Il tesoro della letteratura - volume 2

Il primo Ottocento 40 L indifferenza della natura verso l «umana prole 45 50 mossi alle nostre offese folgori, nembi e vento. O natura cortese, son questi i doni tuoi, questi i diletti sono che tu porgi ai mortali. Uscir di pena è diletto fra noi. Pene tu spargi a larga mano; il duolo spontaneo sorge e di piacer, quel tanto che per mostro e miracolo talvolta nasce d affanno, è gran guadagno. Umana prole cara agli eterni! assai felice se respirar ti lice d alcun dolor: beata se te d ogni dolor morte risana. 40 mossi offese: scatenati a nostro danno. 42 cortese: gentile, generosa (ironia). 45 Uscir di pena: liberarci dal dolore. 47 duolo: dolore. 48 e di piacer: mentre per quanto riguar- da il piacere. 49 mostro: prodigio (latinismo). sinonimo del successivo miracolo, per sottolineare la rarità quasi innaturale del piacere. 51 agli eterni: agli dèi. 51-53 assai dolor: ritieniti già molto fe- lice se ti è permesso (ti lice) sospirare di sollievo per un momento dal dolore. 54 risana: guarisce. Dentro il TESTO Il quadretto idilliaco L illusione della gioia e la morte come cessazione del dolore Dall idillio alla meditazione 972 I contenuti tematici Con l imperversare della tempesta, la vita del villaggio si era come arrestata in un silenzio sospeso. Ora che il temporale è passato, tornano i rumori, segno che la vita riprende. Il primo annuncio è dato dagli animali: il cinguettare degli uccelli e il chiocciare delle galline. All orizzonte, dalla parte dei monti, si aprono squarci d azzurro e sui campi si dissolve la nebbia. Anche gli uomini ricominciano il lavoro che era stato interrotto a causa della preoccupazione e della paura: l artigiano sulla soglia della bottega, la donna che attinge acqua alla fonte, l ambulante che lancia il suo grido. Su tutto, su questo lieto rinnovarsi della vita, splende il sole. In questo quadro sereno si innesta però, nella seconda strofa, l amara riflessione dell autore. Si tratta di una gioia vana, ch è frutto / del passato timore (vv. 33-34): se ora si gioisce, è soltanto perché prima si è temuto e si è stati in preda a un grande spavento. Il piacere non esiste in sé, in positivo, ma soltanto in negativo, come figlio d affanno (v. 32), fuggevole intervallo tra un dolore e quello successivo. Infine, nella terza strofa, il poeta rivolge una prima apostrofe* alla natura, colpevole come in A Silvia ( T15, p. 959) di non favorire i suoi figli e di non mantenere le promesse fatte loro, e una seconda apostrofe, di tono sarcastico, agli uomini, che si ritengono prediletti dagli dèi (vv. 50-51), mentre la loro unica, autentica felicità coincide con la morte. Le scelte stilistiche L effimero affiorare della felicità nel paese è espresso da Leopardi insistendo soprattutto sulle sensazioni sonore: il canto dell artigiano (vv. 11-12), il grido giornaliero dell erbivendolo (vv. 16-18), il tintinnio di sonagli del carro del viandante (vv. 23-24). Lo stile dell idillio

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento