La trama

Il Settecento in sintesi Parini lavora al progetto complessivo rivedendo più volte sia le sezioni pubblicate sia quelle rimaste incompiute. Dal 1801 al 1969 le varie edizioni del Giorno ripropongono il testo stabilito da Francesco Reina, allievo di Parini. Successivamente, il filologo Dante Isella ripristina il testo corretto, privato degli interventi arbitrari del primo curatore. La complicata stesura Per realizzare il suo progetto, Parini lavora alla revisione delle due sezioni già pubblicate, con l intenzione di renderle parti di un insieme coerente: ri scrive alcune sequenze, interviene sullo stile, aggiunge brani nuovi. Il Mezzogiorno cambia titolo, divenendo Il Meriggio, e la sua conclusione confluisce nella terza sezione, intitola ta Il Vespro. Quest ultima è la parte meno elaborata ed estesa di tutta l opera, mentre alla quarta, La Notte, Parini si dedicherà con molto impegno fino agli ultimi anni: ne riman gono 673 versi compiuti, numerosissimi appunti preparatori e frammenti incompleti. Le varie edizioni postume Solo due anni dopo la morte del poeta, nel 1801, Il Giorno viene stampato nel suo insieme a cura di un fedele allievo di Parini, Francesco Reina, che compie però interventi arbitrari sul testo. Per tutto l Ottocento e per gran parte del Novecento l opera viene letta in quell edizione, destinata a essere completamente rivolu zionata dal lavoro critico di Dante Isella, terminato nel 1969. Il filologo ha distinto in nanzitutto le parti a stampa dai testi derivati dai manoscritti, che costituiscono redazio ni nuove del Mattino e del Meriggio; quindi, ha separato i testi non compiuti del Vespro e della Notte, dando risalto, nel suo apparato di commenti, all originalità di quest ultima sezione, che ora viene apprezzata soprattutto per le sue qualità sperimentali e per la ca ratteristica di opera in continua evoluzione, in cui si vede come il poeta ha sovvertito fi no all ultimo gli equilibri d insieme. La trama Un precettore impartisce all allievo insegnamenti falsi e corrotti, spacciandoli per virtuosi: così Parini offre una descrizione dell oziosa quotidianità di un aristocratico. Con questo stratagemma, il poeta mette in ridicolo le abitudini frivole e vacue dell intera classe. Il Mattino Nel Mattino si assiste al risveglio del giovin signore, che è andato a letto tardi, dopo feste, bevute e balli, e apre gli occhi solo quando il sole è già alto e il resto del mondo è al lavoro ormai da ore. Egli divide pigramente la sua attenzione fra i cibi esotici della prima colazione e le futili chiacchiere dei maestri di canto, di ballo e di lingua fran cese. Prima della toeletta compie i suoi doveri di cicisbeo , mandando un valletto a chie dere notizie sulla salute della dama alla quale fa da cavalier servente. Dopo una digressio ne del poeta sull origine del cicisbeismo, nella forma di una favola mitologica che narra la storia di Amore e Imene, ritroviamo il protagonista che, acconciato dal parrucchiere, parte in carrozza per una corsa a tutta velocità lungo le strade cittadine, dove le ruote del suo convoglio minacciano pericolosamente i passanti. la parola Nel Mattino è descritto il risveglio in tarda ora del protagonista, il «giovin signore , e tutta la serie di ridondanti e inutili azioni che compie: la colazione, l incontro con i maestri di canto, di ballo e di francese, la toeletta, l acconciatura, la corsa in carrozza attraverso la città. La finzione narrativa Il Giorno si presenta come la raccolta di una serie di insegna menti impartiti da un precettore a un nobile allievo, che deve imparare quali siano i giusti comportamenti da adottare nella sua vita mondana. L ironia dell opera consiste nel fatto che tali precetti sono smaccatamente falsi, essendo intesi a lodare i vizi e denigrare le vir tù, con un ribaltamento in chiave comico-grottesca del genere didascalico. Sotto la finzione pedagogica si procede, di fatto, all accurata descrizione della vita quotidiana di un aristocratico, osservato nel corso di una giornata tipica della sua oziosa esistenza. In tal modo Parini può mettere in evidenza il carattere frivolo e vano delle occupazioni proprie di una classe nobiliare inutile e parassitaria. 400 Cicisbeo Detto anche cavalier servente , è una figura caratteristica del XVIII secolo, che ha il compito di stare al fianco di una dama per farle compagnia e per servirla in tutto ciò che le può occorrere durante la giornata. In un epoca in cui i matrimoni si contraevano per lo più per ragioni di interesse economico o di casata, il cicisbeismo costituiva una sorta di legittimazione dell adulterio, al punto che talvolta il contratto matrimoniale prevedeva l esistenza di uno o più cicisbei. La pratica è oggetto di satira anche in due commedie di Goldoni e Alfieri, intitolate rispettivamente Il cavaliere e la dama (1749) e Il divorzio (1800 ca).

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento