T2 - La salubrità dell’aria (Odi)

Giuseppe Parini ¥ T2 ¥ La salubrità dell aria Odi Parini compone quest ode nel 1759 su un argomento proposto dall Accademia dei Trasformati: l aria. Allontanandosi decisamente dalle vuote idealizzazioni arcadiche della vita agreste, egli affronta il concreto problema dell inquinamento atmosferico e ambientale. una delle odi più direttamente connesse ai temi illuministici, e il suo interesse è legato soprattutto all innesto di termini tecnici e concreti, di solito esclu si dal lessico poetico, in un contesto stilistico e formale elevato, a tratti aulico. La sana vita agreste e la malsana condizione urbana METRO Strofe di 6 settenari (i primi 4 a rime alternate, seguiti da un distico a rima baciata). 10 15 20 25 1-6 Oh terra felice del mio bel (vago) lago di Pusiano (Eupili), finalmente mi accogli nel tuo abbraccio (seno); e mi avvolgi con l aria del luogo natale, e mi riempi il petto desideroso (avido) di aria pura. Già nel polmon capace urta sé stesso e scende quest etere vivace, che gli egri spirti accende, e le forze rintegra, e l animo rallegra. 7-12 Già nel polmone che si dilata (capace) quest aria tonificante (etere vivace) entra impetuosamente (urta sé stesso e scende), guarendo gli spiriti malati (egri spirti), rinvigorendo le forze indebolite e rallegrando l animo. Però ch austro scortese qui suoi vapor non mena: e guarda il bel paese alta di monti schiena, cui sormontar non vale Borea con rigid ale. 13-18 Perché (Però ch ) lo scirocco nocivo (austro scortese) non arriva qui a portare umidità (vapor): e un alta catena (schiena) di monti, che la tramontana (Borea) non riesce a valicare con il suo soffio gelido (rigid ale), protegge (guarda) il paese. Né qui giaccion paludi, che dall impuro letto mandino a i capi ignudi nuvol di morbi infetto: e il meriggio a bei colli asciuga i dorsi molli. 19-24 Qui non ristagnano paludi che dal fondo fangoso (impuro letto) emanino verso le teste non protette delle persone (a i capi ignudi) una nebbia (nuvol) infetta di malattie: il sole di mezzogiorno (meriggio) rende asciutti i dorsi bagnati di rugiada (molli) dei bei colli. Pera colui che primo a le triste oz ose acque e al fetido limo la mia cittade espose; 25-30 Possa morire (Pera) colui che per primo espose la mia città alle infide (triste) acque stagnanti (oz ose) e al fango maleodorante (fetido limo); 2 Eupili: nome latino del lago di Pusia- no, in Brianza. PARAFRASI 5 Oh beato terreno del vago Eupili mio, ecco al fin nel tuo seno m accogli; e del natìo aere mi circondi, e il petto avido inondi. 28 la mia cittade: Milano, come più avan- ti (v. 68) città superba. 385

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento