Il tesoro della letteratura - volume 2

Ugo Foscolo 85 90 95 Ebbi in quel mar la culla, ivi era ignudo spirito di Faon la fanciulla, e se il notturno zeffiro blando su i flutti spira, suonano i liti un lamentar di lira: 85-90 Io sono nato sulle rive di quel mare, sul quale ancora vaga lo spirito privo di corpo (ignudo) dell innamorata di Faone, e quando il dolce vento (zeffiro) notturno soffia su quelle onde, sembra che le rive (liti) risuonino ancora del triste suono della sua lira: ond io, pien del nativo a r sacro, su l itala grave cetra derivo per te le corde eolie, e avrai, divina, i voti fra gl inni miei delle insubri nipoti. 91-96 per cui io, pieno dell aria sacra del mio luogo nativo, in tuo onore (per te) trasferisco (derivo) il suono della cetra greca sulla austera cetra italiana, e tu grazie alla mia poesia (fra gl inni miei) avrai come una divinità le offerte votive (avrai, divina, i voti) dalle future donne lombarde (insubri nipoti). 85 Ebbi culla: il poeta si riferisce a Za- cinto, l isola dove egli nacque. 87 di Faon la fanciulla: Saffo, la poetessa che, secondo la leggenda, si gettò in mare dalla rupe di Leucade per amore di Faone. 92-94 su l itala eolie: richiamo al poe- ta latino Orazio («Si dirà che è merito mio aver trasferito la poesia eolica nel ritmo italico , Carmina, III, 30, vv. 10-14). 96 insubri: l appellativo viene dalla popo- lazione dei galli insubri, stanziati anticamente nell Italia nord-occidentale. Dentro il TESTO Una poesia d occasione I contenuti tematici Fin dal titolo l ode evidenzia la sua natura di scritto d occasione, provocato da un intento affettuoso e galante: celebrare la ritrovata bellezza dell amica Antonietta. L occasione assume però un significato simbolico più ampio: come la dama guarirà dalla sua malattia, così l animo umano supererà, in nome della bellezza ristoro unico a mali (v. 11), la condizione drammatica e precaria a cui è condannato dai conflitti e dalle delusioni della Storia. L infermità è infatti solo momentanea: la guarigione, il ristabilito benessere e la fine della sofferenza costituiscono indizi di una possibile redenzione spirituale, che ogni individuo può e deve perseguire se vuole vincere i propri affanni terreni. La trasfigurazione dell evento La situazione iniziale diventa immediatamente un pretesto poetico per l autore, che trasfigura l evento narrato in una serie di meditazioni di ordine estetico e filosofico ed eleva secondo un procedimento tipicamente neoclassico una circostanza quotidiana in una sfera di perfezione mitica e atemporale. Dalla descrizione della salute riacquistata dalla donna, assimilata a una dea e paragonata al pianeta Venere (vv. 1-12), si passa a una considerazione di tipo universale: la poesia dona l immortalità (vv. 55-96), come ben sanno divinità quali Artemide e Bellona, che prima di essere consacrate come tali erano donne mortali al pari della stessa Antonietta, destinata anch essa all immortalità garantita dalla fama poetica. Morte ed eternità I versi 52-54 introducono il tema della caducità e dell inevitabilità della morte che incombe sulle creature umane. Alla poesia, che è al tempo stesso custode e memoria della bellezza, spetta il compito di confortare l uomo nelle avversità, di temperare le sue passioni e di salvare i valori più autentici della civiltà dal logorio incessante del tempo. Il ricordo e la suggestione della civiltà antica rivive così beneficando con 571

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento