INTRECCI arte - Il Settecento

intrecci arte Il Settecento Il Rococò Verso la fine del Seicento si diffondono nuove correnti artistiche che, dalla Francia e poi dall Italia, si irradiano a livello internazionale, per diventare lo stile dominante nelle corti europee. Questo stile, che prende il nome di Rococò, lascia un impronta durevole soprattutto nella decorazione d interni, nell organizzazione dei giardini, nelle arti minori, nell abbigliamento. Gusto frivolo e raffinato e insieme elegante e bizzarro, fatto di colori smorzati e dai toni tenui, privi dei forti contrasti del Barocco, il Rococò è un arte legata al senso transitorio dell effimero, alla grazia e piacevolezza delle forme. L arte a Venezia Nel corso del Settecento, la città di Venezia è un caso peculiare: nonostante la situazione politica ed economica stia scivolando verso una lenta decadenza, la città è comunque il crocevia per artisti e viaggiatori da ogni parte d Europa. Giambattista Tiepolo (1696-1770) è il massimo esponente del Rococò e insieme l ultimo protagonista della pittura monumentale della Laguna. Insieme al figlio Domenico, tra il 1750 e il 1753 abita e lavora anche a W rzburg, in Germania, dove decora alcuni ambienti del Palazzo Reale: il soffitto sopra la scala contiene una raffigurazione allegorica di Apollo che controlla i pianeti e il mondo, mentre ai quattro angoli del soffitto si trovano le rappresentazioni simboliche dei quattro continenti, perfettamente visibili in prospettiva da precisi punti di osservazione sulla scala. A Venezia si sviluppa anche una tendenza opposta alla pittura monumentale, legata a rappresentazioni di piccole dimensioni, soprattutto di paesaggi. Il vedutismo nasce in Olanda nella seconda metà del Seicento, ma è a Venezia che conosce una grande fortuna perché le immagini della città sono molto richieste dai committenti, soprattutto stranieri. Massimi esponenti del vedutismo della Serenissima sono due pittori, Antonio Canal, detto il Canaletto (1697-1768) e Francesco Guardi (17121793). Nella Veduta di Palazzo Ducale di Canaletto, i palazzi della piazza e la vasta spianata tra Palazzo Ducale e la Zecca fanno da sfondo al trafficatissimo bacino di San Marco, nel Canal Grande, solcato da gondole su cui 238 lavorano i barcaroli che aggiungono vivacità all insieme con le loro vesti variopinte. Come in una foto perfettamente a fuoco, gli edifici si dispongono lungo una diagonale che dà profondità alla composizione. La Basilica di San Marco compare di scorcio. I marmi rosa e bianchi che decorano il Palazzo Ducale, sulla destra, sono investiti da una luce calda e avvolgente che li fa risplendere di toni dorati; a fianco del Palazzo lo sguardo si allarga progressivamente verso le Prigioni, e, a chiudere la veduta, il signorile Palazzo Dandolo, dagli svettanti camini. Il Neoclassicismo Il termine Neoclassicismo nasce, in senso dispregiativo, a un secolo di distanza dal periodo che intendeva descrivere: per gli artisti dell epoca si trattava nei fatti di una rinascenza dopo la lunga decadenza, morale e stilistica, del Barocco e degli eccessi leziosi del Rococò. Nell arte del Settecento, l imitazione consapevole della classicità è l unico modo per ritrovare la purezza delle forme e riprodurre una bellezza ideale e perfetta. L esaltazione dei valori della ragione tipica dell Illuminismo spinge gli artisti verso una rivalutazione della purezza dei canoni classici, considerati una fusione tra la limpida razionalità e un elegante armonia. L archeologo tedesco Winckelmann considerava Roma il luogo in cui un glorioso passato si può fondere con il presente grazie a un infinito repertorio di luoghi, monumenti, immagini che evocano una grandiosa antichità. Questa fiducia diventa tangibile nell affresco vero e proprio manifesto neoclassico eseguito tra il 1760 e il 1761 da Anton Raphael Mengs (1728-1779), da Winckelmann considerato «il maggior artista del suo tempo e forse anche dei tempi a venire : per il salone della villa in cui il cardinale Albani conservava la sua preziosa collezione di reperti antichi, Mengs raffigura il Parnaso, il monte dove il dio Apollo risiedeva insieme alle Muse. Il cardinale Albani compare sotto le spoglie del dio, come protettore delle arti, in un paesaggio popolato da figure femminili in pose mai eccessivamente sensuali: tutto è calmo e semplice, senza contrasti cromatici, in una perfetta sintesi tra l imitazione della scultura antica e l arte rinascimentale di Raffaello.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento