T1 - La morte di Saul (Saul)

Vittorio Alfieri ¥ T1 ¥ La morte di Saul Saul, atto V, scene III-V Siamo alle battute finali della tragedia. Mentre l esercito di Israele combatte contro i Filistei, a Saul appaiono i fantasmi del profeta Samuele e del sacerdote Achimelech, che gli predicono l imminenza della fine. Il re tenta invano di placarli, finché il generale Abner gli annuncia la sconfitta dei suoi soldati e la morte dei suoi figli maschi. a questo punto che Saul riacquista per un attimo la lucidità perduta: affidata la figlia Micol ad Abner, affinché la ricongiunga al marito David, rifiuta di fuggire e si dà eroicamente la morte. Il suicidio come scelta di libertà METRO Endecasillabi sciolti. Scena terza Saul, Micol. Ombra adirata, e tremenda, deh! cessa: lasciami, deh! Vedi: a tuoi piè mi prostro Ahi! dove fuggo? Ove mi ascondo? O fera ombra terribil, plàcati Ma è sorda ai miei preghi; e m incalza? Apriti, o terra, vivo m inghiotti Ah! pur che il truce sguardo non mi saetti della orribil ombra micol Da chi fuggir? Niun ti persegue. O padre, me tu non vedi? Me più non conosci? saul O sommo, o santo sacerdote, or vuoi ch io qui mi arresti? O Samuél, già vero padre mio, tu l imponi? ecco, mi atterro al tuo sovran comando. A questo capo già di tua man tu la corona hai cinta; tu il fregiasti; ogni fregio or tu gli spoglia; calcalo or tu. Ma la infuocata spada d Iddio tremenda, che già già mi veggo pender sul ciglio, o tu che il puoi, la svolgi non da me, no, ma da miei figli. I figli, del mio fallir sono innocenti saul 120 125 130 135 117 Ombra tremenda: è l ombra del pro- feta Samuele, fatto uccidere da Saul. Il protagonista della tragedia è vittima delle sue visioni, frutto di un insanabile senso di colpa per le proprie azioni. 118 mi prostro: mi inchino. 119 Ove mi ascondo?: dopo aver invocato l ombra di Samuele, Saul si rivolge improvvisamente a sé stesso, per poi tornare a cercare un dialogo impossibile con lo spirito. fera: crudele. 122 m inghiotti: inghiottimi (imperativo). 122-123 il truce ombra: non mi colpisca (saetti) lo sguardo torvo (truce) dell ombra spaventosa (iperbato). 125 Me più non conosci?: la figlia di Saul, Micol, serba fino alla fine grande affetto per il padre, intuendo il suo dramma e cercando in ogni modo di ricondurlo alla ragione. 128 padre: il termine va inteso, in senso spirituale, nel significato di sacerdote . mi atterro: mi prostro. 131 il fregiasti: lo adornasti (si riferisce al capo citato poco sopra). tu gli spoglia: privalo di ogni ornamento regale; nel verso si coglie un eco dantesca: «tu ne vestisti / queste misere carni, e tu le spoglia (Inferno, XXXIII, 62-63). 132 calcalo: calpestalo (in questo caso il riferimento è al capo), oppure mettilo sul tuo capo (se riferiamo il pronome lo a ogni fregio, ossia alla corona). 134 la svolgi: allontanala, rivolgila altrove. 135-136 I figli sono innocenti: i figli non hanno responsabilità dei miei errori (del mio fallir). Saul continua il suo delirante monologo senza badare alle rassicurazioni che Micol gli ha appena rivolto, e nello stesso tempo chiede che i figli vengano risparmiati dal dolore e dalle possibili conseguenze dei suoi gesti estremi. La scelta lessicale del verbo fallire esprime efficacemente i risvolti psicologici del dramma di Saul, le cui vere ragioni sono riposte nella sua mancata accettazione della vecchiaia e della perdita progressiva delle forze vitali. 441

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento