Il tesoro della letteratura - volume 2

Finestra sul CONTEMPORANEO luogo d origine e di salvezza, cellula di purezza adolescenziale da contrapporre al mondo della città, simbolo della solitudine e della corruzione della vita adulta. Rientrato a Torino, Pavese intensifica la scrittura di racconti e viene assunto presso l Einaudi; nel 1941 dà alle stampe il primo romanzo, Paesi tuoi, a cui segue, l anno successivo, un altro romanzo, La spiaggia. Dopo aver lavorato per qualche mese a Roma, dove si era trasferita la sede dell Einaudi, ritorna a Torino nel 1943, subito all indomani della caduta di Mussolini. Dopo l 8 settembre, si rifugia nel Monferrato: qui si avvicina alla religione e approfondisce i suoi interessi per il mito. A guerra finita, prende la tessera del Partito comunista, ma senza convinzione: sente di essere inviso agli intellettuali che hanno partecipato alla Resistenza, mentre lui ha preferito rimanere nella zona grigia del disimpegno. Al conflitto vissuto da spettatore, in una solitudine sofferta, è dedicato il romanzo La casa in collina che esce nel 1948, insieme al romanzo breve Il carcere, sotto il titolo comune Prima che il gallo canti. Chiari risvolti autobiografici si colgono anche nelle opere successive: i racconti della raccolta La bella estate (1949) sono incentrati sulla difficoltà nei rapporti tra i sessi; il romanzo Il diavolo sulle colline (1949) racconta l esperienza di tre intellettuali che sperimentano la condizione, innocente e selvaggia, della campagna, e quella, seducente, mondana ma anche degenerante, della città; nel romanzo La luna e i fal (1950), probabilmente il capolavoro dell autore, il protagonista e narratore evoca, in un gioco complesso di piani temporali, la propria infanzia vissuta tra le Langhe, dove ora è tornato dopo aver trascorso molti anni da emigrante in America. Tuttavia, il successo letterario non rasserena Pavese, da sempre assediato da un logorante sentimento di inadeguatezza e da oscure pulsioni di morte. L isolamento e le ultime delusioni amorose accentuano in lui la percezione di un esistenza irrimediabilmente condannata allo scacco e del tempo trascorso inutilmente, svanito in un infinità di fantasie irrealizzate. Nell agosto del 1950 lo scrittore mette in pratica il gesto più volte rinviato, suicidandosi con il sonnifero nella camera di un albergo torinese. Il suo ultimo messaggio, lasciato ai posteri, recita così: «Perdono a tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi . La scelta del diario Difficile dire se allo spessore autobiografico di tutta l opera di Pavese contribuisca e se sì, in che misura la suggestione delle letture alfieriane, da lui avidamente intraprese sin dagli anni liceali. Di sicuro, l esigenza di scrivere di sé, sia attraverso il filtro romanzesco sia direttamente affidando la propria testimonianza alle pagine di un diario, scaturisce da un bisogno di meditazione e di intima confessione. Va tuttavia sottolineato che Pavese non sceglie di seguire in toto il modello dell amato letterato astigiano: non opta infatti per la struttura compiuta e, in fondo, autocelebrativa dell autobiografia, ma per la misura più confidenziale e immediata di una scrittura privata come quella, appunto, del diario. Nella Vita Alfieri poté dar libero sfogo a quell amor proprio dalle chiare venature narcisistiche che pervade tutta la sua opera letteraria: in un epoca che pullulava di scrittori allo specchio (basti ricordare i Mémoires di Goldoni o le Confessioni di Rousseau), egli intendeva trasmettere a posteriori ai lettori l immagine di un uomo dalla natura eccezionale. Ciò non significa, come abbiamo visto, che egli volesse monumentalizzarsi in un opera di semplice propaganda di sé stesso, ma le disavventure e i difetti della propria indole che raccontò e descrisse sono comunque funzionali allo scopo della costruzione del personaggio. Anche quando insisteva nella perlustrazione della propria interiorità, lo faceva assegnando un valore emblematico alla propria esistenza e ponendosi al centro della scena, con il temperamento teatrale che era connaturato all uomo così come allo scrittore Alfieri: «Il parlare ammette nell introduzione alla Vita , e molto più lo scrivere Caspar David Friedrich, Monaco in riva al mare, 1808-1810. Berlino, Alte Nationalgalerie. 475

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento