito, almeno in parte, a sconfiggere la barbarie (v. 75) medievale, cioè nella visione leopardiana l insieme delle credenze religiose, equiparate a mere superstizioni irrazionalistiche. Il Romanticismo mistifica infatti la realtà, autocelebrandosi in modo paradossale e ingannevole: esso chiama procedere (v. 58) quello che è invece un ritornar (v. 57: un indietreggiare cioè verso il buio dell ignoranza); annovera tra i propri valori la Libertà (v. 72), ma in realtà il pensiero contemporaneo sembra andare piuttosto stabilendo una nuova schiavitù della ragione nei confronti della fede e dei dogmi religiosi. La polemica dell autore si appunta in particolare contro lo spiritualismo cattolico che pone l uomo al centro della mente divina (fin sopra gli astri, v. 86). Tuttavia per Leopardi chi professa questa concezione della condizione umana illude sé stesso oppure è in malafede (se schernendo o gli altri, astuto o folle, v. 85; ancora / ch a ludibrio talora / t abbian fra sé, vv. 61-63). Diversa è infatti la posizione del poeta, che, avverso a ogni metafisica, rifiuta la religione in quanto per lui espressione di viltà (Non io / con tal vergogna scenderò sotterra, vv. 63-64), pur essendo consapevole che chi va controcorrente rispetto al pensiero dominante è fatto oggetto di quella che gli antichi romani chiamavano la condanna alla dimenticanza . Terza strofa: la solidarietà fra gli uomini Dinanzi al male che domina l esistenza, gli uomini si dividono per Leopardi in due categorie: quelli che si ostinano a ritenersi fortunati in quanto esseri privilegiati nell universo e quelli che invece, guardando in faccia la realtà, riconoscono la miseria dello stato umano sulla Terra. Il poeta propende naturalmente per questa seconda visione, perché i primi a suo giudizio sono patetici e ricordano un uomo povero e malato che parli di sé stesso come di una persona ricca e sana: che neghi, cioè, l evidenza. Quello di Leopardi, peraltro, non è soltanto puntiglio intellettuale, perché l adesione alla verità ha una positiva ricaduta morale e sociale: una volta riconosciuta la tristezza della condizione umana, è possibile allearsi contro il nemico comune, la natura, madre [ ] di parto e di voler matrigna (v. 125). In tal modo la concezione della vita avrà solide fondamenta razionali, in grado di promuovere la giustizia e la solidarietà. Quarta strofa: il riso e la pietà Con la quarta strofa la dimensione spazio-temporale si allarga da una prospettiva terrestre a una cosmica. Osservando il cielo dal paesaggio ricoperto dalla lava, il poeta è indotto a riflettere su come, rispetto all universo, la Terra e l uomo siano un nulla. Il 988

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento