Il tesoro della letteratura - volume 2

Il Settecento 505 510 515 Farà quell onde istesse delle vendette mie ministre il cielo; e tardi allor pentito d aver creduto all elemento insano, richiamerai la tua Didone invano. enea Se mi vedessi il core didone Lasciami, traditore. enea Almen dal labbro mio con volto meno irato prendi l ultimo addio. didone Lasciami, ingrato. enea E pur con tanto sdegno non hai ragion di condannarmi. didone Indegno! Non ha ragione, ingrato, un core abbandonato da chi giurogli fé? Anime innamorate, se lo provaste mai, ditelo voi per me! 520 525 Perfido! Tu lo sai se in premio un tradimento io meritai da te. E qual sarà tormento, anime innamorate, se questo mio non è? (parte) Scena diciottesima Enea solo 530 E soffrirò che sia sì barbara mercede premio della tua fede, anima mia! Tanto amor, tanti doni Ah! Pria ch io t abbandoni, pera l Italia, il mondo; resti in obblio profondo la mia fama sepolta; vada in cenere Troia un altra volta. 502-503 Farà il cielo: gli dèi (il cielo) renderanno quelle stesse onde strumento (ministre) della mia vendetta (vendette al plurale risponde a uno stilema classicheggiante). 505 d aver insano: d esserti affidato a un elemento instabile (insano) come il mare. 252 512 E pur: eppure. 516 giurogli fé: gli giurò fedeltà. 525 (parte): la didascalia significa esce di scena . 526-528 soffrirò che sia sì barbara mercede premio della tua fede: sopporterò che una così dura ricompensa (sì barba- ra mercede) sia il premio per la tua fedeltà (fede). 530 Pria: prima. 531 pera: possa perire. 532-533 resti sepolta: la mia fama venga coperta da una profonda dimenticanza (obblio).

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento