Ad alta quota - volume 3

Come definisce l Enciclopedia Treccani, le quote rosa sono un provvedimento che ha lo scopo di «equilibrare la presenza di uomini e donne nelle sedi decisionali (consigli di amministrazione, sedi istituzionali elettive e così via) e che si realizza introducendo obbligatoriamente un certo numero di presenze femminili . L obiettivo è quello di ridurre la discriminazione di genere ed è in linea con l art. 4 della Convenzione sull eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna adottata dall Assemblea generale dell Onu nel 1979, in cui gli Stati si impegnano ad «adottare misure temporanee speciali, tendenti ad accelerare il processo di instaurazione di fatto dell uguaglianza tra gli uomini e le donne . Dal 2006, in Norvegia la legge prevede l obbligo di quote rosa nei Consigli di amministrazione (Cda) delle società. L obiettivo era raggiungere il 40% di presenza femminile nei consigli di amministrazione entro il 2008; oggi il 41% delle posizioni dirigenziali è occupato da donne. In Italia, l obbligo delle quota rosa nei Cda è in vigore dal 2012. Ci sono altre situazioni in cui reputate sia giusto inserire le quote rosa? Quali e perché? A fronte di Paesi in cui sono stati fatti grandi passi avanti in termini di democrazia ed emancipazio- ne femminile, esistono luoghi nel mondo in cui la strada da fare è ancora molto lunga. In Iran, per esempio, le donne non possono nemmeno cantare da soliste in pubblico, né assistere a partite di calcio o di pallavolo. L Iran, il Sudan e la Somalia sono tra i Paesi a non avere ancora aderito alla Convenzione sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna. Altri come gli Stati Uniti hanno firmato l accordo ma non lo hanno ancora ratificato (non si sono vincolati all obbligo di rispettare i contenuti della Convenzione). Conoscete altre nazioni nel mondo che non rispettano i diritti essenziali dichiarati nella Convenzione? Quali sono? Collaborare Dividetevi in gruppi, assicurandovi che la presenza maschile e femminile sia equilibrata. L obiettivo è quello di elaborare un decalogo di buone abitudini per rispettare la parità di genere. Il lavoro andrà poi condiviso con la classe, ma prima potreste somministrare un sondaggio ai compagni per verificare quali sono i comportamenti che mettono in atto nella vita di tutti i giorni. Pur lavorando tutti alla scrittura del decalogo, ciascuno parteciperà ai lavori assumendo un ruolo specifico. Ecco qualche suggerimento: ricercatore: si occupa di raccogliere informazioni ed esempi sulla situazione delle donne in diverse parti del mondo, compresa l Italia; redattore: stabilisce piccole regole di scrittura del testo, da proporre e definire col gruppo. Con- 322 VERSO L ESAME trolla la coerenza formale del decalogo, prima di condividerlo con la classe; custode delle pari opportunità: verifica che durante il lavoro ciascuno abbia lo spazio per esporre le proprie idee e opinioni; coordinatore: monitora i lavori, controlla che ciascuno porti a termine il lavoro assegnato nei tempi stabiliti in partenza, suggerisce possibili direzioni da seguire nel caso ci fossero momenti di stallo; sondaggista: predispone il sondaggio da somministrare ai compagni per esplorare le loro abitudini e idee rispetto alla parità di genere. Uno strumento efficace per somministrare sondaggi è Google Moduli (https://docs.google.com/ forms/u/0/), che consente di raccogliere comodamente tutti i risultati e di creare tabelle e diagrammi.

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