T4 - Sublime specchio di veraci detti (Rime)

Il Settecento in sintesi Questo nuovo spazio assegnato al mondo interiore dei personaggi ha reso Alfieri un vero e proprio precursore della sensibilità romantica. Non è un caso che proprio dai Romantici egli sarà amato, se non addirittura idolatrato, in un processo di mitizzazione che contribuirà a cristallizzare l immagine del poeta come eroe ribelle. Verso una letteratura psicologica L originalità di Alfieri non si riduce comunque all anticipazione di alcune importanti istanze romantiche. Nelle tragedie, ma anche nei trattati e nelle Rime, sono molti i momenti in cui la brama di libertà diventa desiderio di affermazione di sé, frustrato però da leggi e vincoli che non consentono la realizzazione individuale. Sotto questo aspetto, la letteratura alfieriana intende riflettere una profonda impotenza e incapacità di vivere: in essa si trovano espresse, sia pur trasfigurate da un ego debordante, le problematiche psicologiche che legano l essere umano alle proprie incertezze, facendolo sprofondare nella malinconia e in un destabilizzante senso di vuoto e di solitudine. Alla rivendicazione della libertà e alla volontà di affermazione di sé si contrappone la consapevolezza delle difficoltà della vita reale e della possibile sconfitta. Dunque il titanismo di Alfieri è intriso di malinconia, senso di impotenza e di solitudine. T4 Sublime specchio di veraci detti audiolettura Rime, 167 In questo sonetto del 1786 il poeta delinea un proprio autoritratto, in cui alla descrizione dell aspetto fisico segue quella del carattere e della psicologia. Descrizione di un uomo ricco di contrasti METRO Sonetto. 4 Sublime specchio di veraci detti, mostrami in corpo e in anima qual sono: capelli, or radi in fronte, e rossi pretti; lunga statura, e capo a terra prono; 8 sottil persona in su due stinchi schietti; bianca pelle, occhi azzurri, aspetto buono; giusto naso, bel labro, e denti eletti; pallido in volto, più che un re sul trono: 11 or duro, acerbo, ora pieghevol, mite; irato sempre, e non maligno mai; la mente e il cor meco in perpetua lite: 14 per lo più mesto, e talor lieto assai, or stimandomi Achille, ed or Tersite: uom, se tu grande, o vil? Muori, e il saprai. 1 Sublime specchio: si riferisce al sonet- to stesso, nobile riflesso della verità che il poeta si appresta a dichiarare con la descrizione di sé. veraci detti: parole sincere. 2 in corpo e in anima: nei miei tratti fisici e nei miei aspetti caratteriali. 3 rossi pretti: di un rosso schietto. 4 capo a terra prono: capo chino, la posizione che assume chi medita e studia. 5 sottil: magra. schietti: dritti. 460 6 buono: qui significa sano . 7 eletti: ben fatti. 8 un re sul trono: paragonandosi a un re sul trono (proprio lui che per tutta la vita ha combattuto con la penna i tiranni) Alfieri esprime in modo efficace la propria propensione alla superbia. Il re sul trono è pallido perché al potere si accompagna inevitabilmente la paura di perderlo (per attentati, congiure ecc.). 9 or duro mite: ora di modi bruschi e aspri, ora dolci e arrendevoli. 10 maligno: di indole malvagia. 11 la mente lite: ragione e sentimento, in Alfieri, sono sempre in conflitto tra loro. 13 Achille Tersite: il poeta adotta la figura retorica dell antonomasia: i personaggi omerici di Achille e Tersite sono gli emblemi, rispettivamente, del coraggio e della viltà.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento