Il tesoro della letteratura - volume 2

Il romanzo in Europa e in Italia 150 155 160 165 170 175 180 185 190 «Vuoi fermarti, sciocco! , gli gridò il maresciallo d alloggio. Fabrizio s accorse di essere a venti passi sulla destra innanzi ai generali, e precisamente dalla parte dove guardavano con i loro binocoli. Tornando a collocarsi alla coda degli altri ussari restati qualche passo indietro, vide il più grosso di quei generali che parlava al suo vicino, generale anche lui, con fare autorevole e quasi di rimprovero; bestemmiava. Fabrizio non poté frenare la curiosità, e, malgrado il consiglio di non parlare, datogli dalla sua amica carceriera,22 formò una piccola frase molto francese, molto corretta, e disse al suo vicino: «Chi è quel generale che strapazza il suo vicino? . «Perdio, è il maresciallo! . «Quale maresciallo? . «Il maresciallo Ney, grullo.23 Ah dunque! dove hai servito finora? . Fabrizio, benché molto suscettibile, non pensò affatto ad aversi a male dell ingiuria; contemplava, perduto in una ammirazione infantile, il famoso principe della Moskowa, l eroe degli eroi. A un tratto si partì a gran galoppo. Qualche momento dopo Fabrizio vide, a venti passi innanzi, una terra coltivata che veniva smossa in modo singolare. I solchi erano pieni d acqua, e la terra molto umida che stava tra un solco e l altro, volava in piccoli frammenti neri lanciati a tre o quattro piedi d altezza. Fabrizio notò passando quel fenomeno singolare; poi il suo pensiero tornò a riflettere sulla gloria del maresciallo. Sentì un grido secco accanto a sé: erano due ussari che cadevano colpiti dalle palle; e, quando li guardò, erano già a venti passi dalla scorta. Quello che gli sembrò orribile, fu un cavallo tutto insanguinato che si dibatteva sul terreno lavorato, ficcando i piedi nei propri intestini: voleva seguire gli altri. Il sangue cadeva nel fango. Ah! eccomi dunque finalmente al fuoco! , si disse. Ho visto il fuoco! , si ripeteva con soddisfazione. Eccomi un vero militare . In quel momento la scorta andava ventre a terra, e il nostro eroe capì che erano le palle che facevano volar la terra da tutte le parti. Aveva un bel guardare dalla parte donde venivano: vedeva il fumo bianco della batteria a una distanza enorme, e, in mezzo al rombo eguale e continuo prodotto dalle cannonate, gli sembrava di sentire delle scariche molto più vicine: non ci capiva nulla. In quel momento, i generali e la scorta scesero in un sentiero pieno d acqua, che era a cinque piedi sotto il livello del campo. Il maresciallo si fermò, e guardò di nuovo col suo binocolo. Fabrizio, questa volta, poté vederlo bene; lo trovò molto biondo, con una gran testa rossa. Noi non abbiamo in Italia delle facce come quella , si disse. Mai, io che sono così pallido e ho i capelli castani, mai sarò così , aggiunse con tristezza. Per lui quelle parole volevano dire: Mai sarò un eroe . Guardò gli ussari; eccettuato uno solo, tutti avevano baffi gialli. Se Fabrizio guardava gli ussari della scorta, tutti alla loro volta guardavano lui. Quegli sguardi lo fecero arrossire, e, per metter fine al suo imbarazzo, volse la testa verso il nemico. Erano file molto estese d uomini rossi; ma, quello che lo stupì fortemente, quegli uomini gli sembravano piccolissimi. Le loro lunghe file, che erano reggimenti o divisioni, non gli parevano più alte di siepi. Una fila di cavalieri rossi trottava per riavvicinarsi alla strada incassata tra i 22 dalla sua amica carceriera: la moglie del guardiano della prigione francese in cui era stato recluso per alcune settimane in seguito a un equivoco. 23 grullo: stolto. 695

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento