Il tesoro della letteratura - volume 2

Ugo Foscolo 25 30 35 40 45 50 55 60 e i candidi coturni e gli amuleti recano onde a cori notturni te, Dea, mirando obbliano i garzoni le danze, te principio d affanni e di speranze: 25-30 e gli scarpini (coturni) candidi e i gioielli (amuleti), per cui nelle feste (cori) notturne i giovani (garzoni) trascurano (obbliano) il ballo, ammirando te, o Dea, causa di turbamenti e di speranze d amore: o quando l arpa adorni e co novelli numeri e co molli contorni delle forme che facile bisso seconda, e intanto fra il basso sospirar vola il tuo canto 31-36 sia quando rendi più bella (adorni) l arpa con nuove melodie (novelli numeri) e con le tue forme flessuose (molli contorni) che la veste di lino (bisso) morbida e leggera mette in evidenza (seconda), mentre fra i sospiri silenziosi il tuo canto si leva più periglioso; o quando balli disegni, e l agile corpo all aure fidando, ignoti vezzi sfuggono dai manti, e dal negletto velo scomposto sul sommosso petto. 37-42 più insidioso; sia quando nel ballo disegni immagini e librando (fidando) il tuo corpo snello nell aria, alla quale affidi le sue movenze, si rivelano le bellezze sconosciute (ignoti vezzi) fra le pieghe della veste e il velo disposto con negligenza (negletto velo scomposto) sul petto ansante (sommosso). All agitarti, lente cascan le trecce, nitide per ambrosia recente, mal fide all aureo pettine e alla rosea ghirlanda che or con l alma salute April ti manda. 43-48 Mentre ti muovi, le trecce lentamente si sciolgono, splendenti (nitide) per i balsami profumati (ambrosia) con cui sono state cosparse da poco, ribelli (mal fide) al pettine d oro e alla ghirlanda di rose che Aprile ti offre insieme alla salute vivificante (alma). Così ancelle d Amore a te d intorno volano invid ate l Ore; meste le Grazie mirino chi la beltà fugace ti membra, e il giorno dell eterna pace. 49-54 Così le Ore, ancelle d Amore, volteggiano intorno a te invidiate; guardino le Grazie senza sorriso (meste) chi in questo momento ti ricorda (ti membra) la fugacità della bellezza, e il giorno della morte. Mortale guidatrice d oceanine vergini, la Parrasia pendice tenea la casta Artemide, e fea terror di cervi lungi fischiar d arco cidonio i nervi. 55-60 La vergine Artemide, che guidava alla caccia le ninfe dell Oceano, abitava alle pendici del monte Parrasio, e faceva fischiare da lontano la corda del suo arco costruito a Cidone (cidonio), suscitando il terrore dei cervi. 25 coturni: calzature di scena, per il tea- tro o per la danza. 27 cori: grecismo. 32 novelli numeri: nuove note, nuove misure dei suoni. 37 più periglioso: perché troppo ammaliante. 41 negletto: la noncuranza, quasi la tra- scuratezza con cui la donna indossa il velo tradisce la sua volontà seduttiva. 45 ambrosia: in linea con il tessuto linguistico dell ode, l unguento adoperato per ammorbidire i capelli è detto ambrosia, il cibo dell immortalità di cui si nutrivano gli dèi omerici. 51 invid ate: perché hanno il privilegio di assistere la donna. 57 Parrasia pendice: le pendici del mon- te Parrasio, in Arcadia, luogo di residenza di Diana. 60 cidonio: Cidone era una città dell isola di Creta, famosa per la fabbricazione degli archi. 569

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento