Il tesoro della letteratura - volume 2

Finestra sul CONTEMPORANEO La violenza dell Intelligenza umana Il messaggio solidale che Leopardi affida alla Ginestra viene disatteso quotidianamente: invece che unirsi in una «social catena per far fronte al dolore che incombe sull esistenza di ognuno, l uomo rincorre l ambizione edonistica e autodistruttiva di un Intelligenza slegata da ogni limite e da ogni forma di rispetto dell altro. Che cos è effettivamente quest Intelligenza di cui parla la Ortese? In primo luogo, essa non va confusa con la ragione, anzi si può dire che ne costituisca l antitesi in quanto coincide con l eccesso sfrenato di libertà, con il culto, infantile e appunto irrazionale, di una felicità assoluta 5 10 15 ‚ Paul Klee, Forte Sogno, 1929. Collezione privata. e impossibile da raggiungere. Nelle sue diverse applicazioni scientifiche, tecnologiche, economiche l Intelligenza si configura come uno strumento di sopraffazione, volto a schiacciare i deboli e gli inermi, a imporre l ansia del profitto, a saccheggiare ciò che appartiene alla natura e a violare le leggi dell umanità. In un passaggio successivo, la scrittrice individua nella Rivoluzione francese il momento storico in cui il delirio di onnipotenza ha indotto il genere umano a fare tabula rasa dei retaggi del passato e a immaginare un irrealizzabile paradiso dove non ci fossero più confini morali nella ricerca dell utile e del guadagno: Una nuova cultura era nata, in vitro, intorno al Settecento, e nei duecento e più anni successivi divenne immensa, spodestò del tutto la prima cultura e oscurò lentamente la sovranità della dea ragione. Era la cultura economica, figlia primogenita della intelligenza. Fu decretato in suo nome, più o meno abilmente, usando parole non sospette, che uomo, e soprattutto natura, valevano esattamente il denaro che possedevano (uomo) o producevano (natura). Non vi fu, da quel tempo (sebbene le menzogne fossero tante), altra misura di valore. Insomma, in quel 14 Luglio precipitò coma da una porta aperta e imbandierata per una festa di nozze precipita un ladro qualcosa di meno simpatico di un ladro: precipitò la grande Religione Economica. Un paradiso fu promesso a tutti: ma bisognava lavorare e distruggere in se stessi e tutto intorno la vecchia madre Natura, e la sua legge, e il complesso delle sue leggi. Fu fatto. Derivarono da ciò tutte le altre religioni del vivere, e nacque l uomo moderno. L uomo «occidentale con la sua «cultura : che, se guardi bene, è solo cultura del numero (dell Utile). E del proclama. Sotto l utile e il proclama, di tutti i miglioramenti, domina e lavora un solo signore: il Massacro. Tutta la Natura è fatta a pezzi, e venduta, mentre noi sogniamo la Felicità universale, e la Terra, sotto i nostri piedi, scricchiola. Avidità e invidia (della Intelligenza), insomma, hanno avuto la meglio: sulla Ragione, e Legge, e la sua appassionata cultura. La modernità e il male Come in quella leopardiana, anche nella riflessione della Ortese, dunque, il male dilaga come una forza devastante, contraria a quella della compassione e della solidarietà. Più che un dato costitutivo legato al fatto stesso di vivere, però, il dolore si manifesta per la scrittrice nella violenza sull altro, nell oltraggio sulla natura, nella cultura economica (r. 3) che si abbatte su tutti gli esseri feriti uomini o animali indifesi e martirizzati. Inoltre la natura non viene considerata indifferente alle necessità degli esseri viventi: al contrario, sono questi ultimi, o meglio, alcuni di questi ultimi (ovvero gli uomini), a soffocarne il respiro e a corromperne l armonia, nel momento in cui dalla presa della Bastiglia in poi hanno iniziato a sognare un eden asservito al desiderio di conquista e di dominio. Si tratta, indubbiamente, di una visione caratterizzata da un forte pessimismo critico dalle chiare venature antimoderne e che lascia poco spazio all illusione di una redenzione futura: il tempo presente è dominato dal feticcio del progresso, una chimera insensata a cui il genere umano ha deciso di sacrificare sé stesso, riducendosi ad adorare un solo signore: il Massacro (r. 16). 1011

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento