Il tesoro della letteratura - volume 2

Il Seicento in sintesi L ossessione del protagonista è in realtà una critica nei confronti della miriade di romanzi cavallereschi pubblicati all epoca e che ormai non riflettono più la società. Don Chisciotte è un sognatore, che ha letto troppi romanzi cavallereschi, finendo per guardare la realtà con gli occhi della letteratura, distorcendola e amplificandola. Il valoroso eroe, tuttavia, finisce sempre sconfitto dalla banalità del reale, ben diversa dal mondo letterario. La condanna dei romanzi cavallereschi Le vicende del folle Alonso Quijano erano inizialmente state concepite da Cervantes per condannare l eccessiva diffusione dei romanzi cavallereschi e «distruggere l autorità e il favore che hanno nel mondo e fra il volgo . L autore si riferisce, nello specifico, a quella produzione che, dal XVI secolo in poi, aveva avuto grande fortuna in Spagna, sia per la suggestione dei poemi epico-cavallereschi italiani, sia per alcune caratteristiche del contesto storico: le gesta dei paladini ben si sposavano a quegli ideali che, a partire dalla Reconquista (la riconquista dei territori dei regni moreschi nella penisola iberica condotta dai sovrani spagnoli dall VIII al XV secolo) e fino alle guerre di Carlo V e alle spedizioni dei conquistadores nel Nuovo Mondo, erano stati un tratto fondante della cultura spagnola. Il protagonista Il personaggio di don Chisciotte è l archetipo del nobile sognatore, incapace di vedere la realtà, irriducibile nella sua fede, destinato al fallimento. Si pone come parodia degli eroi cavallereschi, muovendosi in un mondo quotidiano e banale, ben diverso dagli sfondi esotici e incantati descritti dai romanzi. Le sue avventure scaturiscono da una strana pazzia, che lo spinge a trasfigurare il mondo circostante e a interpretarlo mediante il filtro ingannevole della letteratura e dei suoi eroi valorosi, sulla scorta dei troppi romanzi cavallereschi che ha letto immedesimandosi eccessivamente nei personaggi. Ai suoi occhi, il paesaggio e le cose mutano consistenza e diventano altro: le osterie sono castelli, le prostitute dame, i mulini a vento giganti; greggi di pecore e montoni gli appaiono come eserciti nemici; pericolosi galeotti si tramutano in vittime innocenti perseguitate e da salvare. Ogni volta egli parte fiero verso l avventura e nessuno, neppure Sancho, riesce a fermarlo e a ricondurlo alla ragione; puntualmente, però, i suoi sogni si infrangono contro la realtà, provocando la sconfitta del generoso eroe: la prosaicità del mondo prevale sempre sull illusione e sulla fantasia. L eroe e il suo alter ego Il divertimento che suscita la pazzia di don Chisciotte e il sorriso triste che i suoi fallimenti provocano nel lettore nascono dal carattere velleitario dei suoi propositi: i nobili ideali del passato che egli vagheggia di ripristinare (raddrizzare i torti e difendere la virtù) non sono più attuali nella società del Seicento in cui si muove, e la sua smania di bontà e di generosità si scontra con il grigiore e la mediocrità di un tempo avverso. I sogni di grandezza del cavaliere sono però bilanciati dal buon senso di Sancho Panza, che interviene a correggere le fantasticherie del padrone con una salutare dose di ragionevolezza, la quale non lo distoglie tuttavia dal seguirlo nei suoi folli vagabondaggi. Le differenze tra i due sono visibili da subito sul piano fisico: l hidalgo è alto, spettrale e cavalca imperioso un cavallo; Sancho è un omino piccolo e tozzo in groppa a un asino. L opposizione si coglie anche nel modo di parlare: al linguaggio altisonante e forbito del cavaliere, si oppone quello colloquiale di Sancho, infarcito di proverbi e strafalcioni. la parola Sancho Panza è il personaggio che bilancia la follia di don Chisciotte, cercando di riportarlo alla realtà. scudiero, lungo il cammino, incontrano nobili e poveri, giovani amanti, osti e prostitute, galeotti, mori cacciati dalle loro terre, barbieri, preti, poeti, attori, ognuno con la sua storia. il grande affresco di un umanità varia, descritta con toni di crudo realismo, ma anche presentata con sguardo ironico oppure avvolta da un velo di malinconia. Don Chisciotte Dal nome proprio del protagonista del romanzo di Cervantes è derivato, nella lingua italiana, il nome comune donchisciotte , che indica una persona di sentimenti generosi, facile agli entusiasmi ma non dotata di senso pratico, che con ingenuità o spavalderia muove alla difesa di cause assurde o di ideali irraggiungibili. Allo stesso modo l aggettivo donchisciottesco significa schietto, audace, battagliero, ma insieme privo di realismo, mentre il sostantivo donchisciottismo indica un atteggiamento improntato a tali caratteristiche. Pablo Picasso, Don Chisciotte, 1955. Saint-Denis, Musée d Art et d Histoire. 124

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento