Vincenzo Monti

Il Settecento in sintesi Vincenzo Monti La vita Vincenzo Monti nasce ad Alfonsine (Ravenna) nel 1754. Dopo aver tentato gli studi di legge e poi di medicina a Ferrara, entra in Arcadia poco più che ventenne. Nel 1778 si trasferisce a Roma sotto la protezione di alti prelati della curia di Pio VI: dà prova della sua vocazione poetica componendo liriche, poemi e testi teatrali. Nel 1791 sposa Teresa Pikler. Nel 1797, affascinato e influenzato dalle idee rivoluzionarie francesi, lascia Roma e la curia. Si trasferisce a Milano, e da qui, dopo il crollo della Repubblica Cisalpina, a Parigi. Torna in Lombardia nel 1802 ed è nominato professore di Eloquenza e Poesia a Pavia. Dal 1815, sconfitto Napoleone a Waterloo, Milano torna sotto il dominio austriaco: ciò procura a Monti malessere e delusione, sentimenti che segnano i suoi ultimi anni. Muore a Milano nel 1828. Gli anni della formazione Vincenzo Monti nasce ad Alfonsine (Ravenna) nel 1754. La sua formazione avviene presso il seminario di Faenza, dove apprende il latino e viene edu cato al gusto della poesia (in particolare quella virgiliana). A Ferrara intraprende gli studi di giurisprudenza, che abbandona poi per quelli di medicina. Nel frattempo comincia a dare prova della sua vocazione di poeta, compiacendosi dei motivi in voga nell ultima Arcadia. Nel 1775 fa il suo ingresso nell Accademia romana con il nome di Antonide Saturniano. Il periodo romano Nel 1778 il padre acconsente a mandarlo per tre anni a Roma, do ve ottiene la protezione del cardinale Scipione Borghese e di altri importanti prelati del la curia di Pio VI (17751799), papa amante dell arte e dell archeologia e promotore della cultura classica. In questo periodo Monti compone liriche, poemi e testi teatrali. Nel 1791 sposa la bella e giovane Teresa Pikler, figlia di Giovanni Pikler, noto inci sore di pietre dure. Tra il 1793 e il 1797, spinto dai mutamenti seguiti alla Rivoluzione francese, si libera dai legami che lo tengono stretto a Roma, in parte per il timore di ap parire come un poeta del passato e della reazione, in parte per il fascino che esercitano su di lui le idee di libertà provenienti dalla Francia. Nel 1797 abbandona la città, dichiaran do, appena giunto al sicuro, di avere scosso dalle sue vesti «la polvere della curia romana . Il trasferimento a Milano Stabilitosi a Milano, dal 1797 capitale della Repubblica Cisalpina fondata da Napoleone Bonaparte, Monti cerca di ottenere i favori di quest ulti mo, ma, sospettato per i suoi trascorsi papalini, si vede impedita la via alle cariche pub bliche. Le vittorie degli austrorussi nella guerra contro la Francia e il conseguente crollo della Repubblica Cisalpina (1799), con il temporaneo ritorno degli austriaci a Milano, inducono il poeta a una nuova fuga, prima in Savoia, poi a Parigi, dove rimane un anno in attesa degli eventi. Dopo la vittoria di Marengo (1800), con cui Napoleone riprende il controllo dell Italia settentrionale, e la proclamazione della Repubblica Italiana (1802), Monti torna in Lombardia e viene nominato professore di Eloquenza e Poesia a Pavia. Gli ultimi anni Dopo la definitiva sconfitta di Napoleone a Waterloo (1815) e la restaura zione del dominio austriaco su Milano, Monti vive una vecchiaia segnata dall amarezza e dal disagio. Assillato da difficoltà economiche, ormai quasi cieco e paralitico, rifiuta la dire zione del periodico Biblioteca italiana per non diventare strumento della politica culturale austriaca, pur provando a essere benvisto dai nuovi governanti. Muore a Milano nel 1828. Le opere Monti è autore di una produzione letteraria sterminata, che attraversa una grande quan tità di generi. Egli mostra una straordinaria capacità di adattarsi alle varie situazioni politiche in cui si trova a operare, riuscendo sempre a corrispondere efficacemente, sul piano ideologico, alle richieste dei committenti. Nei vent anni che trascorre a Roma scrive composizioni encomiastiche, poemetti, odi, testi teatrali. Al 1793 risale il celebre poema noto come la Bassvilliana, accolto con favore dagli antirivoluzionari. 258 La fase papalina La carriera di poeta pienamente inserito nella Roma papalina ha ini zio nel 1779, quando egli legge, in Arcadia, la prima delle sue composizioni encomiastiche, la Prosopopea di Pericle, un ode in metro di canzonetta scritta in occasione del ri trovamento di un busto del grande generale e uomo politico ateniese. Di genere analogo è La bellezza dell universo (1781), composto per le nozze di un ni pote del pontefice; si tratta di un grandioso epitalamio ricco di echi letterari: dalla Bib bia al Paradiso perduto di John Milton, da Ovidio ad Ariosto e Tasso.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento