Il carattere - Un’anima divisa

Il primo Ottocento il CARATTERE Un anima divisa U na personalità contraddittoria e poliedrica, amante del rischio e dell avventura e al tempo stesso della pace e della serenità domestica: a caratterizzare questo dualismo di Foscolo è probabilmente la sua stessa origine familiare, divisa tra Zante e Venezia, cioè tra la Grecia e l Italia. stalgico, ma come richiamo istintivo e vibrante alla cultura e alle suggestioni della classicità e come riflesso di un sentimento costante che anima la sua visione politica, i suoi progetti letterari, la sua ossessiva aspirazione a concludere la propria vita nella terra delle origini. I due grandi amori: la Grecia e l Italia Generoso e disponibile verso gli altri, ma irascibile, vanitoso e con una inguaribile tendenza all esibizionismo: il tratto distintivo è la spregiudicatezza. Perciò non sorprende che, sulla scia dell affascinante modello alfieriano, egli porti alle estreme conseguenze il desiderio di sottrarsi all ossequio al costume dominante. Fiero e orgoglioso di sé, Foscolo cerca nel corso di tutta la sua esistenza di salvaguardare la propria autonomia. La sua indole si manifesta anche nell irrequietudine sentimentale: il suo rapporto con le donne insieme sensuale e intellettuale ne fa l ultimo significativo rappresentan- Nella sua fanciullezza queste due polarità si incarnano nelle figure diverse, ma non conflittuali, della madre e del padre, che sin da allora rappresentano nella sua vita due presenze ugualmente vagheggiate, di cui l una non esclude l altra. Foscolo non troncherà mai infatti l uno o l altro dei rami in cui avvertiva scissa la propria radice. La sua opzione per il paese degli avi paterni e per la lingua italiana non implica mai il distacco dalla patria materna e dal pensiero della Grecia, che affiora costantemente nella poesia e nella vita non come semplice abbandono no- in sintesi Nel 1797 Napoleone rma il trattato di Campoformio, con cui cede Venezia all Austria. Per Foscolo si tratta di un immensa delusione. Scappa quindi a Milano, dove conosce Cuoco, Parini e Monti. Torna poi a Bologna, dove trova un impiego nell amministrazione. 526 Un uomo appassionato te del libertinismo settecentesco. Nominare uno per uno gli amori foscoliani sarebbe un po come stilare il catalogo di Don Giovanni: dall affascinante e sensuale Isabella Teotochi Albrizzi (lei trentacinquenne, lui diciottenne), che nell estate del 1796 lo fa ammalare del «male di malinconia (quando, passando a seconde nozze, decide di mutare in amicizia il più intimo rapporto con lui), alla meno bella ma più affezionata Quirina Mocenni Magiotti, da Foscolo chiamata «donna gentile per l altruismo nei suoi confronti; da Isabella Roncioni, bionda e con occhi celesti, la relazione con la quale dura meno di un autunno (fra l ottobre e il novembre del 1800), ad Antonietta Fagnani Arese, descritta da un contemporaneo con «chiome lucide nerissime, occhi neri e languenti, un tono di voce basso e lento ; dall inglese Fanny Hamilton, dalla quale ha una figlia, Mary, alla milanese Maddalena (Lenina) Marliani, al cui fascino pare non avesse resistito nemmeno Napoleone. \ La maturità Fra Milano e Bologna Il trattato di Campoformio (17 ottobre 1797), con cui Napoleone cede Venezia all Austria, segna però per Foscolo la brusca fine delle illusioni. Costretto a fuggire verso Milano, capitale della Repubblica cisalpina prima dell arrivo degli austriaci, trova nella città lombarda un ambiente a lui congeniale e amicizie importanti: conosce l esule napoletano Vincenzo Cuoco, l ormai vecchio Giuseppe Parini e Vincenzo Monti. Collabora con il Monitore italiano di Melchiorre Gioia; quando nel 1798 il giornale viene soppresso dal governo francese, Foscolo rischia di nuovo la prigione. Il pericolo del carcere e la necessità di trovare un lavoro lo spingono a tornare a Bologna, dove collabora con il giornale Il Genio democratico , fondato dal fratello Giovanni, e con il Monitore bolognese . Viene assunto nella sezione criminale del Dipartimento del Reno, come era chiamata l amministrazione di Bologna nell ambito della Repubblica cisalpina; anche per distrarsi dalla routine impiegatizia, ma soprattutto per dare sfogo alle recenti disillusioni, inizia a scrivere le Ultime lettere di Jacopo Ortis.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento