Il tesoro della letteratura - volume 2

Il Settecento in sintesi Fin dall inizio del Settecento si crea una disputa sulla lingua: i sostenitori della purezza dell italiano (rappresentati dall Accademia della Crusca) si oppongono a chi riconosce la vitalità del linguaggio (concetto espresso da Ludovico Antonio Muratori). I redattori del Caffè (in primo luogo Alessandro Verri), in accordo con gran parte degli intellettuali della penisola, esprimono l esigenza di modernizzare l italiano, aprendo anche all italianizzazione di parole straniere che aiutino a esprimere e a diffondere le idee. Nasce una coscienza linguistica nazionale, che si svilupperà nella cultura risorgimentale dell Ottocento. Melchiorre Cesarotti propone di sostituire la Crusca con un Consiglio nazionale della lingua, che provveda a introdurre dialetti e forestierismi. Le idee progressiste di apertura della lingua italiana vengono ostacolate dagli eventi storici. La Rivoluzione e le conquiste napoleoniche generano un diffuso rifiuto nei confronti delle parole straniere, specialmente francesi: questo atteggiamento porterà al purismo , che all inizio dell Ottocento difenderà l identità linguistica italiana. 222 nali trattano di cronaca cittadina, ma anche di fatti di attualità e costume; si affaccia sul mercato un pubblico femminile, cui si rivolgono specifiche testate caratterizzate da stili di scrittura moderni e accattivanti, largamente fruibili da lettrici di media cultura e aperti ai francesismi e ai neologismi della moda. A favore e contro la Crusca Già all inizio del secolo il dibattito sulla lingua presenta posizioni che tentano di conciliare il rispetto della tradizione con la necessità di ammodernare il lessico e la sintassi: Ludovico Antonio Muratori, nel trattato Della perfetta poesia italiana (1706), sostiene per esempio la natura viva e dinamica del linguaggio, in polemica con l intransigente posizione dell Accademia della Crusca, determinata nel difendere la purezza dell italiano da ogni contaminazione. Non mancano posizioni influenti a sostegno del rigido fiorentinismo e dell impostazione arcaicizzante del Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612): è il caso dei fratelli Gasparo (1713-1786) e Carlo (1720-1806) Gozzi, che fondano a Venezia l Accademia dei Granelleschi, polemica contro gli scrittori italiani che «si sforzeranno di scimmiottare gli scrittori francesi nelle immagini, nelle locuzioni, nel genio intellettuale e nel genio retorico . La proposta moderna del Caffè Tuttavia, la maggior parte degli intellettuali italiani in primo luogo quelli di orientamento illuminista esprime l esigenza di svecchiare le forme della lingua, rivendicando la libertà di adeguarla alle esigenze di una nuova cultura, più aperta e comunicativa. Tra questi, un ruolo fondamentale è quello assunto dai redattori del Caffè e soprattutto da Alessandro Verri, autore di un articolo provocatorio e sarcastico intitolato Rinunzia avanti notaio al Vocabolario della Crusca (1765), nel quale si difende anche la possibilità di accogliere dalle lingue straniere espressioni utili a divulgare le idee in modo concreto e comprensibile al più ampio numero di lettori: «Se italianizzando le parole francesi, tedesche, inglesi, turche, greche, arabe, sclavone [slave] noi potremmo rendere meglio le nostre idee, non ci asterremo di farlo [ ]. Protestiamo che useremo ne fogli nostri di quella lingua che s intende dagli uomini colti da Reggio di Calabria sino alle Alpi . La soluzione di Melchiorre Cesarotti Nella posizione di Verri si intravedono i primi segni della formazione di una coscienza linguistica nazionale, che sarà uno dei tratti distintivi della cultura risorgimentale ottocentesca. In questa direzione vanno anche le proposte di Melchiorre Cesarotti (1730-1808), che nel Saggio sopra la filosofia delle lingue (1785) suggerisce l istituzione di un Consiglio nazionale della lingua da fondare a Firenze al posto della Crusca, con l apporto di intellettuali di tutte le regioni italiane favorevoli non solo all introduzione del lessico tecnico, ma anche ai dialetti e ai forestierismi. Verso il purismo Queste idee sono però formulate in un contesto sfavorevole, che non produce grandi effetti. L invadente primato politico-militare francese di fine Settecento e inizio Ottocento (gli anni della Rivoluzione e dell espansione napoleonica) ha come conseguenza una diffusa ostilità nei confronti di ogni apertura al prestito dalle lingue straniere e dal francese in particolare: tale atteggiamento è riscontrabile per esempio nel pregiudizio antifrancese espresso da Vittorio Alfieri nell invettiva Il Misogallo. Sono posizioni che preludono al vero e proprio movimento di reazione noto con il nome di purismo : destinato a svilupparsi nei primi anni dell Ottocento, esso tenderà a difendere un idea di lingua antica e tradizionale come simbolo di identità nazionale, soprattutto in un Italia ancora priva di unità politica.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento