India

India

L’India è il Paese più grande del Subcontinente Indiano. Confina a ovest con il Pakistan, a nord con la Cina, il Nepal e il Bhutan, a nord-est con il Bangladesh e il Myanmar; è bagnata dall’Oceano Indiano. A nord del Paese si trova una parte della grande catena himalayana, che qui raggiunge l’altitudine massima di 7817 m con la vetta del Nanda Devi.

IL TERRITORIO E IL CLIMA

Il sacro Gange

Il territorio indiano è segnato dal corso del Gange, che per gran parte dei suoi 2700 km scorre in territorio indiano. I detriti depositati dal fiume hanno dato origine a una vasta pianura, una delle zone più fertili e più popolose del Paese. Il Gange è considerato dall’Induismo un fiume sacro e bagnarsi nelle sue acque è uno dei più importanti riti di purificazione per i fedeli di questa religione.

Una grande penisola

L’India si protende nell’Oceano Indiano con una grande penisola a forma di triangolo, occupata dall’altopiano del Deccan, alto fra i 300 e i 900 m. Ai suoi bordi, in prossimità delle coste, si innalzano i rilievi dei Ghati Occidentali e dei Ghati Orientali, con alcune cime oltre i 2000 m.

Le zone più interne, dove la piovosità è scarsa, sono ricoperte di boscaglia e savana; le zone montuose o aperte verso la costa sono invece caratterizzate da una lussureggiante vegetazione di tipo tropicale. fiumi hanno una portata irregolare, ma in molte zone dighe e canali assicurano risorse idriche sufficienti per l’agricoltura.

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Il Deserto di Thar

Il Grande Deserto Indiano, detto anche Deserto di Thar, ai confini con il Pakistan, è una distesa di sabbie roventi vasta quanto tutta l’Italia. In mezzo alle dune e alle pietraie crescono solo piccoli arbusti e cespugli, fra i quali trovano riparo particolari specie di lucertole e di serpenti. Le uniche aree abitate sono alcune piccole oasi, la cui ridotta popolazione è dedita all’allevamento dei cammelli e all’estrazione di gesso e di sale, le sole risorse del luogo.

Il dominio dei monsoni

Durante la stagione estiva, i monsoni portano aria umida e piogge torrenziali; quando arrivano, scaricano nelle regioni più esposte dell’India e del Bangladesh quantità d’acqua fino a venti volte superiori a quelle che cadono annualmente in Italia. Indispensabili all’agricoltura, le piogge sono invocate come un dono del cielo ma una volta iniziate possono essere così abbondanti da provocare disastrose inondazioni che a volte arrivano a causare decine di migliaia di morti. Oltre all’intensità delle precipitazioni, una causa aggravante delle inondazioni è la deforestazione delle valli dell’Himalaya, che ha accelerato l’erosione del suolo e ha aumentato il flusso delle acque dalla montagna alla pianura.

nel corso del tempo 

326 a.C.-550 d.C.

Dopo essere stata conquistata prima dai Persiani poi da Alessandro Magno (326 a.C.), l’India viene riunita sotto il regno della dinastia Gupta. In questo periodo si sviluppa e diffonde l’Induismo.


1498

Vasco da Gama arriva a Calcutta (Kolkata) partendo dal Portogallo e doppiando il Capo di Buona Speranza in Africa. Apre così la strada alla futura colonizzazione europea dell’India.


XVI-inizio XIX sec.

L’India è governata dalla potente dinastia Moghul, che impone nel Paese l’Islam, provocando numerose rivolte tra la popolazione induista.


1858

L’Impero Moghul è rovesciato dalla Gran Bretagna, che fa dell’India il “gioiello” dell’Impero coloniale britannico.


1947

Grazie anche al movimento nazionalista non violento fondato dal Mahatma Gandhi (1896-1948), l’India ottiene pacificamente l’indipendenza dalla Corona britannica.


1950-oggi

L’India combatte continue guerre contro il Pakistan, si dota di armi nucleari e diventa una delle principali potenze economiche mondiali.

LA POPOLAZIONE

Anche se soltanto il 34% della popolazione vive nei centri urbani, le città indiane sono tra le più grandi del mondo. La capitale Delhi conta circa 26 milioni di abitanti, seguita dalla grande Bombay (oggi Mumbai) con circa 21 milioni; ma città enormi sono anche Calcutta (oggi Kolkata, 14 milioni), Madras (Chennai), Bangalore e Hyderabad, che contano tra i 5 e i 10 milioni di abitanti ciascuna.

I centri urbani riflettono le contraddizioni del Paese: accanto a modernissimi grattacieli, centri di ricerca e industrie, convivono estese baraccopoli abusive, in cui centinaia di migliaia di persone sopravvivono in mezzo al fango senza poter usufruire dei servizi essenziali.

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Ordinamento dello Stato: repubblica federale

L’India è una repubblica federale composta da 28 Stati, ad amministrazione e legislazione autonome, e da 7 Territori amministrati direttamente dal Governo centrale. Il Presidente è eletto dal Parlamento e dalle assemblee degli Stati federali e resta in carica cinque anni; a lui spetta la nomina del Primo Ministro, che solitamente è il leader del partito di maggioranza. Il Parlamento è diviso in un Consiglio degli Stati e in una Camera del popolo.

Il Governo indiano si trova spesso nelle condizioni di dover mediare con i numerosi conflitti etnico-religiosi interni e con i movimenti separatisti attivi nel Jammu-Kashmir (regione a maggioranza islamica al confine con il Pakistan), nell’Assam, nel Punjab, nel Tripura.

Una moltitudine di lingue ed etnie

La popolazione dell’India è costituita da un insieme di gruppi etnici diversi, cui si aggiungono le componenti europea, cinese e tibetana. Le lingue ufficiali sono l’hindi e l’inglese (retaggio dell’appartenenza all’Impero britannico), inoltre sono diffuse numerose lingue locali, come bengali, marathi, tamil, telugu, urdu e altre. 

Gli induisti sono oltre l’80% della popolazione, i musulmani circa il 13%; esistono poi minoranze sikh, buddiste, cattoliche e protestanti.

La popolazione aumenta rapidamente

La popolazione dell’India supera già il miliardo di persone (poco meno di un quinto dell’intero genere umano) e sta aumentando a un tasso dell’1,2% annuo. È un tasso elevatissimo, quasi tre volte superiore a quello cinese. A poco a poco questo ritmo di crescita probabilmente rallenterà, ma nel frattempo potrebbe comunque raggiungere livelli incompatibili con le risorse disponibili (Geo Cittadinanza, p. 138).

Un altro problema è rappresentato dalla perdurante ripartizione della società indiana in caste, antiche classi sociali che traggono la loro origine dalla religione induista e che tuttora separano i vari strati della popolazione indiana, giustificando la povertà delle classi inferiori (in particolare quella dei paria, gli “intoccabili”) e ostacolando la mobilità sociale.

L’ECONOMIA

L’India è stata per lunghi secoli uno dei Paesi più poveri del mondo, ma negli ultimi anni il “gigante indiano” ha compiuto straordinari progressi, arrivando ad affermarsi come la sesta potenza economica del pianeta.

Tra crescita economica e povertà estrema

La crescita del Paese è però molto irregolare, con fortissime disuguaglianze tra i diversi gruppi etnici e sociali, tra regione e regione, tra città e campagna. Mentre alcuni hanno raggiunto livelli di ricchezza e di benessere paragonabili al mondo occidentale, altri hanno ricavato da tale crescita solo un modesto beneficio e si stima che ancora circa un quarto della popolazione viva sotto la soglia di povertà.

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Un’agricoltura dai grandissimi numeri

Soddisfare la domanda di cibo di circa un miliardo e 250 milioni di persone non è facile, e per farlo le produzioni alimentari raggiungono volumi elevatissimi. L’India è il primo produttore mondiale di frutta tropicale e il secondo produttore mondiale di riso, di frumento, di canna da zucchero e di patate. È il Paese con il più alto numero di bovini, il secondo al mondo per i caprini e il terzo per gli ovini. La religione induista vieta il consumo di carne bovina (gli animali vengono però ancora usati per il lavoro nei campi, a dimostrazione di quanto sia arretrata almeno una parte del settore primario); per questo l’India risulta solo al quinto posto per consumo di carne, mentre è al primo posto per il latte e il burro.

Molte materie prime ma poche risorse energetiche per sostenere lo sviluppo

L’India esporta numerosi prodotti, tra cui (secondo produttore mondiale), caffè e tabacco, cotone (primo produttore mondiale), caucciù e legname (con essenze pregiate come teak, sandalo e legno di rosa).

Le risorse minerarie comprendono ferro, rame, bauxite, diamanti, titanio, uranio e fonti di energia come carbone, petrolio e gas naturale, ma in quantità insufficienti a fornire tutta l’energia di cui il Paese ha bisogno per sostenere la sua rapida crescita industriale. Il ricco potenziale idroelettrico non è pienamente sfruttato, mentre si stanno moltiplicando le centrali nucleari.

Il futuro nell’alta tecnologia

Oggi l’India ha un apparato industriale molto articolato, in cui convivono impianti modernissimi, per esempio nel settore siderurgico, e piccole aziende familiari semiartigianali, come nel settore tessile. Il punto di forza dell’economia indiana è rappresentato dai moderni settori dell’alta tecnologia, aeronautica, elettronica, ricerca scientifica, informatica, sviluppo di software.

Turismo e servizi anche grazie all’inglese

La buona conoscenza dell’inglese incoraggia le società straniere, specie quelle britanniche e statunitensi, a stabilire in India molte loro sedi; inoltre favorisce il crescente afflusso turistico (oltre 15 milioni di turisti stranieri nel 2017). L’India infatti è uno dei Paesi con il maggior numero di luoghi e monumenti considerati dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità; e, oltre a tradizioni e cultura, può vantare una straordinaria varietà ambientale.

Geo ATTUALITÀ

Bangalore è la capitale della tecnologia

Bangalore, capitale dello Stato di Karnataka, è il principale polo tecnologico indiano ed è ormai conosciuta nel mondo come la “Silicon Valley dell’India”. La sua Università, la più grande e prestigiosa del Paese con oltre 300.000 iscritti, è rinomata in particolare per le facoltà di ingegneria e informatica che “sfornano” ogni anno migliaia di giovani laureati dall’eccellente preparazione.

Questa circostanza, unita al fatto che gli stipendi medi dei lavoratori indiani sono molto inferiori rispetto a quelli dei loro colleghi europei e statunitensi, ha indotto molte aziende tecnologiche americane e inglesi (ma anche australiane, canadesi ecc.) a spostare in India il proprio servizio di assistenza tecnica via Internet o telefono. Questo significa che se un americano ha un problema con un computer o un qualsiasi altro dispositivo tecnologico, e decide di chiamare il numero dell’assistenza, è molto probabile che all’altro capo del filo risponda un cortese ragazzo indiano che vive e lavora a Bangalore, dall’altra parte del mondo!

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