Il settore primario in Italia

CONOSCO E LOCALIZZO

Il settore primario in Italia

Il settore primario in Italia occupa circa il 4% della popolazione attiva e contribuisce per il 2% alla ricchezza nazionale. Queste modeste percentuali confermano che l’Italia è un Paese con un’economia basata soprattutto sull’industria e i servizi, come avviene per esempio anche in Francia o in Germania.

IL TERRITORIO non favoriscE l’agricoltura INTENSIVA

L’agricoltura italiana è relativamente poco produttiva e soprattutto disomogenea, con forti differenze tra regione e regione, e tra diverse tipologie di coltura. La conseguenza è che molti prodotti alimentari e agricoli devono essere importati, come cereali, cotone e olio; si esportano invece vino, frutta e riso. Il 35% del territorio italiano è montuoso, quindi inadatto alla coltivazione del suolo o caratterizzato da un’agricoltura praticata in condizioni difficili; solo il 23% circa è pianeggiante, quindi favorevole all’attività agricola, mentre il restante 42% è occupato da colline, più o meno fertili e con caratteristiche molto variabili.

Le zone collinari più produttive sono coperte di vigne e uliveti, in mezzo a una trama di orti e di campi. Nelle strette pianure costiere trovano spazio orti, agrumeti (nel Sud) e ancora ulivi. Solo le pianure più estese, quella Padana su tutte, ospitano grandi aziende meccanizzate per la coltivazione di cereali e stalle ben attrezzate per l’allevamento di bovini e suini. Sono importanti nell’agricoltura moderna specializzata anche i frutteti.

La pesca ha uno sviluppo limitato, nonostante le migliaia di chilometri di coste: i nostri mari sono nel complesso poco pescosi, oltre che afflitti da problemi legati all’inquinamento. Solo nel Mar Adriatico e nel Mar di Sicilia questo settore, con le attività di lavorazione e conservazione del pesce connesse, riveste una certa importanza.

Le piccole aziende puntano sui prodotti di qualità

L’agricoltura italiana risente della piccola dimensione delle sue aziende, soprattutto in collina, ma queste aziende, se moderne e ben gestite, possono compensare la produzione limitata con una maggior qualità, e vendere i propri prodotti a prezzi più alti. I vini piemontesi, friulani o toscani, i fiori liguri, la frutta altoatesina e veneta, gli ortaggi campani o pugliesi, i formaggi e i salumi “protetti” (cioè con un’origine certificata) di varie regioni d’Italia sono gli ambasciatori nel resto del mondo della cultura italiana in campo agroalimentare.

Geo CITTADINANZA

La pesca del tonno

Mazara del Vallo (nella foto), in Sicilia, è uno dei più importanti porti pescherecci d’Italia. In quest’area la pesca del tonno è una tradizione antichissima, sebbene oggi stia conoscendo una forte crisi anche in seguito alle norme europee per la tutela della specie. In passato, infatti, pratiche di pesca come quella a strascico che “spazzava” i fondali con le reti e, più in generale, la pesca indiscriminata di ogni genere di pesce in tutti i periodi dell’anno costituivano una seria minaccia alla sopravvivenza di diversi ambienti e animali. Oggi fortunatamente sono in vigore regolamenti e proibizioni volti a tutelare i nostri mari ma, nonostante la situazione sia meno grave, il problema rimane.

GUIDA ALLO STUDIO

Geo CONCETTI CHIAVE

1 Quali prodotti agricoli vengono importati in Italia?

2 Di quali prodotti agricoli l’Italia è Paese esportatore?

3 Quali coltivazioni sono diffuse in collina?

4 In quali aree sono presenti grandi aziende meccanizzate?

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L’Italia e l’Europa