Il tesoro della letteratura - volume 2

Il primo Ottocento in sintesi L idea dell azione diretta è ispirata anche dalla testimonianza di Vincenzo Cuoco, intellettuale che aveva preso parte alla rivoluzione «passiva del 1799 a Napoli. Per Cuoco l esperienza repubblicana a Napoli è fallita perché i giacobini si sono limitati a riprodurre in un contesto diverso gli schemi della Rivoluzione francese del 1789, senza coinvolgere le classi popolari. Giuseppe Mazzini ha una posizione antilluministica e romantica. Nella sua visione mistico-religiosa della Storia, l Italia deve promuovere la fratellanza tra i popoli. Egli crede nella democrazia e nella repubblica e s impegna affinché il Risorgimento sia un moto popolare condotto in nome dei valori di «Indipendenza, Unità e Libertà . Carlo Cattaneo è glio dell Illuminismo lombardo e vede nel Risorgimento un mezzo per il progresso sociale e materiale. Egli sostiene un federalismo basato sull autogoverno delle Regioni. Il napoletano Carlo Pisacane propone una rivoluzione politica che sia anche sociale, frutto del riscatto del popolo. Egli progetta un autentica insurrezione, guidata da pochi intellettuali illuminati e attuata da un esercito composto da masse di contadini. Pisacane muore nella spedizione di Sapri (1857), fallita perché il popolo non ha ancora recepito gli ideali di uguaglianza sostenuti dal patriota socialista. 504 Una «rivoluzione passiva Questa visione dell agire politico, basato sulla concretezza e sull abbandono delle pratiche cospirative segrete in favore di una aperta dichiarazione dei propri princìpi, fa anche tesoro della testimonianza di Vincenzo Cuoco (1770-1823), intellettuale che aveva partecipato ai moti rivoluzionari napoletani del 1799 e che, al ritorno dei Borboni e alla violenta repressione che ne seguì, era fuggito esule a Milano. Nel suo Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799 (1801), Cuoco ragiona sui motivi del fallimento dell esperienza repubblicana, individuandoli soprattutto nel velleitarismo e nell astrattezza dei giacobini partenopei. Incapaci di coinvolgere nella lotta le classi popolari, i patrioti avevano agito in modo schematico, pretendendo di applicare a un contesto diverso i princìpi validi per la Francia del 1789: il risultato era stato una «rivoluzione passiva , subita e perciò contrastata proprio da quelli a cui sarebbe stata utile, a partire dalle masse contadine. Pensiero e azione: la visione mazziniana La riflessione di Cuoco, accolta anche dai pensatori moderati, costituisce un insegnamento prezioso per lo sviluppo delle idee politiche di Giuseppe Mazzini (1805-1872). Di orientamento antilluministico e romantico, Mazzini si forma sulle pagine di Dante, Alfieri e Foscolo, maturando la convinzione che l Italia, culla della civiltà moderna, sia destinata alla missione di promuovere l unità e la fratellanza tra i popoli. Animato da un senso mistico-religioso della Storia per la quale Dio si incarna nell evoluzione storica delle nazioni e dalla fede nella democrazia e nella repubblica, egli si batte perché il Risorgimento acquisti un autentica natura popolare: affinché ciò sia possibile, è indispensabile che tutti gli uomini, superando le divisioni di classe, acquistino un alta coscienza nazionale e siano consapevoli dei propri diritti e doveri, educati ai valori di «Indipendenza, Unità e Libertà . Il federalismo di Cattaneo A differenza di Mazzini, da sempre legato al mito unitario, il milanese Carlo Cattaneo (1801-1869) propugna una prospettiva federalista, basata sull autogoverno delle singole Regioni. La sua formazione intellettuale, del resto, è assai diversa da quella mazziniana: erede dell Illuminismo lombardo, Cattaneo vede il Risorgimento non come una missione religiosa, bensì come uno strumento concreto per il progresso sociale e materiale. Dalle pagine del Politecnico , il periodico che fonda nel 1839, egli denuncia la situazione semifeudale delle campagne, polemizza contro l aristocrazia e prospetta l avvento di una società «libera e democratica , nella quale una borghesia dinamica possa promuovere lo sviluppo scientifico, tecnico, civile e culturale della nazione. Il socialismo di Pisacane In ambito democratico si colloca anche la figura del napoletano Carlo Pisacane (18181857), secondo il quale non può esserci vera rivoluzione politica che non sia al tempo stesso rivoluzione sociale. Risentendo della tradizione materialistica settecentesca, il mazzinianesimo di Pisacane è arricchito da una componente anarchica che lo spinge a immaginare il riscatto del popolo in autonomia dalle classi dominanti e dall egemonia della borghesia. Da qui il sogno di una vera e propria sollevazione, ispirata da pochi intellettuali illuminati e provocata da un esercito formato da masse di contadini consapevoli della propria condizione e convinti della necessità di superarla. Si tratta di un sogno destinato, ancora una volta, al fallimento: con la spedizione di Sapri del 1857 egli pagherà con la vita la sua fede negli ideali di uguaglianza, che il popolo da lui idealizzato non aveva ancora assimilato. Girolamo Induno, Un volontario alla difesa di Roma, XIX sec. Milano, Museo del Risorgimento.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento