Il tesoro della letteratura - volume 2

Cesare Beccaria Dei delitti e delle pene 35 40 45 50 55 60 scovia,16 nei quali diede ai padri dei popoli quest illustre esempio, che equivale almeno a molte conquiste comprate col sangue dei figli della patria,17 non persuadessero gli uomini, a cui il linguaggio della ragione è sempre sospetto18 ed efficace quello dell autorità, basta consultare la natura dell uomo per sentire la verità della mia assersione.19 Non è l intensione20 della pena che fa il maggior effetto sull animo umano, ma l estensione21 di essa; perché la nostra sensibilità è più facilmente e stabilmente mossa da minime ma replicate22 impressioni che da un forte ma passeggiero movimento. L impero dell abitudine è universale sopra ogni essere che sente,23 e come l uomo parla e cammina e procacciasi i suoi bisogni24 col di lei aiuto, così l idee morali non si stampano nella mente che per durevoli ed iterate percosse.25 Non è il terribile ma passeggiero spettacolo della morte di uno scellerato, ma il lungo e stentato26 esempio di un uomo privo di libertà, che, divenuto bestia di servigio,27 ricompensa colle sue fatiche quella società che ha offesa, che è il freno più forte contro i delitti. Quell efficace, perché spessissimo ripetuto ritorno28 sopra di noi medesimi, io stesso sarò ridotto a così lunga e misera condizione se commetterò simili mi sfatti, è assai più possente che non l idea della morte, che gli uomini veggon29 sempre in una oscura30 lontananza. La pena di morte fa un impressione che colla sua forza non supplisce alla pronta dimenticanza, naturale all uomo anche nelle cose più essenziali, ed accelerata dalle passioni. Regola generale: le impressioni violenti31 sorprendono gli uomini, ma non per lungo tempo, e però32 sono atte a fare quelle rivoluzioni che di uomini comuni ne fanno o dei Persiani o dei Lacedemoni;33 ma in un libero e tranquillo governo le impressioni debbono essere più frequenti che forti. La pena di morte diviene uno spettacolo per la maggior parte e un oggetto di compassione mista di sdegno per alcuni; ambidue questi sentimenti occupano più l animo degli spettatori che non il salutare terrore che la legge pretende inspirare.34 Ma nelle pene moderate e continue il sentimento dominante è l ultimo35 perché è il solo. Il limite che fissar dovrebbe il legislatore al rigore delle pene sembra consistere nel sentimento di compassione,36 quando comincia a prevalere su di ogni altro nell animo degli spettatori d un supplicio più fatto per essi che per il reo.37 16 Elisabetta di Moscovia: Elisabetta Pe- trovna (1709-1761), zarina di Russia dal 1741. Abolì la pena di morte, ma introdusse supplizi crudeli ed efferati (cosa, quest ultima, che forse Beccaria ignorava). 17 nei quali figli della patria: in cui ha fornito ai governanti un esempio sublime, che equivale a molte conquiste ottenute al prezzo del sacrificio di sé offerto dai cittadini che amano la loro patria. 18 sospetto: guardato con diffidenza perché non padroneggiato. 19 assersione: asserzione, affermazione. 20 intensione: intensità. 21 estensione: durata. 22 replicate: ripetute. 23 L impero ogni essere che sente: il comportamento degli esseri umani è guidato dall abitudine. 24 procacciasi i suoi bisogni: si procura ciò di cui ha bisogno. 25 per durevoli ed iterate percosse: per effetto di colpi continuati e ripetuti. 26 stentato: doloroso. 27 bestia di servigio: animale da lavoro. 28 ritorno: ritornello, motto. 29 veggon: vedono. 30 oscura: indefinita. 31 violenti: violente. 32 però: perciò. 33 sono atte Lacedemoni: sono adatte a produrre quei cambiamenti (rivoluzioni) che trasformano degli uomini normali (comuni) in persiani o spartani (Lacedemoni), cioè in popoli valorosi, protagonisti della Storia. Altri studiosi intendono diversamente, individuando nei persiani un popolo schiavo e negli spartani un popolo libero. Sembra tuttavia preferibile la prima interpretazione. 34 La pena di morte inspirare: la pena di morte, invece di provocare il terrore che essa vorrebbe ispirare ai potenziali delinquenti, finisce per essere considerata uno spettacolo dalla maggior parte delle persone; in altri, invece, suscita un sentimento di compassione verso il condannato, e magari anche lo sdegno per la violenza perpetrata dallo Stato su un suo cittadino. 35 l ultimo: il terrore citato poco sopra. 36 Il limite compassione: nello stabilire la durezza (rigore) delle pene, il legislatore dovrebbe evitare che il sentimento della compassione, e dunque della solidarietà con il condannato, prevalga sul timore che tali pene vorrebbero incutere. 37 un supplicio per il reo: Beccaria ribadisce che lo spettacolo delle esecuzioni capitali è allestito soprattutto per coloro che vi assistono; ma il suo effetto deterrente è inefficace, sia perché momentaneo, sia perché contaminato dalla compassione per il condannato. 283

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento