Consonanze/Dissonanze - Jorge Luis Borges, Una memoria

Il Seicento 4 Individua i vocativi presenti nel testo e spiegane la funzione espressiva. 5 Individua nel testo i termini e le espressioni che consentono di ricollegare il canto dell usignolo all amore. 6 In quali campi semantici si esercita la fantasia dell autore per creare metafore e similitudini? INTERPRETARE 7 Il critico Alberto Asor Rosa afferma di avere la sensazione che «l usignolo qui descritto non sia un uccello di carne e di sangue, ma un giocattolo automatico, privo di vita . Che cosa intende dire a tuo giudizio? Quali caratteristiche della sensibilità barocca vuole mettere in luce? PRODURRE 8 SCRIVERE PER ARGOMENTARE In che modo questo passo dell Adone si accorda alla perfezione con la poetica della meraviglia enunciata dall autore? Rispondi, presentando gli opportuni riferimenti alle ottave lette, in un testo argomentativo di circa 20 righe. Una memoria letteraria Un racconto dal titolo Una rosa gialla, contenuto nell Artefice (1960) dello scrittore argentino Jorge Luis Borges (1899-1986), dimostra come la fama del cavalier Marino abbia superato i confini italiani e abbia resistito all usura del tempo. Nel testo il poeta, in punto di morte, «carico d anni e di gloria , osserva il semplice gesto di una donna che sistema in un vaso una rosa gialla e ricorda alcuni suoi versi famosi dell Adone. In quel momento egli riceve una suprema rivelazione circa il significato e i limiti dell arte poetica. Né quella sera né la successiva morì l illustre Giambattista Marino, che le bocche unanimi della Fama (per usare un immagine che gli fu cara) proclamarono nuovo Omero e nuovo Dante, ma il fatto immobile e silenzioso che allora accadde fu veramente l ultimo della sua vita. Carico d anni e di gloria, l uomo moriva in un vasto letto spagnolo a colonne intagliate. facile immaginare lì presso un sereno balcone che guarda a ponente e, in basso, marmi e allori e un giardino che ripete le sue gradinate in un acqua rettangolare. Una donna ha disposto in un vaso una rosa gialla; l uomo mormora i versi inevitabili che, a dire il vero, cominciano a infastidire un po anche lui: 1 porpora d aprile: nell Adone, Ma- rino fa pronunciare questi versi a Ve- Allora accadde la rivelazione. Marino vide la rosa, come poté vederla Adamo nel Paradiso, e sentì che essa stava nella sua eternità e non nelle sue parole e che noi possiamo menzionare o alludere ma non esprimere e che gli alti e superbi volumi che formavano in un angolo una penombra d oro non erano (come la sua vanità aveva sognato) uno specchio del mondo, ma una cosa aggiunta al mondo. Questa illuminazione raggiunse Marino alla vigilia della morte, e forse anche Dante e Omero la raggiunsero. nere come omaggio alla rosa: graffiata da una spina del fiore, infatti, la dea Prima di morire, dunque, il poeta si rende conto che il suo tentativo di catturare l essenza delle cose non è stato che illusione, sogno («sentì che essa stava nella sua eternità e non nelle sue parole ). Qualunque cosa, anche la più comune, si rivela segreta, inaccessibile e soprattutto ineffabile, anche per lui, che si è illuso di rappresentare nei suoi versi il misterioso labirinto della 66 porpora del giardin, pompa dei prati, gemma di primavera, occhio d aprile.1 viene curata da Adone, che così si invaghisce di lei. realtà. Si può imitare qualcosa che esista e che sia retto da leggi oggettive: invece la vita è menzogna e sfugge a ogni rilettura e a ogni reinterpretazione poetica. Borges quindi ha scelto Marino uno che come lui ha dedicato la vita alle parole per dirci come la letteratura non possa descrivere il mondo, ma al massimo sostituirlo, creandone un altro. CONSONANZE DISSONANZE JORGE LUIS BORGES

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento