Il tesoro della letteratura - volume 2

Il Settecento in sintesi Eugenio non riesce a smettere di giocare e, nonostante i consigli di Ridolfo, continua a essere ingannato da Leandro, che in realtà si chiama Flaminio. Sulla scena intanto arriva Placida, in cerca del marito Flaminio, generando scompiglio. Lisaura, dopo aver scoperto le bugie di Leandro, lo caccia di casa. Costui chiede aiuto a Don Marzio, nobile decaduto e personaggio maligno, per fuggire dalla moglie Placida, che però viene avvisata dallo stesso Don Marzio. Ridolfo riesce alla fine a ricongiungere Eugenio e Flaminio con le mogli, mentre Pandolfo viene arrestato e Don Marzio allontanato. Michele Marieschi, Campo San Gallo a Venezia, 1740 ca. Collezione privata. 336 sposare, di ricevere uomini in casa, di nascosto. Compaiono inoltre sulla scena, alla ricerca dei rispettivi mariti, Placida, travestita da pellegrina (termine con cui nel Settecento si definivano le donne viaggiatrici e avventuriere, considerate di dubbia moralità), e la moglie di Eugenio, Vittoria, mascherata per non farsi riconoscere, che minaccia di abbandonarlo se egli non si ravvederà. Il secondo atto Facendogli concludere un buon affare con la vendita di alcune stoffe, Ridolfo permette a Eugenio di saldare i debiti e di riscattare gli orecchini della moglie, precedentemente dati in pegno a Don Marzio a garanzia di un prestito di dieci zecchini. Il giovane, tuttavia, non smette di giocare, tanto più che Leandro-Flaminio, allo scopo di continuare a spillargli denaro al tavolo da gioco, lo incoraggia concedendogli una piccola vincita. Trascinato dall entusiasmo per la somma guadagnata, Eugenio organizza una festa nella bisca, ma l improvvisa irruzione di Placida, in cerca del marito, genera un tafferuglio. Solo Ridolfo riesce a calmare gli animi e a riportare tutti alla ragione. Il terzo atto Quando Lisaura scopre che Leandro si chiama in realtà Flaminio ed è sposato con Placida, e che dunque è stata ingannata, lo caccia di casa. Questi, deciso a fuggire senza farsi scoprire dalla moglie, chiede aiuto a Don Marzio, che però rivela il suo piano a Placida. Mentre Ridolfo, con pazienza e diplomazia, riesce a convincere Eugenio e Leandro-Flaminio a darsi da fare per ottenere il perdono delle rispettive mogli, il nobile napoletano continua a spargere veleni. Inaspettatamente, però, giunge alla bottega il Capitano delle guardie armate (gli sbirri , come venivano comunemente chiamati nel Settecento): allertato da una denuncia riguardo alle losche attività di Pandolfo, egli cerca prove della sua colpevolezza. Non riconoscendolo il Capitano si è presentato travestito , Don Marzio finisce involontariamente per tradire Pandolfo, che viene perciò arrestato. Nel finale, mentre Eugenio e Flaminio, grazie a Ridolfo, si riuniscono alle mogli, Don Marzio, svergognato da tutti, è costretto a pentirsi e decide di andarsene dalla città.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento